M5S: Ussai, ristoraz. ospedaliera in FVG, più costi, meno qualità
(ACON) Trieste, 23 apr - COM/M5S - Il MoVimento 5 Stelle Fvg
accende i fari sulle scelte fatte in merito al modello
organizzativo per la ristorazione nelle strutture sanitarie del
Friuli Venezia Giulia. "Abbiamo gettato i soldi pubblici spesi in
passato per le consulenze oppure stiamo per optare per un modello
di ristorazione ospedaliera più costoso e peggiore da un punto di
vista qualitativo? Perché la Giunta Serracchiani sta avvallando
queste scelte? Quali sono gli interessi in gioco?".
Questi i dubbi alla base di una interrogazione depositata dal
consigliere regionale del M5S Andrea Ussai.
"Vogliamo sapere se il Comitato di indirizzo dell'Ente per la
gestione accentrata dei servizi condivisi (Egas) - composto da
tutti i direttori generali degli enti del Servizio sanitario
regionale (Ssr) e dal direttore centrale della salute - abbia
effettivamente preso visione e nella giusta considerazione lo
studio sugli scenari e sulle scelte metodologiche relative ai
servizi ristorativi per le aziende del Servizio sanitario
regionale. Un lavoro - precisa Ussai - effettuato dalla
Fondazione Scuola nazionale servizi e commissionato dallo stesso
Egas, che è costato ben 36 mila euro.
"Vogliamo inoltre conoscere un altro aspetto di questa faccenda:
gli esiti dello studio intitolato "Organizzazione della
ristorazione ospedaliera in Friuli Venezia Giulia" e affidato
successivamente ad alcuni professionisti locali, sono stati
sottoscritti e accolti da tutti i componenti del gruppo di lavoro
regionale istituito proprio per redigere una proposta operativa
da sottoporre al Comitato di indirizzo di Egas?" chiede il
consigliere regionale pentastellato, che vuole fare luce anche
sull'utilizzo - a dir poco strano - delle risorse pubbliche
impiegate in questo frangente.
"Quest'ultima domanda - precisa - è più che pertinente visto che
le conclusioni del gruppo di lavoro regionale contraddicono le
risultanze emerse dallo studio effettuato dalla Fondazione.
Valutazioni diametralmente opposte - insiste Ussai - sia riguardo
all'incidenza dei costi del personale e delle materie prime sia
riguardo al miglior modello organizzativo da adottare in termini
di qualità, efficienza e sostenibilità del servizio".
"La giunta Serracchiani deve chiarire se, in considerazione
dell'importanza del progetto per gli enti del Servizio sanitario
regionale (Ssr) e dell'ingente spesa prevista per l'appalto di
fornitura (21 milioni di euro), si intenda procedere a un
ulteriore approfondimento su quale modello organizzativo di
ristorazione ospedaliera sia maggiormente adeguato alla realtà
regionale. Non vorremmo, come previsto durante la seduta del 22
settembre 2016 del Comitato di indirizzo di Egas, che si fosse
già proceduto alla stesura del capitolato della nuova gara per
l'affidamento del servizio di ristorazione ospedaliera, facendo
propri i contenuti del gruppo di lavoro che prevedevano
un'organizzazione "cook&chill" (raffreddamento veloce delle
pietanze appena cotte) con un centro regionale di produzione
unico.
"Se così fosse - attacca il consigliere pentastellato - si
sarebbe disattesa completamente la mozione n.147, presentata dal
M5S e approvata all'unanimità in Consiglio regionale il 30
settembre del 2015, che prevedeva il recepimento dei principi
europei e nazionali degli standard qualitativi, garantendo anche
la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei meccanismi
di preparazione dei pasti ospedaliere, che raccomandano di
servire pasti prodotti in "modalità espressa" in sede
ospedaliera, valorizzando l'impiego di prodotti freschi, per
garantire criteri qualitativi alti e omogenei per tutte le
strutture ospedaliere della regione.
"Quali sono le azioni di contrasto alle maggiori criticità
evidenziate nel servizio di ristorazione presso gli ospedali di
Udine e Trieste dove attualmente viene utilizzato il sistema
"cook & chill", con pasti serviti ai pazienti che vengono
acquistati in Veneto, con tecniche che consentono la produzione
addirittura anche 20 giorni prima del loro consumo?" si chiede il
consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle. "Nella relazione
della Fondazione Scuola nazionale servizi emerge, tra le varie
problematiche, quella della questione del grave
sottodimensionamento della cucina di Cattinara che impatta
negativamente sulla tipologia del sistema di produzione dei
pasti. Quali sono allora le proposte concrete per superare la
mancanza di conformità? Quali sono gli investimenti previsti?.
"Nel caso di Cattinara - conclude Ussai - è noto che molti
degenti - se possono - si facciano portare il cibo da casa, non
per sfizio ma per il fondato bisogno di nutrirsi adeguatamente.
Sono stati presi in considerazione questi elementi inammissibili
oggi in un contesto di assistenza sanitaria e di prestazioni che
devono essere di livello europeo?".