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FdI/AN: Ciriani, i corsi di sci per migranti non sono una priorità

06.02.2017
15:53
(ACON) Trieste, 6 feb - COM/RCM - Non mette in dubbio il valore dello sport come strumento importante per l'integrazione, Luca Ciriani, consigliere regionale di Fratelli d'Italia/Alleanza Nazionale, ma in questo momento di crisi per molte famiglie che risiedono sul territorio regionale e fanno fatica ad arrivare a fine mese, ritiene irriguardoso incensare e pubblicizzare iniziative volte a favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri non accompagnati anche attraverso la pratica sportiva, "pagate di tasca nostra", scrive Ciriani, "per persone che già, sempre a nostre spese, vengono accolte garantendogli vitto e alloggio. Ricordo, infatti, che l'ospitalità dei circa 5.000 immigrati presenti in Friuli Venezia Giulia costa ogni giorno oltre 150.000 euro".

Questa la sua replica alle dichiarazioni di apprezzamento espresse da Walter Citti, Garante regionale per le persone a rischio discriminazione, per tale genere di iniziative.

"Non essendo la prima volta che Citti ha di queste uscite di stampo politico - aggiunge l'esponente di centrodestra -, credo farebbe meglio quanto prima ad abbandonare il ruolo che gli compete da Garante ai diritti delle persone a rischio discriminazione, restando in attesa delle prossime elezioni per potersi magari candidare a fare il politico, visto che risulta essere nelle sue corde".

Ciriani è sempre più convinto "che la figura del Garante voluta dall'attuale Giunta regionale non solo sia inutile, ma persino dannosa perché utilizzata a fini politici".

Il consigliere di FdI/An smentisce Citti anche sul suo disappunto perché nella recente revisione della legge sul turismo (LR 21/2016) non sono stati rimossi i vincoli che limitano l'accesso alle professioni turistiche a carattere sportivo ai giovani con cittadinanza italiana o di altro Paese membro dell'Unione europea, impedendolo, di fatto, ai giovani di seconda generazioni: "Rispetto alla legge sul turismo, di cui sono stato relatore di minoranza, vorrei ricordare a Citti che i requisiti per l'accesso alle professioni turistiche non vengono stabiliti da una legge regionale, ma dalla normativa nazionale. Perciò la Regione non ha potere per intervenire su questo, fermo restando che non mi pare proprio un'urgenza che un migrante o un figlio di migranti proveniente dal Senegal, dal Gambia o dal Congo possa avere l'ambizione di fare il maestro di sci".