FI: Ziberna, mozione sentenza Consulta restituzioni pensioni Inps
(ACON) Trieste, 6 feb - COM/MPB - "Sollecitare il Governo a
intervenire rapidamente per dare piena ed effettiva attuazione
alla sentenza 70/2015 della Corte costituzionale a favore dei
titolari di pensione colpiti dal blocco contenuto nel decreto
legge 201/2011, prevedendo quindi l'integrale restituzione degli
importi maturati per effetto del ripristino della perequazione e
la ricostruzione del trattamento pensionistico".
E' quanto chiedono i consiglieri di Forza Italia Rodolfo Ziberna
(primo firmatario), Riccardo Riccardi, Roberto Novelli, Elio De
Anna, Bruno Marini e Mara Piccin in una mozione depositata in
Consiglio regionale.
"L'articolo 24, comma 25 del decreto legge 201/2011 - rileva
Ziberna - ha escluso per gli anni 2012 e 2013 la rivalutazione
automatica di tutte le pensioni di importo superiore a tre volte
il trattamento minimo Inps dell'anno rivalutato, ovvero 1.443
euro mensili lordi. In questo modo tutti i trattamenti
pensionistici di importo superiore a quello appena citato sono
stati esclusi da rivalutazione. Secondo quanto riportato
dall'Inps, sul totale di 16.533.152 pensionati, ben 5.242.161, (1
pensionato su 3), sono stati esclusi dalla rivalutazione.
Con la sentenza 70/2015 la Consulta ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale del provvedimento. "Per effetto di tale pronuncia
- prosegue l'esponente di Forza Italia - i titolari dei
trattamenti pensionistici esclusi hanno riacquistato
retroattivamente il diritto alla rivalutazione dei propri
trattamenti pensionistici, e quindi a ottenere il pagamento degli
arretrati, con interessi dalla maturazione al saldo e
rivalutazione e ricalcolo della pensione, a valere sui
trattamenti successivi e sulla determinazione degli assegni
futuri".
"Il Governo, però, è intervenuto con il decreto legge 65/2015 che
procede a una sola parziale e molto limitata restituzione degli
arretrati e a una ancor più irrisoria ricostruzione dei
trattamenti pensionistici, con grave pregiudizio per i
pensionati. In concreto, gli importi restituiti oscillano tra lo
0% e il 21% di quanto spettante, con un danno dal 79% al 100% per
le pensioni superiori ai 2.810 euro mensili lordi. Gli arretrati
liquidati nel cedolino pensione di agosto 2015 hanno oscillato
tra i 150 e gli 800 euro; niente è stato corrisposto ai titolari
di pensione superiori a 2.810 euro mensili lordi".
"Oltretutto - dichiara ancora Ziberna - il riconoscimento delle
perequazioni nei termini citati opera esclusivamente ai fini
della determinazione degli importi arretrati relativi agli anni
2012-2013, ovvero gli arretrati non si consolidano nell'assegno
pensionistico futuro, se non in minima parte e non per tutti.
Come rilevato dallo stesso Inps, l'incremento perequativo
attribuito per gli anni 2012 e 2013 (che costituisce la base di
calcolo per le pensioni a partire dal 2014) viene riconosciuto
per gli anni 2014 e 2015 nella misura del 20% e per il 2016 del
50% dell'incremento perequativo ottenuto nel biennio 2012-2013
(che, a seconda degli scaglioni, ammonta al 40%, al 20% o al 10%,
rispettivamente del 2,7% per il 2012 e del 3% per il 2013).
L'effetto trascinamento implica che i titolari di pensioni
superiori a 1.443 euro lordi mensili percepiranno, vita natural
durante, un assegno pensionistico inferiore a quello che sarebbe
loro spettato, ad esempio: circa 90 euro mensili in meno per il
titolare di una pensione pari a 1.500 euro mensili lordi; circa
160 euro per una pensione di 3.000 euro lordi".
"Trattandosi di diritti entrati nel patrimonio dei titolari di
pensione , il decreto legge 65/2015 è illegittimo e comunque
irrilevante sia per quanto attiene agli importi maturati prima
della sua entrata in vigore, sia per quanto riguarda la
rideterminazione. Per questo - conclude Ziberna - con la mozione
chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi con il Governo per
far attuare la sentenza 70/2015 della Corte costituzionale e
restituire ai pensionati quanto spetta loro di diritto".