AR: Revelant, proposta di legge su utilizzo acqua dei fiumi
(ACON) Trieste, 27 apr - COM/AB - Restituire al territorio e ai
cittadini parte dei proventi derivanti dall'utilizzo dell'acqua
dei nostri fiumi. È questo l'obiettivo della proposta di legge
presentata dal consigliere regionale di AR Roberto Revelant,
condivisa dall'intero centro destra.
Un utilizzo corretto, responsabile e soprattutto territoriale
dell'idroelettrico può garantire un gettito extra di 10 milioni
di euro. Con queste risorse, la montagna potrebbe iniziare un
percorso di ripresa, rimettendo in moto un'economia di scala. La
rifioritura del tessuto socio economico passa anche e soprattutto
dall'acqua.
La proposta di legge intende colmare un vuoto normativo, in
attesa che lo Stato, incalzato dall'Europa, emani regolamenti ad
hoc per disciplinare i rinnovi delle grandi derivazioni. Il
settore della concessioni idroelettriche annaspa da 16 anni in un
mare di incertezze normative e precarietà legislative a tutto
vantaggio dei concessionari attuali.
La proposta di legge darebbe una risposta molto significativa,
azionando tre leve.
Oggi le grandi derivazioni, gestite da proprietà extraregionali,
generano quasi il 70% della produzione idroelettrica del Friuli
Venezia Giulia. Si propone quindi di introdurre un canone
aggiuntivo e uno ambientale a carico dei concessionari delle
grandi derivazioni (come avvenuto nella Regione Abruzzo dal 2013)
del valore complessivo di 57 euro per Kw di potenza, che a regime
potrebbe portare, nel caso lo Stato continuasse a essere
inadempiente, circa 7,5 milioni di euro all'anno.
Il secondo punto della norma consiste nel riconoscere le
cooperative storiche (Secab e Idroelettrica Fornese) garantendo
continuità d'esercizio.
Infine, occorre creare un Fondo speciale per le misure destinate
alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio montano.
In sintesi, quello che si recupererebbe dall'acqua,
complessivamente un'ulteriore somma non inferiore ai 10 milioni
di euro, resterebbe in montagna per gli investimenti.