Roma: Iacop a celebrazioni 60° Trattati costitutivi dell'attuale Ue
(ACON) Trieste, 22 mar - AB - Il presidente del Consiglio
regionale del FVG Franco Iacop, coordinatore della Conferenza dei
Consigli regionali, ha preso parte a Montecitorio alla seduta che
ha riunito il Parlamento in seduta comune, alla presenza del
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per l'apertura
delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma.
Iacop ha sottolineato l'importanza di questo primo appuntamento,
al pari di quello che vedrà sabato prossimo, nella Sala del
Campidoglio, i Capi di Stato e di Governo dei Paesi appartenenti
all'Unione europea: "quelli dei 6 paesi fondatori, il nucleo
iniziale tra cui l'Italia; quelli che si sono uniti negli anni
'80 e che sono stati accolti nella Comunità dopo aver ristabilito
il funzionamento delle Istituzioni democratiche; infine, i Paesi
più giovani, ma che sentiamo ugualmente vicini, che - a seguito
della caduta del muro di Berlino - hanno aderito a questa Unione,
accettandone i principi fondanti di democrazia, rispetto dei
diritti e solidarietà".
L'anniversario dei Trattati, a giudizio di Iacop, dev'essere
anche un momento di riflessione sul futuro dell'Unione, su ciò
che non è negoziabile e per ponderare le possibili soluzioni in
merito a scelte politiche sulle quali i Paesi non convergono, che
la Commissione ha sintetizzato negli scenari delineati nel Libro
Bianco sul futuro dell'Europa.
Queste riflessioni, in collaborazione con il Comitato delle
Regioni, i Consigli regionali italiani hanno deciso di portarle
sui propri territori, partendo dal Trentino-Alto Adige, dove la
scorsa settimana a Bolzano è stato sviluppato il primo dibattito
della campagna "Reflecting on Europe".
E sempre a Bolzano - ha ricordato Iacop - i presidenti delle
Assemblee regionali italiane hanno approvato una Dichiarazione,
in occasione del 60° dei Trattati di Roma, da cui traspaiono
l'amore per la costruzione europea e, al contempo, la
preoccupazione per il suo destino.
Molto è stato detto sulle sfide economiche, sociali e ambientali
manifestatesi simultaneamente e che hanno messo a rischio la
costruzione europea. Noi ci siamo chiesti quale valore aggiunto,
quale contributo nell'affrontare queste sfide potessimo dare. E
siamo convinti che una delle risposte sta nei territori, nelle
Regioni, nei Parlamenti regionali, che possono farsi ponte tra
cittadini e territori; siamo convinti che un'Europa forte, che
sappia rispondere alle sfide globali e unita, non è affatto in
contrasto, anzi, esiste grazie a Regioni forti, che quelle
decisioni - nel rispetto del principio di sussidiarietà - hanno
contribuito a formare, e che poi declinano in politiche
sostenibili per i territori e non invise ai cittadini.
Crediamo che l'unico modo per comunicare ai cittadini che
l'Europa non è il problema, ma la soluzione, è avvicinarli
attraverso le istituzioni rappresentative a loro più prossime, e
far sentire loro che queste istituzioni non subiscono decisioni
centralizzate e non condivise, ma sono parte del processo
decisionale.
Noi rivendichiamo il ruolo della politica di coesione, strumento
indispensabile per lo sviluppo, l'innovazione e la riduzione
delle disparità dei territori, impalcatura d'Europa. E
desideriamo un'Europa in cui sviluppo economico, innovazione e
protezione sociale vadano di pari passo, capace di incidere e
proteggere i diritti dei lavoratori, i posti di lavoro e i
redditi, e di sviluppare nuove tutele sociali comuni e
sostenibili. La stessa Europa che è chiamata ad affrontare le
questioni migratorie con lungimiranza e spirito solidale.
Non dobbiamo mai dimenticare - ha concluso Iacop - che la
Comunità europea, pur tra mille difficoltà, ha garantito un lungo
periodo di pace alle nostre generazioni. Ha potuto farlo perché
essa è il frutto dell'illuminata visione dei suoi Padri fondatori
e dei principi che li hanno ispirati, ed è anche un po' figlia
del pensiero di Luigi Einaudi, convinto europeista e del
contributo da lui dato all'elaborazione del pensiero federalista
del Novecento.