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V Comm: petizioni su minoranze e legge elettorale regionale

22.03.2017
12:50
(ACON) Trieste, 22 mar - AB - Due petizioni che chiedono pieno riconoscimento e parificazione delle lingue delle minoranze mediante una modifica normativa statutaria, e quattro proposte di legge di modifica alla normativa elettorale regionale, sono state all'attenzione della V Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Vincenzo Martines (Pd), alla presenza dell'assessore Paolo Panontin.

Rispetto alle petizioni è stata votata a larghissima maggioranza (nessun contrario, 3 astenuti) una risoluzione che non accoglie i documenti così come presentati - definiti in qualche parte eccessivi e provocatori e quindi non adeguati a un percorso legislativo istituzionale - ma che comunque sottolinea l'importanza di un tema che va discusso, sviluppato con un percorso graduale, anche legislativo, poiché ritenuto di grande importanza ai fini di una riflessione sulla riscrittura della specialità della nostra regione.

Le quattro proposte di legge, due già illustrate e due illustrate oggi, contengono soluzioni normative per modificare in alcuni punti la legge che regola l'elezione al Consiglio regionale.

Queste le principali novità contenute nei provvedimenti:

la pdl a firma Paviotti, Edera e Gregoris del Gruppo dei Cittadini intende rimuovere la disposizione che obbliga i sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti a dimettersi tre mesi prima delle elezioni; limita a due il numero dei mandati dei consiglieri regionali (oggi sono tre); introduce la doppia preferenza di genere, nel senso che dà la facoltà (non l'obbligo) all'elettore di esprimere due preferenze, che in questo caso non possono essere per candidati dello stesso genere;

la pdl della consigliera Zilli (LN) ridetermina in quattro la suddivisione delle circoscrizioni elettorali a seguito della recente soppressione del Tribunale di Tolmezzo: in pratica, le circoscrizioni sarebbero quelle di Gorizia, Pordenone e Trieste corrispondenti alle ex Province di Gorizia, Pordenone e Trieste, e quella di Udine corrispondente alla ex Provincia di Udine;

la pdl a firma lunga della maggioranza, prima a sottoscriverla la consigliera Bagatin (Pd) introduce la doppia preferenza di genere con la facoltà di espressione di due preferenze e, in questo caso, con l'obbligo di indicarne una di genere maschile e una di genere femminile, pena l'annullamento della seconda preferenza;

la pdl del MoVimento 5 Stelle, prima firmataria la consigliera Bianchi, estende i casi di ineleggibilità alla carica di consigliere regionale anche ai consiglieri comunali, provinciali, ai membri di Camera, Senato e Parlamento europeo eletti nelle circoscrizioni elettorali del FVG o di parte di esse, ma anche agli amministratori di società partecipate dalla Regione e a quelli di enti, istituti, agenzie, consorzi o aziende dipendenti dalla Regione; modifica il numero di mandati portandoli da tre a due, anche non consecutivi; prevede l'ingresso in Consiglio regionale di tutti i candidati alla presidenza della Regione (oggi solo il secondo), quando le loro liste abbiano ottenuto un numero di voti sufficienti.

La proposta di legge Pentastellata tocca anche la normativa referendaria, abbassando da 30.000 a 10.000 il numero delle firme per chiedere l'indizione di un referendum regionale; rende obbligatoria la presenza di una delegazione di promotori del referendum all'Ufficio di presidenza che svolge le operazioni di computo e controllo delle firme, oltre alla verifica della regolarità della richiesta di referendum; stabilisce che il quorum per l'approvazione del referendum si abbia con la maggioranza dei voti validamente espressi.

Questa materia, come stabilito in sede di Conferenza dei capigruppo, verrò trattata separatamente rispetto alle modifiche alla legge elettorale.

Prima di chiudere i lavori e aggiornarli alla prossima seduta per l'esame approfondito dei testi, il presidente Martines ha comunicato che se dovessero nel frattempo pervenire altre proposte di legge verranno discusse assieme a quelle depositate e ha precisato che se il Consiglio regionale dovesse approvare una nuova legge elettorale, questa potrà essere oggetto di eventuale referendum popolare; in questo caso diverrebbe operativa solo a seguito di risultato positivo della consultazione popolare.

(immagini tv)