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CR: presidente Iacop, 70° emendamento Tessitori Regione FVG (4)

27.06.2017
13:43
(ACON) Trieste, 27 giu - MPB - Settant'anni fa, esattamente il 27 giugno 1947 - l'Assemblea Costituente approvò la proposta emendativa al testo costituzionale presentata da Tiziano Tessitori che riconobbe al Friuli Venezia Giulia lo statuto speciale di autonomia.

Il Consiglio regionale ha fatto memoria di quel momento della nostra storia con una celebrazione nell'Aula consiliare durante la quale sono stati ricordati l'impegno politico e l'intensa attività istituzionale del senatore Tessitori a favore della Regione e della sua specialità.

"Con quell'atto - ha esordito il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop - venne formalmente concepita la nostra Regione Autonoma anche se dovettero trascorrere altri 15 anni abbondanti perchè vedesse concretamente la luce. Oggi celebriamo quel risultato determinante per la nostra Storia e, ricordando la complessa situazione di quel momento storico, comprendiamo la lungimiranza del pensiero e dello sguardo politico di colui che è riconosciuto come il padre della nostra Regione".

Il profilo storico e umano è stato poi delineato anche attraverso il ricordo del nipote Michele Meloni Tessitori, che ha parlato a nome della famiglia, e la lectio curata dalla storica friulana Lucia Comelli che dal 2015 si occupa dell'inventariazione e dello studio delle Carte Tessitori custodite nel Liceo classico Stellini di Udine.

"Tessitori - ha detto Iacop - conseguì quel risultato dopo aver aperto il confronto sull'autonomismo friulano già nel luglio del 1945 con tre articoli pubblicati sul quotidiano "Libertà" del Comitato di Liberazione nazionale e con la fondazione dell'Associazione per l'autonomia friulana. Una posizione, la sua, che traeva forza anche dall'incarico conferitogli dal presidente del Consiglio De Gasperi di illustrare alla Costituente la posizione regionalista della Democrazia Cristiana nella stesura della carta costituzionale, con le autonomie regionali, e soprattutto quelle speciali, che vengono pensate come correttivo all'esasperato centralismo statale portato al suo culmine nel ventennio fascista. E non dimentichiamo che in questo stesso contesto nacque anche l'articolo 6 della Costituente sulla tutela delle minoranze linguistiche che poi rimase inattuato per cinquant'anni fatta eccezione per le parziali attuazioni riconosciute alla Valle d'Aosta e all'Alto Adige.

"Negli articoli pubblicati nel luglio del 1945, poco più di due mesi dopo la Liberazione, Tiziano Tessitori manifesta apertamente il proprio pensiero su alcune questioni dirimenti quali: la contrarietà alla politica statale centralizzatrice e alla conseguente uniformità legislativa; la riforma dello Stato in senso autonomistico costruito sulle Regioni e sui Comuni con le Province abolite, e alle quali si mantenevano alcune funzioni come organi burocratici delle Regioni; il riconoscimento del Friuli come entità regionale nella "buona battaglia" da condurre nella riforma dello Stato italiano sul piano del decentramento dei poteri.

"L'istanza autonomista si saldava con gli interessi preminenti di carattere internazionale legati al trattato di pace e la Regione si sarebbe dovuta chiamare Friuli Venezia Giulia. La contrarietà espressa nella seconda Sottocommissione da socialisti e comunisti venne contestata apertamente da Pier Paolo Pasolini, convinto regionalista che sosteneva come "in una regione così cosciente di sé come la friulana¿¿ si distrugge lo spirito nazionalistico, e si coltivano problemi come il federalismo europeo".

"Il 1° febbraio 1947 - ha proseguito - la Commissione dei 75 per la Costituzione prese in esame la Regione Friuli Venezia Giulia e in quella sede per la prima volta affiorò l'ipotesi di dare al Friuli uno Statuto Speciale. Tiziano Tessitori si inserì nel dibattito sull'articolo 108 emendando la proposta dell'on.Pecorari di Trieste che prevedeva l'istituzione della Regione "giulio-friulana e di Zara". Propose il mantenimento della denominazione Friuli - Venezia Giulia prendendo atto delle condizioni poste dal Trattato di pace che lasciava all'Italia soltanto una piccola parte della Venezia Giulia.

"Quanto ai motivi che giustificavano la concessione dello statuto speciale - ha ricordato ancora il presidente Iacop -, Tessitori non riteneva sufficiente il riferimento alle minoranze linguistiche della Regione tanto che nel suo intervento in Aula sottolineava, "ritengo sia necessario e politicamente opportuno una distensione nei rapporti internazionali ¿.¿.offrendo ai nuovi amministratori una organizzazione che possa servire come strumento di pacificazione con il popolo vicino". Parlando "da italiano e da friulano alla massima assemblea del mio paese, parlo con la sensibilità che il mio popolo friulano ha dei rapporti con il mondo slavo¿¿.. le mire espansionistiche saranno superate quando sapremo dare attraverso la regione autonoma prova della nostra decisa volontà di collaborazione tra i popoli" ".

"Dopo l'approvazione, Tessitori riconobbe che il risultato fu un compromesso rispetto alla primitiva proposta di autonomia per il Friuli che veniva unito alla Venezia Giulia, una scelta che ancor oggi solleva confronti e dibattiti, ma che egli assunse come l'unica opportunità che si poteva cogliere per affermare l'unicità e la specialità della dimensione territoriale Friul - Giuliana, in ciò confortato dalla adesione di Don Sturzo a questa aspirazione.

"Tessitori, con la finezza d'intuito che gli era propria e con l'autorevolezza che gli derivava dalla lunga militanza politica e dalla riconosciuta indipendenza di giudizio, aveva saputo esprimere - ha concluso Iacop - sentimenti e attese dell'elettorato friulano, e più in generale le aspettative di autonomia e di autodeterminazione delle identità storico - culturali e delle popolazioni di questa complessa porzione d'Italia.

(foto, immagini tv)

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