Ricostruzione Friuli: documento Ass. consiglieri FVG e Ass. sindaci
(ACON) Trieste, 3 mag - COM/MPB - L'Associazione dei
consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia assieme
all'Associazione Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione
ha presentato a Udine, nella sede della Regione, il documento
"Ricostruzione del Friuli: riflessioni e proposte", elaborato
congiuntamente.
Un'iniziativa - hanno spiegato i presidenti dei due sodalizi
Dario Barnaba Fabio e Di Bernardo - di piena attualità, proprio a
ridosso del 41° anniversario del sisma del 1976, per ricordare
ancora una volta l'importanza che nella riuscita della
ricostruzione ha avuto il ricorso all'istituto della delega da
parte dello Stato alla Regione e con la facoltà di quest'ultima
di avvalersi degli enti locali. Un'autentica novità, che davvero
può essere considerata la madre di tutte quelle scelte che nel
loro insieme hanno formato quello che conosciamo come Modello
Friuli.
Così il documento elaborato punta a non far rimanere circoscritta
quell'esperienza, ma a trarre indicazioni per il futuro, a
partire da una memoria che non deve esaurire la sua forza ma sia
in grado di trasmettere alle nuove generazioni i valori che
l'hanno caratterizzata.
In questo senso la fase dell'emergenza e della ricostruzione,
seppur collegate, vengono declinate distintamente, considerando
una serie di passaggi cruciali in cui una accorta e costante
politica della spesa si coniuga con le esigenze della sicurezza
sismica degli edifici; ma anche si realizza un costruttivo
rapporto tra Regione e Università di Udine, e un nuovo rapporto
tra Regione e Autonomie locali.
Un rapporto, quest'ultimo, da attuare anche per comparti di
materie, che in tal modo gioverebbe alla valorizzazione
dell'intero nostro sistema istituzionale: una tale scelta
riformista - hanno evidenziato - costituirebbe inoltre un
positivo utilizzo della nostra specialità e potrebbe essere
d'esempio per altre Regioni.
Perchè il ben riuscito Modello Friuli di ricostruzione post
sismica non ha trovato, al di là delle parole, applicazioni nei
sismi successivi in Italia? - è la domanda che si sono posti i
sindaci e consiglieri nell'elaborare il documento.
Se è vero che ogni terremoto e ricostruzione hanno proprie
specificità derivanti dalle caratteristiche del territorio, delle
comunità che lo abitano e della realtà politica, istituzionale e
culturale locale, vanno anche valutate le nostre carenze nella
divulgazione. Il Museo Tiere Motus e il centro di documentazione
sul terremoto e la ricostruzione, situati a Venzone, sono realtà
integrate in grado di dare una proiezione nazionale e
internazionale del Modello Friuli e stanno alla base di un
progetto divulgativo che deve coinvolgere in iniziative
coordinate tutti soggetti che si occupano di terremoto e
ricostruzione. Importante sarà l'Esercitazione antisismica
internazionale (Seismic emergency response management -
International training school) in programma a Portis di Venzone.
Ma fondamentale in tutto ciò è il valore della democrazia - hanno
sottolineato Barnaba e Di Bernardo - che è elemento cardine di
quel processo in cui si sviluppò il ruolo della politica, dei
partiti, delle forme sociali e produttive, della Chiesa friulana;
una rete di protezione e partecipazione sociale capace di
ascoltare, valorizzare le idee, fare sintesi, orientare le scelte
e le leggi.
Per questo il documento all'analisi unisce una serie di
indicazioni concrete invitando la Regione a rappresentare allo
Stato alcuni punti prioritari: fare proprie le parti sostanziali
del cosiddetto Modello Friuli, con un provvedimento quadro che
valga da riferimento per il futuro nel caso di nuove calamità
sismiche; mettere in sicurezza gli immobili nelle zone a rischio
sismico; dotarsi di un proprio piano pluriennale per la sicurezza
sismica nelle aree ora sismiche; assumere iniziative tese a
conservare la memoria; dare corso al trasferimento di funzioni di
gestione al sistema delle autonomie locali.