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CR: ddl sviluppo sistema territoriale, rel. minoranza Dal Zovo (5)

28.06.2017
15:54
(ACON) Trieste, 28 giu - RCM - Soluzione tampone, non sistematica, che porterà nuovi problemi anziché risolvere quelli attuali o quantomeno semplificare la vita di cittadini e operatori.

Questo il commento di Ilaria Dal Zovo (M5S) al ddl 218 sullo sviluppo del territorio, che poi spiega: "Ci si riferisce non solo all'assenza di una relazione tecnico-finanziaria di diverse disposizioni che incidono sul bilancio regionale e ai dubbi di legittimità costituzionale di alcune modifiche a dir poco ardite in materia di distanze (pareti finestrate) e procedure di regolarizzazione degli interventi in zona sismica, ma anche a delle precisazioni alle procedure vigenti (soprattutto in materia di varianti urbanistiche di livello comunale) che sembrano dettate più per sollevare gli uffici pubblici da questioni applicative puntuali a loro esclusivo carico, piuttosto che essere sostenute da concrete esigenze di semplificazione a favore dei cittadini".

La relatrice di minoranza entra, poi, nel merito dei dragaggi: "Stiamo per approvare una legge che dovrebbe fare chiarezza sulle attività di manutenzione delle vie di navigazione, ovvero sui dragaggi. Si interviene per semplificare le procedure e accelerarle, ma queste procedure e queste semplificazioni sono già state abbondantemente utilizzate per la realizzazione dei lavori urgenti dei lavori di dragaggio del fiume Corno. Infatti, per completarli sono servite sei perizie di variante più lavori complementari affidati cinque mesi fa ma che ancora devono iniziare, nonostante l'affidamento diretto degli stessi alle medesime imprese.

"Desta, inoltre, perplessità la norma che prevede accordi con soggetti privati titolari o gestori di marine o di porti e approdi turistici, anche tra loro consorziati, per l'attuazione in via ordinaria da parte degli stessi di interventi manutentivi dei canali marittimi e delle vie di navigazione interna di competenza regionale: tali convenzioni darebbero ai privati la facoltà di scegliere il soggetto realizzatore dell'opera, senza dover sottostare al rispetto delle procedure di scelta del contraente previste dalla normativa vigente.

"In materia di sviluppo delle infrastrutture portuali, si prevede l'avvio di un progetto sperimentale consistente in un servizio intermodale ferroviario di trasporto di bramme di ferro tra i porti della regione e le aziende utilizzatrici situate nelle zone industriali di interesse regionale (D1), finalizzato alla riduzione del traffico su strada e all'incremento della connessa sicurezza. Nulla di più condivisibile; attendiamo però ancora di sapere se questo andrà a interagire con le convenzioni con le ferrovie e se, per la sua concreta attuazione, gli operatori saranno lasciati in balia degli eventi.

"Per la conformazione degli strumenti urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, la disposizione proposta indica genericamente le procedure della legge regionale in materia urbanistica, senza indicare specificamente quale, un tanto perché forse la Regione dovrebbe essere in grado di stabilire se tale procedura di mera conformazione possa essere soggetta esclusivamente alle cosiddette varianti non sostanziali di cui alla LR 21/2015 (e apporre alla medesima legge le eventuali necessarie integrazioni), o anche o solamente alla procedura ordinaria di cui alla LR 5/2007.

"In materia edilizia, pur condividendo l'impianto generale delle modifiche alla LR 19/2009 in recepimento alle norme semplificatorie introdotte a livello nazionale nel 2016, si assiste ad alcune estensioni dei limiti dimensionali non coerenti con i principi generali enunciati. Ad esempio le tettoie realizzabili in attività libera passano da 20 a 25 metri quadrati (senza valutare che invece le metrature stabilite dalle norme regionali di settore per la stabilità sono ben inferiori), utilizzando lo stesso limite volumetrico delle pertinenze (ma volume e superficie coperta non sono proprio equiparabili sotto il profilo dimensionale). Si estende inoltre la facoltà di pavimentazione di aree per parcheggio, che passerà dagli attuali 20 mq ai proposti 100 mq per unità immobiliare, misura eccessiva in considerazione che uno stallo di parcheggio è pari a 12,5 mq. Probabilmente la Giunta intende sopperire alla cronica assenza di posti auto delle nostre città, peccato che tale problema non si risolva pavimentando le residue aree verdi pertinenziali private.

Per gli interventi in zona industriale, si prevedono lavori che già rientrano nella definizione di manutenzione e quindi già eseguibili in attività libera, come se la particolare destinazione d'uso comportasse modifiche al regime generale o richiedesse puntualizzazioni diverse rispetto agli interventi eseguibili in tutte le altre zone (è bene ricordare che un volume tecnico resta un volume tecnico, sia esso destinato ad accogliere meccanismi di un ascensore di un condominio residenziale ovvero, come proposto ora dalla Giunta, per accogliere interruttori elettrici, valvole di intercettazione fluidi, ecc.).

Anche la puntuale indicazione degli interventi soggetti a comunicazione asseverata non tiene conto che il d.lgs. 222/2016 ha trasformato la comunicazione di inizio lavori asseverata in fattispecie residuale, con la conseguenza che non è più necessaria una loro puntuale indicazione in legge, ma semmai - in caso di sussistenza di concrete esigenze di chiarezza risulta più opportuna una loro individuazione non tassativa in regolamento (come fatto a suo tempo per la precedente fattispecie residuale, la Scia).

Il Piano casa del centrodestra, tanto criticato e opposto dal centrosinistra nella precedente legislatura, ora non solo viene portato a vessillo della maggioranza, ma anche reso definitivo in assenza di una pianificazione territoriale regionale che porti ad attualità le oramai superate previsioni di Purg.

L'applicazione a tutte le destinazioni urbanistiche e la possibilità dell'ampliamento in corpo distaccato (intervento ricondotto dalla giurisprudenza tra le nuove costruzioni), non pare in linea con il contenimento di consumo di suolo tanto perseguito dalla Giunta. L'alibi della facoltà per il Comune di modularne o vietarne l'efficacia mediante delibera consiliare o variante di livello comunale secondo le procedure della legge regionale 21/2015, non solo non risolve le problematiche sottese ma porterebbe ad ulteriori sperequazioni tra territori e cittadini, perseguendo pertanto obiettivi diametralmente opposti a quelli previsti dalla legge.

Purtroppo questo non è l'unico intervento in materia di Piano Casa, prevedendo che anche le varianti in corso d'opera presentate entro il 18 dicembre 2017 vengono fatte salve per poter assentire gli interventi in deroga, con conseguente estensione a ulteriori tre anni, e senza effettivo inizio dei lavori, delle disposizioni di deroga.

Infine, riprendendo le disposizioni in materia di varianti di livello comunale di cui alla LR 21/2015, in molti hanno evidenziato l'inopportunità di estenderne le previsioni (che evidentemente vanno a ridurre i suoli agricoli esistenti) senza l'introduzione della cosiddetta clausola di invarianza o di misure compensative. Istituto di certa competenza dello strumento di pianificazione territoriale regionale, ma che per le già denunciate ragioni di inerzia, andrebbe perlomeno introdotto in misura interinale all'interno della legge, che oltretutto persegue, anche se solo sulla carta, la riduzione del consumo di suolo.

(immagini tv)

(segue)