M5S: Sergo, rigettare licenziamenti legati a contratti illegittimi
(ACON) Trieste, 23 giu - COM/CMC - "Anche in Friuli Venezia
Giulia i contratti di affitto di ramo d'azienda stipulati dalle
singole attività negli outlet e nei centri commerciali, che
prevedono di licenziare i dipendenti alla fine del contratto,
vanno rigettati. Si tratta di contratti dichiarati illegittimi
già da tre sentenze della magistratura, che costringono i
negozianti a licenziare i propri dipendenti prima di restituire
il ramo d'azienda alla proprietà, invece di fare ciò che prevede
l'art. 2112 del codice civile: i dipendenti devono continuare a
lavorare nel centro commerciale".
A lanciare questo appello è il capogruppo del MoVimento 5 Stelle
in Consiglio regionale Cristian Sergo che da sempre tiene alta la
guardia su questi temi. A gennaio il gruppo del M5S in Consiglio
regionale aveva infatti reso pubblica l'indagine della Guardia di
Finanza e della Procura di Gorizia che, partendo da un caso
specifico riguardante il Tiare di Villesse, aveva messo in forte
dubbio la validità degli affitti di ramo d'azienda imposti dai
centri commerciali ai piccoli negozi.
"Il trucco - spiega Sergo - è semplice. Attraverso il sistema
dell'affitto del ramo d'azienda, chi subentra nel negozio
preferisce assumere nuovo personale quasi sempre con contratti
precari e con i benefici solo per lui e non certo per i
lavoratori del "Jobs-act". Un sistema, finalmente, definito
illegittimo anche dallo stesso ministero del Lavoro. Il governo,
rispondendo a una interrogazione del deputato M5S Claudio
Cominardi che chiedeva di tutelare le posizioni lavorative del
personale dipendente della Saldarini Srl, ha ribadito infatti che
il rapporto di lavoro, in base a più pronunciamenti della
Cassazione, debba proseguire con la proprietà del Centro e che il
lavoratore debba conservare tutti i diritti.
"Da tempo monitoriamo la situazione anche nella nostra regione -
rileva il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle -. Stiamo
cercando di capire anche quanto queste pratiche illegittime
stiano costando sia ai lavoratori che si ritrovano ingiustamente
per strada dopo la chiusura di un negozio, sia alle casse dello
Stato e della Regione. Basti ricordare che se si licenzia un
dipendente ci sono danni incalcolabili per tutta la società e
anche per la Regione che, ad esempio, eroga contributi alle
imprese per assumere nuovamente queste persone, ma tutto ciò non
sarebbe necessario. Si fa questo - aggiunge - solo per permettere
alla grande distribuzione di essere sempre più competitiva
rispetto ai piccoli negozi di vicinato.
"Per tutte queste motivazioni invitiamo i lavoratori che stanno
per essere licenziati di verificare se i loro datori di lavoro
hanno stipulato un affitto di ramo d'azienda e di rifiutare il
licenziamento e gli ammortizzatori sociali. È un loro diritto,
sancito dal Codice civile oltre che dalla normativa comunitaria -
conclude Sergo -, continuare infatti a lavorare in quel centro
commerciale".