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M5S: Bianchi, energia da vie d'acqua artificali, no da Alberone

21.03.2017
18:6
(ACON) Trieste, 21 mar - COM/MPB - Insieme al Comitato "Amici del torrente Alberone" questa mattina la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi ha consegnato al presidente del Consiglio regionale Franco Iacop una petizione popolare in favore dell'integrità ambientale del corso d'acqua e contro la costruzione della centrale idroelettrica in località Ieronizza nel Comune di Savogna. Con questa petizione, sottoscritta da 390 cittadini, il Comitato vuole esprimere totale contrarietà a qualsiasi progetto di derivazione del torrente Alberone.

"Sono sempre più rare le zone del Friuli Venezia Giulia che non siano state toccate da opere di sfruttamento del territorio. Per questo - sottolinea Elena Bianchi - dobbiamo batterci per preservarle e salvaguardarle. Invece che danneggiare aree ancora intatte, bisogna trovare il modo di sfruttare altre vie d'acqua, come per esempio le condotte degli acquedotti, senza impattare sull'ambiente".

Tutto è iniziato il 5 luglio del 2016 quando è stata avviata la procedura di Valutazione di impatto ambientale di un impianto idroelettrico da realizzare lungo il torrente Alberone tra le località di Savogna e Ieronizza. Il prossimo 24 marzo scade, invece, il termine per la presentazione delle osservazioni nell'ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale.

Se produrre elettricità da fonti energetiche rinnovabili è condivisibile, non lo è l'incentivazione esagerata che accompagna la realizzazione degli impianti che utilizzano queste fonti. I promotori della petizione ricordano infatti che con un prelievo forzoso sulle bollette elettriche degli utenti pari a circa 1,1-1,2 miliardi di ¿/anno, lo Stato incentiva la produzione di energia da fonte idroelettrica e grazie a queste risorse i kWh prodotti da questa fonte sono pagati 0,21 ¿/kWh, tre volte il prezzo di mercato che oscilla intorno a 0,06 0,08 ¿/kWh.

Questa situazione ha portato a un incremento esponenziale delle domande di derivazione che provocherà da un lato un deterioramento sensibile dello stato di qualità ambientale dei corsi d'acqua italiani, portando così l'Italia al non rispetto della Direttiva Acque 2000/60 e alla conseguente apertura di una procedura di infrazione, e dall'altro a un rilevante aumento della spesa pubblica non giustificato dall'incremento di produzione elettrica che si otterrebbe dalla realizzazione di questi nuovi impianti. Prese nel loro totalità le oltre 2000 derivazioni in attesa di autorizzazione in tutta Italia, una volta realizzate, andranno a coprire meno dell'1% dei consumi elettrici complessivi.

La petizione ricorda ancora che le emissioni di gas climalteranti (CO2, metano ecc.) dipendono solo per 1/3 dalla produzione di elettricità e per 2/3 da trasporti, processi produttivi e riscaldamento degli edifici. Se si vuol davvero ridurre le emissioni di questi gas bisogna spostare l'incentivo su azioni destinate all'efficientamento energetico degli edifici e delle infrastrutture, alla riorganizzazione in chiave di risparmio energetico dei processi produttivi e ad altre azioni educative volte ad un consumo consapevole. E' stato dimostrato che agendo su questi punti si potrebbe pervenire ad una riduzione delle emissioni di oltre il 30% a scala globale.

Gli impianti come quello proposto sul torrente Alberone non hanno dunque alcun ruolo nel perseguire lo scopo per cui sono incentivati, cioè la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, e si configurano, invece, come un chiaro esercizio speculativo non solo a danno dell'ambiente ma più in generale delle finanze pubbliche. "E in un periodo come quello che viviamo - si legge nella petizione - in cui lo Stato sta pesantemente ridimensionando il suo ruolo di fornitore di servizi pubblici essenziali, come la sanità, la scuola, i trasporti pubblici e l'acqua potabile - tanto per fare alcuni esempi - speculazioni come questa sono socialmente inaccettabili".