M5S: Bianchi, energia da vie d'acqua artificali, no da Alberone
(ACON) Trieste, 21 mar - COM/MPB - Insieme al Comitato "Amici
del torrente Alberone" questa mattina la consigliera regionale
del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi ha consegnato al presidente
del Consiglio regionale Franco Iacop una petizione popolare in
favore dell'integrità ambientale del corso d'acqua e contro la
costruzione della centrale idroelettrica in località Ieronizza
nel Comune di Savogna. Con questa petizione, sottoscritta da 390
cittadini, il Comitato vuole esprimere totale contrarietà a
qualsiasi progetto di derivazione del torrente Alberone.
"Sono sempre più rare le zone del Friuli Venezia Giulia che non
siano state toccate da opere di sfruttamento del territorio. Per
questo - sottolinea Elena Bianchi - dobbiamo batterci per
preservarle e salvaguardarle. Invece che danneggiare aree ancora
intatte, bisogna trovare il modo di sfruttare altre vie d'acqua,
come per esempio le condotte degli acquedotti, senza impattare
sull'ambiente".
Tutto è iniziato il 5 luglio del 2016 quando è stata avviata la
procedura di Valutazione di impatto ambientale di un impianto
idroelettrico da realizzare lungo il torrente Alberone tra le
località di Savogna e Ieronizza. Il prossimo 24 marzo scade,
invece, il termine per la presentazione delle osservazioni
nell'ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale.
Se produrre elettricità da fonti energetiche rinnovabili è
condivisibile, non lo è l'incentivazione esagerata che accompagna
la realizzazione degli impianti che utilizzano queste fonti. I
promotori della petizione ricordano infatti che con un prelievo
forzoso sulle bollette elettriche degli utenti pari a circa
1,1-1,2 miliardi di ¿/anno, lo Stato incentiva la produzione di
energia da fonte idroelettrica e grazie a queste risorse i kWh
prodotti da questa fonte sono pagati 0,21 ¿/kWh, tre volte il
prezzo di mercato che oscilla intorno a 0,06 0,08 ¿/kWh.
Questa situazione ha portato a un incremento esponenziale delle
domande di derivazione che provocherà da un lato un
deterioramento sensibile dello stato di qualità ambientale dei
corsi d'acqua italiani, portando così l'Italia al non rispetto
della Direttiva Acque 2000/60 e alla conseguente apertura di una
procedura di infrazione, e dall'altro a un rilevante aumento
della spesa pubblica non giustificato dall'incremento di
produzione elettrica che si otterrebbe dalla realizzazione di
questi nuovi impianti. Prese nel loro totalità le oltre 2000
derivazioni in attesa di autorizzazione in tutta Italia, una
volta realizzate, andranno a coprire meno dell'1% dei consumi
elettrici complessivi.
La petizione ricorda ancora che le emissioni di gas climalteranti
(CO2, metano ecc.) dipendono solo per 1/3 dalla produzione di
elettricità e per 2/3 da trasporti, processi produttivi e
riscaldamento degli edifici. Se si vuol davvero ridurre le
emissioni di questi gas bisogna spostare l'incentivo su azioni
destinate all'efficientamento energetico degli edifici e delle
infrastrutture, alla riorganizzazione in chiave di risparmio
energetico dei processi produttivi e ad altre azioni educative
volte ad un consumo consapevole. E' stato dimostrato che agendo
su questi punti si potrebbe pervenire ad una riduzione delle
emissioni di oltre il 30% a scala globale.
Gli impianti come quello proposto sul torrente Alberone non hanno
dunque alcun ruolo nel perseguire lo scopo per cui sono
incentivati, cioè la riduzione delle emissioni di gas
climalteranti, e si configurano, invece, come un chiaro esercizio
speculativo non solo a danno dell'ambiente ma più in generale
delle finanze pubbliche. "E in un periodo come quello che viviamo
- si legge nella petizione - in cui lo Stato sta pesantemente
ridimensionando il suo ruolo di fornitore di servizi pubblici
essenziali, come la sanità, la scuola, i trasporti pubblici e
l'acqua potabile - tanto per fare alcuni esempi - speculazioni
come questa sono socialmente inaccettabili".