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CR: no a due pdl nazionali rendicontazione spese per immigrati (3)

03.04.2017
16:15
(ACON) Trieste, 3 apr - AB - Sono due le proposte di legge nazionali, identiche, che contengono una modifica alla normativa sull'accoglienza agli immigrati che imponga una rendicontazione puntuale e dettagliata delle spese effettuate sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati, prevedendo che il conseguente rimborso avvenga sulla base della spesa effettivamente sostenuta dagli operatori e non sulla base di un rimborso forfetario pro-capite e pro-die legato alla sola presenza dei migranti nelle strutture allestite per l'accoglienza.

A presentarle in Aula, dopo che la VI Commissione già le aveva respinte, i consiglieri proponenti, Mara Piccin (FI) e Luca Ciriani (FdI/AN), mentre le relazioni sono state affidate a Franco Codega (Pd) e Andrea Ussai (M5S).

Il fenomeno immigrazione, a cui si lega quello dell'accoglienza, è in crescita esponenziale e determina l'impiego di molti soldi pubblici - hanno rimarcato i proponenti - da qui la necessità di una puntuale rendicontazione per evitare comportamenti illeciti.

Tra le motivazioni contrarie alla norma espresse da Codega, che l'operazione non è applicabile perché interviene in regime di appalti; compito delle prefetture è vigilare affinché il gestore faccia fede agli impegni presi e tutti i servizi siano erogati nel rispetto della qualità prevista, così come avviene in tutti i bandi pubblici o nelle convenzioni con strutture private che svolgono servizi pubblici. E' poi ingiusto fare di tutta l'erba un fascio: in Italia ci sono oltre 2.000 enti, cooperative, associazioni, la Caritas, che svolgono questo ruolo di assistenza, con grande spirito di dedizione e con l'apporto di migliaia di volontari. E' scorretto che solo per alcuni casi venga gettata un'ombra negativa su tutto.

Come M5S, ha ribadito Ussai, siamo incondizionatamente favorevoli alla rendicontazione puntale di ogni spesa che interessi in denaro pubblico, ma siamo contrari a questa norma perché inutile, trattandosi semplicemente di un copia/incolla di una proposta di legge già depositata in Parlamento, alla quale nulla aggiunge; inoltre, il decreto al quale si rifà era nato per risolvere l'emergenza in Puglia nel 1995; infine, lo scopo che si prefigge la norma è solo strumentale al discredito di enti e associazioni che gestiscono le strutture di accoglienza. Ma il problema è reale e quindi si ripropone in Aula l'emendamento già presentato in Commissione, che prevede un regolamento dove individuare criteri e modalità di utilizzo ed erogazione dei fondi, nonché di rendicontazione delle spese effettivamente sostenute per l'attuazione degli interventi straordinari.

L'Aula ha confermato l'orientamento della Commissione e sulle due proposte di legge nazionali si è espressa a maggioranza per il no (no anche all'emendamento M5S).

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(segue)