CR: no a mozione Autovie Venete, intervento pres. Serracchiani (4)
(ACON) Trieste, 4 apr - MPB/AB - Con 25 voti contrari della
maggioranza, e 19 voti a favore delle opposizioni, l'Aula ha
respinto la mozione 255, "Autovie Venete in house o in ANAS?"
presentata da Alessandro Colautti (AP), primo firmatario, e
sottoscritta da Riccardi (FI), Tondo (AR), Violino (Misto),
Ciriani (FdI/AN), Zilli (LN) e Sergo (M5S), con la quale si
voleva impegnare la Giunta a dare adeguata informativa al
Consiglio regionale in merito all'operazione della costituenda
Newco, al suo Statuto e ai patti parasociali e inoltre a
garantire sia un nuovo modello di controllo analogo diverso da
quello congiunto tra tutti i soci della Newco, sia che la Newco
non finisca sotto controllo di altre holding autostradali ma
rimanga a servizio della Regione FVG.
Motivo della presentazione della mozione il fatto che ci sia
stata una discussione aperta e trasparente sul futuro di Autovie
Venete. Inoltre non tutto il contenuto del protocollo era
condivisibile per i promotori della mozione che in particolare
ravvisavano l'indeterminatezza di alcune scelte, tra le quali
la quantificazione del valore di Autovie e dell'indennizzo di
subentro, la non conoscenza delle opinioni dei soci privati in
merito all'operazione, la nebulosità del protocollo circa i
contenuti dello statuto e dei patti parasociali, la motivazione
della rinuncia al controllo analogo da parte della regione FVG
considerato che tale controllo sembra spettare a tutti i tre
futuri soci in modo congiunto nonostante la partecipazione
maggioritaria del FVG al capitale della nuova concessionaria. E e
inoltre la mancanza della possibilità che la Regione possa
disimpegnarsi dalla nuova società al termine della realizzazione
della terza corsia; il ruolo di Friulia nell'emissione di
obbligazioni da parte della nuova concessionaria; il luogo in cui
verranno versate le imposte da parte della nuova società, anche
in qualità di sostituto d'imposta; il latente conflitto di
interessi tra ministero delle Infrastrutture, chiamato a
stabilire il valore di subentro in Autovie, e Anas che ha tutto
l'interesse a pagare il meno possibile per subentrare ad Autovie.
Prima del voto, l'intervento della presidente della Regione,
Debora Serracchiani, che alla fine ha invitato i proponenti al
ritiro - non accolto - della mozione.
Molti punti contenuti nella mozione non hanno le criticità
rilevate - ha esordito la presidente della Regione Debora
Serracchiani concludendo il dibattito.
Rispetto alla quantificazione del valore di Autovie Venete, ha
informato l'Aula che, assieme alla Regione Veneto, è stata
presentata al Tribunale di Trieste istanza per la designazione di
un esperto che dovrà determinare il valore delle azioni, esperto
individuato nella persona di Mario Giamporcaro, dottore
commercialista, a garanzia di trasparenza e imparzialità di
questa operazione.
E' ragionevole pensare - ha aggiunto Serracchiani - che il valore
delle azioni non si discosterà in maniera sensibile da quello del
suo patrimonio.
Quanto al valore dell'indennizzo, sarà determinato dal ministero
delle Infrastrutture e sul rapporto con i soci privati sarà
determinante ciò che stabilirà l'esperto chiesto al Tribunale.
Vi è poi nella mozione una richiesta riferita all'atto
costitutivo e allo statuto della nuova società: per questo è in
atto un lavoro di gruppo che vede assieme gli uffici tecnici e i
soggetti coinvolti.
La presidente Serracchiani ha quindi rimarcato la necessità di
dotarsi della terza corsia, perché interessa un tratto stradale
con traffico in crescita, perché si tratta di un asse importante
e strategico per raggiungere il centro e l'est europeo. Vanno in
questa stessa direzione - ha precisato - gli ingenti investimenti
per velocizzare la rete ferroviaria esistete, ma anche per
recuperare alcune tratte e per ottimizzare molto di quello che
c'è già.
Sul luogo dove verranno versate le imposte ha ribadito che la
nuova società avrà sede legale a Trieste e quindi che saranno
introitate dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Rispetto ai costi, non era pensabile che un'opera straordinaria
fosse realizzata con fondi ordinari e la legge vieta anche il suo
finanziamento solo con i pedaggi. E' stata quindi cercata
un'alleanza innanzitutto col Governo italiano e con l'Unione
europea e il fatto che un finanziamento di 600 milioni provenga
dalla Banca europea degli investimenti è il riconoscimento del
valore strategico dell'opera.
(immagini tv)
(segue)