Garante: bene integrazione minori attraverso pratica sportiva
(ACON) Trieste, 6 feb - COM/AB - Walter Citti, Garante
regionale per le persone a rischio di discriminazione, esprime
apprezzamento per le iniziative svolte dall'Associazione "Bosco
dei Museis" di Cercivento volte a favorire l'integrazione sociale
dei minori stranieri non accompagnati anche attraverso la pratica
sportiva.
A tale riguardo ricorda come lo sport costituisca uno strumento
importante per la prevenzione del disagio sociale, lo sviluppo
psico-fisico e la formazione della persona e ritiene pertanto un
elemento qualificante che i minori stranieri non accompagnati
vengono inseriti nella pratica sportiva, nell'ambito dei servizi
di accoglienza e dei percorsi di integrazione loro destinati che
prevedono, fra l'altro, lo studio della lingua, della cultura
locale e l'inserimento sociale nel territorio, e senza oneri
aggiuntivi rispetto a quelli ricompresi nella quota allo scopo
destinata.
Citti ricorda come il diritto alla pratica sportiva viene
riconosciuto anche dalla Convenzione ONU sui diritti del
fanciullo in quanto spettante a tutti i minori, senza
discriminazioni fondate sulla razza, il colore, l'origine
nazionale il sesso, la lingua, la religione, le opinioni
politiche o altra condizione, così come tutti i principali
organismi europei raccomandano lo sviluppo e l'attuazione di
buone pratiche per facilitare l'accesso all'attività sportiva dei
minori svantaggiati, tra cui quelli migranti.
Il Garante coglie l'occasione per esprimere il proprio disappunto
perché nella recente revisione della legislazione regionale sul
turismo, operata dal Consiglio regionale (LR 21/2016), non siano
state rimosse quelle discriminazioni nell'accesso alle
professioni turistiche a carattere sportivo regolamentate a
livello regionale (maestro di sci, guida alpina, accompagnatore
di media montagna, guida speleologica, istruttore di
mountain-bike), che impediscono ai giovani di seconda
generazione, spesso nati e cresciuti nella nostra regione, ma che
conservano la nazionalità straniera in virtù della restrittiva
legislazione sulla cittadinanza in vigore, di accedere ai
relativi albi, elenchi e corsi di formazione, per mancanza del
previsto requisito di cittadinanza italiana o di altro Paese
membro dell'Unione europea; requisito che appare in palese
contrasto con la normativa nazionale sull'immigrazione e le
direttive europee (in particolare la direttiva 109/2003 sui
lungosoggiornanti).