FI: Novelli, black out ospedale UD, vigili del fuoco per emergenza
(ACON) Trieste, 7 apr - COM/MPB - "Ci è voluto un atto formale
di sindacato ispettivo per far ammettere a questa Giunta
regionale che in occasione del black out all'ospedale di Udine
che si è verificato il 21 marzo scorso l'Azienda sanitaria
universitaria integrata di Udine ha avuto bisogno dell'aiuto
esterno dei Vigili del fuoco per poter garantire la funzionalità
dei servizi. Un fatto gravissimo, visto che una struttura del
genere, che comprende anche la Centrale operativa del 118, deve
essere in grado di gestire un'emergenza del genere da sola".
Ad affermarlo il consigliere regionale di Forza Italia Roberto
Novelli a seguito della risposta dell'assessore Telesca alla sua
interrogazione con la quale chiedeva se effettivamente i
generatori di emergenza messi a disposizione dai Vigili del fuoco
non fossero mai stati utilizzati durante l'emergenza black out
del 21 marzo che ha colpito l'ospedale di Udine.
"Da notizie di stampa del 22 marzo scorso - rileva Novelli - si
apprende che il 21 marzo l'illuminazione dell'ospedale di Udine è
saltata dopo le 19.00 e che sono entrati immediatamente in
funzione i gruppi elettrogeni di emergenza che garantiscono la
funzionalità dei macchinari medici e delle sale operative. Il
quotidiano udinese riferisce anche che c'è stato un intervento
dei Vigili del fuoco che sarebbero intervenuti mettendo a
disposizione due ulteriori gruppi elettrogeni che al momento
comunque non sarebbero stati utilizzati.
"Insomma, i Vigili del fuoco sono arrivati, ma non ci sarebbe
stato bisogno del loro aiuto. Allora la domanda sorge spontanea:
il gruppo elettrogeno dell'Azienda ospedaliera ha funzionato
autonomamente e l'emergenza è stata gestita senza aiuti esterni?
"Nella sua risposta - prosegue l'esponente di Forza Italia -
l'assessore ha specificato che il 21 marzo, a seguito del black
out, sono intervenuti i sistemi di protezione, con conseguente
avvio di gruppi elettrogeni. Il gruppo elettrogeno, fornito
tempestivamente da Vigili del fuoco, è stato configurato e
attivato a supporto della Centrale operativa del 118 ed è rimasto
in funzione circa 10 minuti, fino all'avvio del gruppo
elettrogeno aziendale che ha richiesto la commutazione manuale.
Prudenzialmente il gruppo dei VVFF è stato tenuto a disposizione
delle aree critiche fino al giorno seguente.
"Minimizzare in questo modo significa non voler raccontare fino
in fondo la verità perché, come qualunque tecnico sa, c'è anche
un tempo per la predisposizione degli allacciamenti e
l'attivazione del generatore che sicuramente sarà stato di
qualche decina di minuti. E' evidente che per sapere se il
generatore sia rimasto in funzione solo 10 minuti e non di più,
bisognerebbe accedere al verbale dell'intervento fatto dai VVFF,
ma indubbiamente questo potrebbe essere imbarazzante per la
Regione.
"Anche se l'illuminazione è stata ripristinata dal personale
tecnico dell'Azienda ospedaliera, è infatti chiaro che
l'emergenza non è stata gestita autonomamente da quest'ultima. A
questo punto giunge spontanea una domanda: per quanto tempo la
centrale operativa del 118 è rimasta senza alimentazione
elettrica? E se i Vigili del Fuoco in quel momento fossero stati
impegnati in altri interventi, come ad esempio un'alluvione in
Carnia, cosa sarebbe successo? Ci sarebbe stato un black out di
ben 10 minuti in una struttura di emergenza?
"E' inaccettabile che una struttura ospedaliera non sia in grado
di gestire da sola una banale emergenza come un black out ed è
altrettanto grave - conclude Novelli - che inizialmente la
Direzione non abbia voluto ammettere che c'è stato un problema e
che sia servito l'aiuto dei VVFF per risolverla".