V Comm: petizioni su minoranze e legge elettorale regionale
(ACON) Trieste, 22 mar - AB - Due petizioni che chiedono pieno
riconoscimento e parificazione delle lingue delle minoranze
mediante una modifica normativa statutaria, e quattro proposte di
legge di modifica alla normativa elettorale regionale, sono state
all'attenzione della V Commissione del Consiglio regionale,
presieduta da Vincenzo Martines (Pd), alla presenza
dell'assessore Paolo Panontin.
Rispetto alle petizioni è stata votata a larghissima maggioranza
(nessun contrario, 3 astenuti) una risoluzione che non accoglie i
documenti così come presentati - definiti in qualche parte
eccessivi e provocatori e quindi non adeguati a un percorso
legislativo istituzionale - ma che comunque sottolinea
l'importanza di un tema che va discusso, sviluppato con un
percorso graduale, anche legislativo, poiché ritenuto di grande
importanza ai fini di una riflessione sulla riscrittura della
specialità della nostra regione.
Le quattro proposte di legge, due già illustrate e due illustrate
oggi, contengono soluzioni normative per modificare in alcuni
punti la legge che regola l'elezione al Consiglio regionale.
Queste le principali novità contenute nei provvedimenti:
la pdl a firma Paviotti, Edera e Gregoris del Gruppo dei
Cittadini intende rimuovere la disposizione che obbliga i sindaci
dei Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti a
dimettersi tre mesi prima delle elezioni; limita a due il numero
dei mandati dei consiglieri regionali (oggi sono tre); introduce
la doppia preferenza di genere, nel senso che dà la facoltà (non
l'obbligo) all'elettore di esprimere due preferenze, che in
questo caso non possono essere per candidati dello stesso genere;
la pdl della consigliera Zilli (LN) ridetermina in quattro la
suddivisione delle circoscrizioni elettorali a seguito della
recente soppressione del Tribunale di Tolmezzo: in pratica, le
circoscrizioni sarebbero quelle di Gorizia, Pordenone e Trieste
corrispondenti alle ex Province di Gorizia, Pordenone e Trieste,
e quella di Udine corrispondente alla ex Provincia di Udine;
la pdl a firma lunga della maggioranza, prima a sottoscriverla la
consigliera Bagatin (Pd) introduce la doppia preferenza di genere
con la facoltà di espressione di due preferenze e, in questo
caso, con l'obbligo di indicarne una di genere maschile e una di
genere femminile, pena l'annullamento della seconda preferenza;
la pdl del MoVimento 5 Stelle, prima firmataria la consigliera
Bianchi, estende i casi di ineleggibilità alla carica di
consigliere regionale anche ai consiglieri comunali, provinciali,
ai membri di Camera, Senato e Parlamento europeo eletti nelle
circoscrizioni elettorali del FVG o di parte di esse, ma anche
agli amministratori di società partecipate dalla Regione e a
quelli di enti, istituti, agenzie, consorzi o aziende dipendenti
dalla Regione; modifica il numero di mandati portandoli da tre a
due, anche non consecutivi; prevede l'ingresso in Consiglio
regionale di tutti i candidati alla presidenza della Regione
(oggi solo il secondo), quando le loro liste abbiano ottenuto un
numero di voti sufficienti.
La proposta di legge Pentastellata tocca anche la normativa
referendaria, abbassando da 30.000 a 10.000 il numero delle firme
per chiedere l'indizione di un referendum regionale; rende
obbligatoria la presenza di una delegazione di promotori del
referendum all'Ufficio di presidenza che svolge le operazioni di
computo e controllo delle firme, oltre alla verifica della
regolarità della richiesta di referendum; stabilisce che il
quorum per l'approvazione del referendum si abbia con la
maggioranza dei voti validamente espressi.
Questa materia, come stabilito in sede di Conferenza dei
capigruppo, verrò trattata separatamente rispetto alle modifiche
alla legge elettorale.
Prima di chiudere i lavori e aggiornarli alla prossima seduta per
l'esame approfondito dei testi, il presidente Martines ha
comunicato che se dovessero nel frattempo pervenire altre
proposte di legge verranno discusse assieme a quelle depositate e
ha precisato che se il Consiglio regionale dovesse approvare una
nuova legge elettorale, questa potrà essere oggetto di eventuale
referendum popolare; in questo caso diverrebbe operativa solo a
seguito di risultato positivo della consultazione popolare.
(immagini tv)