M5S: Bianchi, Mediocredito, votato no ad aumento capitale
(ACON) Trieste, 29 mag - COM/MPB - "Abbiamo votato contro
l'aumento di capitale di Mediocredito perché è quanto mai
necessario un ragionamento serio sulle partecipazioni pubbliche a
società che operano nel mercato: la commistione pubblico/privato
deve finire perché sempre queste operazioni si riducono alla
privatizzazione degli utili e alla condivisione fra i cittadini
delle perdite".
La consigliera regionale Elena Bianchi ha motivato in Aula le
ragioni del MoVimento 5 Stelle, l'unica forza politica ad aver
votato contro l'aumento di capitale per Banca Mediocredito Fvg.
"La Regione non era azionista di maggioranza di Mediocredito - ha
ricordato Bianchi -; lo è diventata a seguito di successivi e
reiterati necessari aumenti di capitale che gli altri soci
privati, non hanno ritenuto opportuno sottoscrivere. Molto
probabilmente sarà così anche questa volta con la possibilità -
finora solo accennata - di portare la quota regionale oltre al
58%. L'ingresso di un 'partner industriale' potrà aver senso
nella logica di funzionamento della banca, ma la Regione non può
rischiare ulteriori fuoriuscite per riparare gli esperimenti
fatti nel passato da altri. Bisogna valutare bene invece se lo
strumento "banca" può essere utile allo sviluppo di questa
regione. Se è così - come noi crediamo sia così - si operi allora
perché Mediocredito rimanga nelle mani della Regione. Se invece
non è più utile allo sviluppo della Regione, allora lo si lasci
libero di correre felice nel mercato. Non dobbiamo permettere,
infatti, che quanto avvenuto in passato, possa ripetersi di nuovo
a danno della collettività.
"Lo Stato - ha spiegato Bianchi - nasce come esigenza di
protezione e regolazione della natura sociale dell'uomo e ha per
oggetto il cittadino, e non può abdicare da questa funzione. Lo
Stato, rappresentato in questo caso dalla Regione, deve mantenere
il focus su queste due necessità fondamentali: protezione e
regolazione. E i dati che emergono anche dalla relazione
approvata recentemente sul primo anno di applicazione della
Misura attiva di sostegno al reddito sono devastanti: 14.102
nuclei famigliari beneficiari riferiti a 38.410 persone in 12
mesi, con un importo erogato di 47.945.030 di euro. Davanti a
queste cifre, risanare una banca pubblica con 17,8 milioni di
euro più altri 54,9 milioni di euro, per poi cederla al mercato,
è un insulto nei confronti di tutte queste persone e rappresenta
l'atto finale di una "resa alla logica del mercato". Un mercato
privo di logica come abbiamo visto bene nelle recenti e numerose
crisi bancarie".