FI: Novelli, violenza sulle donne in costante aumento
(ACON) Trieste, 13 giu - COM/RCM - Promuovere e sostenere sul
territorio regionale, comprese le carceri, la realizzazione di
appositi interventi di recupero e accompagnamento rivolti agli
autori di violenza di genere, soprattutto di violenza domestica,
per limitare la recidiva favorendo l'adozione di comportamenti
non violenti nelle relazioni interpersonali.
E' questo il contenuto della proposta di legge che va a
modificare la legge regionale 17/2000 sui progetti antiviolenza e
l'istituzione di centri per donne in difficoltà, presentata dal
consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli (primo
firmatario) alla III Commissione consiliare. Il progetto era
stato presentato in Aula e poi ritirato, accogliendo la richiesta
della maggioranza di redigere un testo unificato.
"Purtroppo nel nostro Paese e non solo - rileva Novelli - la
violenza sulle donne è in costante aumento. Dall'ultima indagine
dell'Istat sulla violenza contro le donne dentro e fuori la
famiglia emerge che sono 6.788.000 le donne in Italia che hanno
subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di
violenza fisica o sessuale: il 31,5% aventi tra i 16 e i 70 anni,
quasi una su tre.
"Un fenomeno - prosegue l'esponente di Forza Italia - in crescita
anche in FVG: nel 2015, la rete antiviolenza della nostra regione
ha assistito 1.274 donne, contro le 1.087 del 2014, con un trend
rimane crescente nel quadriennio (nel 2011 i casi furono 856).
Dal rapporto regionale emerge che le assistite hanno un'età
compresa fra i 30 e i 50 anni (59,18%) e sono in coppia con figli
(44,65%). La violenza viene commessa entro le mura domestiche dal
coniuge (43,87%), in prevalenza un adulto di 41-50 anni.
"Appare quindi evidente - continua Novelli - che si tratta
purtroppo di un problema molto diffuso e in costante ascesa, che
deve essere affrontato da molteplici punti di vista. Da qui la
proposta di inserire un ulteriore articolo alla legge regionale
sui centri antiviolenza in FVG che prevede la realizzazione di
interventi di prevenzione di comportamenti violenti e
l'attivazione di interventi per il recupero e l'accompagnamento
dei soggetti responsabili di atti di violenza, per far cessare i
comportamenti violenti e di contrastare la negazione della
responsabilità maschile e i valori legittimanti della violenza di
genere.
"Si tratta di interventi a carattere psicologico,
socio-educativo, relazionale, culturale, psicoterapeutico e
psichiatrico e realizzati solo a condizione che siano
prioritariamente garantiti la sicurezza, il supporto e i diritti
umani delle vittime, nonché stabiliti e attuati in stretto
coordinamento con i centri antiviolenza, escludendo
l'applicazione di qualsiasi tecnica di mediazione tra l'autore di
violenza e la vittima, e assicurando la separatezza dei due
percorsi. Il tutto - conclude Novelli - solo su adesione
volontaria del soggetto interessato, fatta salva l'acquisizione
delle autorizzazioni di competenza dell'autorità giudiziaria
procedente, qualora previste".