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FI: Ziberna, mozione sentenza Consulta restituzioni pensioni Inps

06.02.2017
11:21
(ACON) Trieste, 6 feb - COM/MPB - "Sollecitare il Governo a intervenire rapidamente per dare piena ed effettiva attuazione alla sentenza 70/2015 della Corte costituzionale a favore dei titolari di pensione colpiti dal blocco contenuto nel decreto legge 201/2011, prevedendo quindi l'integrale restituzione degli importi maturati per effetto del ripristino della perequazione e la ricostruzione del trattamento pensionistico".

E' quanto chiedono i consiglieri di Forza Italia Rodolfo Ziberna (primo firmatario), Riccardo Riccardi, Roberto Novelli, Elio De Anna, Bruno Marini e Mara Piccin in una mozione depositata in Consiglio regionale.

"L'articolo 24, comma 25 del decreto legge 201/2011 - rileva Ziberna - ha escluso per gli anni 2012 e 2013 la rivalutazione automatica di tutte le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps dell'anno rivalutato, ovvero 1.443 euro mensili lordi. In questo modo tutti i trattamenti pensionistici di importo superiore a quello appena citato sono stati esclusi da rivalutazione. Secondo quanto riportato dall'Inps, sul totale di 16.533.152 pensionati, ben 5.242.161, (1 pensionato su 3), sono stati esclusi dalla rivalutazione.

Con la sentenza 70/2015 la Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del provvedimento. "Per effetto di tale pronuncia - prosegue l'esponente di Forza Italia - i titolari dei trattamenti pensionistici esclusi hanno riacquistato retroattivamente il diritto alla rivalutazione dei propri trattamenti pensionistici, e quindi a ottenere il pagamento degli arretrati, con interessi dalla maturazione al saldo e rivalutazione e ricalcolo della pensione, a valere sui trattamenti successivi e sulla determinazione degli assegni futuri".

"Il Governo, però, è intervenuto con il decreto legge 65/2015 che procede a una sola parziale e molto limitata restituzione degli arretrati e a una ancor più irrisoria ricostruzione dei trattamenti pensionistici, con grave pregiudizio per i pensionati. In concreto, gli importi restituiti oscillano tra lo 0% e il 21% di quanto spettante, con un danno dal 79% al 100% per le pensioni superiori ai 2.810 euro mensili lordi. Gli arretrati liquidati nel cedolino pensione di agosto 2015 hanno oscillato tra i 150 e gli 800 euro; niente è stato corrisposto ai titolari di pensione superiori a 2.810 euro mensili lordi".

"Oltretutto - dichiara ancora Ziberna - il riconoscimento delle perequazioni nei termini citati opera esclusivamente ai fini della determinazione degli importi arretrati relativi agli anni 2012-2013, ovvero gli arretrati non si consolidano nell'assegno pensionistico futuro, se non in minima parte e non per tutti. Come rilevato dallo stesso Inps, l'incremento perequativo attribuito per gli anni 2012 e 2013 (che costituisce la base di calcolo per le pensioni a partire dal 2014) viene riconosciuto per gli anni 2014 e 2015 nella misura del 20% e per il 2016 del 50% dell'incremento perequativo ottenuto nel biennio 2012-2013 (che, a seconda degli scaglioni, ammonta al 40%, al 20% o al 10%, rispettivamente del 2,7% per il 2012 e del 3% per il 2013). L'effetto trascinamento implica che i titolari di pensioni superiori a 1.443 euro lordi mensili percepiranno, vita natural durante, un assegno pensionistico inferiore a quello che sarebbe loro spettato, ad esempio: circa 90 euro mensili in meno per il titolare di una pensione pari a 1.500 euro mensili lordi; circa 160 euro per una pensione di 3.000 euro lordi". "Trattandosi di diritti entrati nel patrimonio dei titolari di pensione , il decreto legge 65/2015 è illegittimo e comunque irrilevante sia per quanto attiene agli importi maturati prima della sua entrata in vigore, sia per quanto riguarda la rideterminazione. Per questo - conclude Ziberna - con la mozione chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi con il Governo per far attuare la sentenza 70/2015 della Corte costituzionale e restituire ai pensionati quanto spetta loro di diritto".