FI: Riccardi, 70 anni dopo la battaglia è per unità regionale
(ACON) Trieste, 27 giu - COM/RCM - "La storia dell'emendamento
Tessitori è una storia che parla di un pericolo scampato e di
un'occasione mancata: il pericolo di diventare una provincia
veneta, rispetto alla cui possibilità Tiziano Tessitori seppe
mettere in campo tutta la sua autorevolezza, abilità politica e
capacità di sensibilizzazione sul tema dell'autonomia;
dall'altro, l'occasione mancata di permettere al territorio, come
avrebbe voluto lo stesso Tessitori, di definirsi
istituzionalmente attorno alle proprie peculiarità e
particolarità linguistiche, storiche e culturali".
Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale,
Riccardo Riccardi, in riferimento alla celebrazione per
l'approvazione, settant'anni fa, dell'emendamento Tessitori per
l'istituzione della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
"L'occasione mancata - prosegue il capogruppo - servì a
scongiurare il pericolo di un inglobamento nel Veneto e fu
imboccata la strada che a distanza di 15 anni, nel 1963, avrebbe
portato all'istituzione della nostra Regione a statuto speciale.
"E così - continua Riccardi - dall'unico compromesso possibile, è
nata la Regione speciale del Friuli-Venezia Giulia (quella col
trattino). Oggi la battaglia per il Friuli Venezia Giulia (senza
trattino) e la sua specialità è delicata e decisiva come in
quegli anni dell'immediato dopoguerra, e richiede uno sforzo pari
se non superiore a quello che i padri della Regione seppero
mettere nella sua creazione.
"Ma se dobbiamo difendere i nostri interessi dalle pressioni
esterne, romane o europee che siano - precisa il consigliere -,
soprattutto nell'ambito di un'Unione europea che abbandona i
territori di confine a una concorrenza sleale in termini di
disparità fiscali e di costo del lavoro, dobbiamo anche e
soprattutto essere in grado di gestire le tensioni fisiologiche
che la Regione vive al suo interno, dalla posizione chiave nei
rapporti con la Slovenia rappresentata da Gorizia al ruolo
strategico di Trieste e del Porto nell'ambito dell'Alto
Adriatico, dalla centralità di Udine alla vocazione produttiva e
manifatturiera di tutta l'area del pordenonese.
"In questo senso - insiste l'esponente di Forza Italia - le
direttrici su cui deve reggere la tenuta della Regione sono il
rapporto tra Friuli e Trieste e quello tra Udine e Pordenone. E
le tensioni che possono innescarsi in questo quadro devono
essere, quindi, incanalate in un circuito virtuoso di stimolo e
collaborazione. Senza dimenticare che, se l'identità rappresenta
un patrimonio di ricchezza per il nostro territorio, gli
interessi del proprio orticello rischiano di mettere a rischio
l'unità del territorio.
"Occorre oggi fare in modo che il Friuli Venezia Giulia
(soprattutto dopo che il trattino è caduto) trovi elementi di
coesione e faccia delle dialettiche interne un'occasione di
forza, confronto ed energia da spendere all'esterno con ruolo di
protagonista nell'ambito degli equilibri di cui essere il
baricentro", conclude Riccardi.