CR: no a due pdl nazionali rendicontazione spese per immigrati (3)
(ACON) Trieste, 3 apr - AB - Sono due le proposte di legge
nazionali, identiche, che contengono una modifica alla normativa
sull'accoglienza agli immigrati che imponga una rendicontazione
puntuale e dettagliata delle spese effettuate sia dai soggetti
pubblici sia da quelli privati, prevedendo che il conseguente
rimborso avvenga sulla base della spesa effettivamente sostenuta
dagli operatori e non sulla base di un rimborso forfetario
pro-capite e pro-die legato alla sola presenza dei migranti nelle
strutture allestite per l'accoglienza.
A presentarle in Aula, dopo che la VI Commissione già le aveva
respinte, i consiglieri proponenti, Mara Piccin (FI) e Luca
Ciriani (FdI/AN), mentre le relazioni sono state affidate a
Franco Codega (Pd) e Andrea Ussai (M5S).
Il fenomeno immigrazione, a cui si lega quello dell'accoglienza,
è in crescita esponenziale e determina l'impiego di molti soldi
pubblici - hanno rimarcato i proponenti - da qui la necessità di
una puntuale rendicontazione per evitare comportamenti illeciti.
Tra le motivazioni contrarie alla norma espresse da Codega, che
l'operazione non è applicabile perché interviene in regime di
appalti; compito delle prefetture è vigilare affinché il gestore
faccia fede agli impegni presi e tutti i servizi siano erogati
nel rispetto della qualità prevista, così come avviene in tutti i
bandi pubblici o nelle convenzioni con strutture private che
svolgono servizi pubblici. E' poi ingiusto fare di tutta l'erba
un fascio: in Italia ci sono oltre 2.000 enti, cooperative,
associazioni, la Caritas, che svolgono questo ruolo di
assistenza, con grande spirito di dedizione e con l'apporto di
migliaia di volontari. E' scorretto che solo per alcuni casi
venga gettata un'ombra negativa su tutto.
Come M5S, ha ribadito Ussai, siamo incondizionatamente favorevoli
alla rendicontazione puntale di ogni spesa che interessi in
denaro pubblico, ma siamo contrari a questa norma perché inutile,
trattandosi semplicemente di un copia/incolla di una proposta di
legge già depositata in Parlamento, alla quale nulla aggiunge;
inoltre, il decreto al quale si rifà era nato per risolvere
l'emergenza in Puglia nel 1995; infine, lo scopo che si prefigge
la norma è solo strumentale al discredito di enti e associazioni
che gestiscono le strutture di accoglienza. Ma il problema è
reale e quindi si ripropone in Aula l'emendamento già presentato
in Commissione, che prevede un regolamento dove individuare
criteri e modalità di utilizzo ed erogazione dei fondi, nonché di
rendicontazione delle spese effettivamente sostenute per
l'attuazione degli interventi straordinari.
L'Aula ha confermato l'orientamento della Commissione e sulle due
proposte di legge nazionali si è espressa a maggioranza per il no
(no anche all'emendamento M5S).
(immagini tv)
(segue)