AR: Revelant, boom di pensionamenti in vista negli enti locali
(ACON) Trieste, 15 mar - COM/AB - "Boom di assunzioni nel
settore pubblico dopo il terremoto del 1976. Tendenzialmente, con
42 anni di contributi un dipendente può andare in pensione.
Quanti assunti in quel periodo termineranno il loro percorso
lavorativo il prossimo anno? Come fronteggerà la Regione questa
situazione? Considerato il quadro generale, quanti posti verranno
riassegnati".
È quanto ha chiesto Roberto Revelant, consigliere regionale di
Autonomia Responsabile, con un'interrogazione a risposta
immediata.
Secondo la Giunta, "nel 2017 sono previste 237 cessazioni
lavorative nei Comuni, 16 nelle ex Province e 98 in Regione. Nel
2018 ci saranno 250 pensionamenti nei Comuni, 7 nelle ex Province
e 115 in Regione".
Numeri che non convincono Revelant, che spiega: "Temo che questi
numeri siano molto distanti dalla realtà. Dopo il sisma, molte
persone trovarono occupazione nel comparto pubblico, soprattutto
nelle Amministrazioni comunali. Il momento della quiescenza si
avvicina, la Regione ha già studiato un piano per le
sostituzioni? Pongo l'accento su un aspetto non marginale: le
esigenze dei cittadini, oggi, sono lontane anni luce da quelle di
fine anni '70. Si può pensare a una razionalizzazione dei posti,
per ridurre i costi a carico delle comunità? Se le assunzioni
servono, si fanno. Ma evitiamo di usare il settore pubblico come
ammortizzatore sociale".
Revelant conclude rilevando che "purtroppo, l'odissea delle Uti
ha ulteriormente complicato il quadro generale. La Regione ha
tolto risorse ai Comuni per indirizzarle alle Uti, che sono
scatole vuote e, visto quello che succede, molto precarie. Non si
può continuare a improvvisare, serve una programmazione seria.
Dobbiamo capire quanti dipendenti vanno in pensione, quante
assunzioni servono per garantire i servizi, e fare chiarezza
sugli enti locali. Allo stato, i Comuni brancolano nel buio e i
servizi per i cittadini sono seriamente messi a rischio.
Approfondirò l'argomento, per verificare se i numeri della Giunta
sono corretti. Quanto alle Unioni territoriali, è evidente che la
riforma debba essere rivista".