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FI: Riccardi, 70 anni dopo la battaglia è per unità regionale

27.06.2017
17:36
(ACON) Trieste, 27 giu - COM/RCM - "La storia dell'emendamento Tessitori è una storia che parla di un pericolo scampato e di un'occasione mancata: il pericolo di diventare una provincia veneta, rispetto alla cui possibilità Tiziano Tessitori seppe mettere in campo tutta la sua autorevolezza, abilità politica e capacità di sensibilizzazione sul tema dell'autonomia; dall'altro, l'occasione mancata di permettere al territorio, come avrebbe voluto lo stesso Tessitori, di definirsi istituzionalmente attorno alle proprie peculiarità e particolarità linguistiche, storiche e culturali".

Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, in riferimento alla celebrazione per l'approvazione, settant'anni fa, dell'emendamento Tessitori per l'istituzione della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

"L'occasione mancata - prosegue il capogruppo - servì a scongiurare il pericolo di un inglobamento nel Veneto e fu imboccata la strada che a distanza di 15 anni, nel 1963, avrebbe portato all'istituzione della nostra Regione a statuto speciale.

"E così - continua Riccardi - dall'unico compromesso possibile, è nata la Regione speciale del Friuli-Venezia Giulia (quella col trattino). Oggi la battaglia per il Friuli Venezia Giulia (senza trattino) e la sua specialità è delicata e decisiva come in quegli anni dell'immediato dopoguerra, e richiede uno sforzo pari se non superiore a quello che i padri della Regione seppero mettere nella sua creazione.

"Ma se dobbiamo difendere i nostri interessi dalle pressioni esterne, romane o europee che siano - precisa il consigliere -, soprattutto nell'ambito di un'Unione europea che abbandona i territori di confine a una concorrenza sleale in termini di disparità fiscali e di costo del lavoro, dobbiamo anche e soprattutto essere in grado di gestire le tensioni fisiologiche che la Regione vive al suo interno, dalla posizione chiave nei rapporti con la Slovenia rappresentata da Gorizia al ruolo strategico di Trieste e del Porto nell'ambito dell'Alto Adriatico, dalla centralità di Udine alla vocazione produttiva e manifatturiera di tutta l'area del pordenonese.

"In questo senso - insiste l'esponente di Forza Italia - le direttrici su cui deve reggere la tenuta della Regione sono il rapporto tra Friuli e Trieste e quello tra Udine e Pordenone. E le tensioni che possono innescarsi in questo quadro devono essere, quindi, incanalate in un circuito virtuoso di stimolo e collaborazione. Senza dimenticare che, se l'identità rappresenta un patrimonio di ricchezza per il nostro territorio, gli interessi del proprio orticello rischiano di mettere a rischio l'unità del territorio.

"Occorre oggi fare in modo che il Friuli Venezia Giulia (soprattutto dopo che il trattino è caduto) trovi elementi di coesione e faccia delle dialettiche interne un'occasione di forza, confronto ed energia da spendere all'esterno con ruolo di protagonista nell'ambito degli equilibri di cui essere il baricentro", conclude Riccardi.