CR: ddl sviluppo sistema territoriale, rel. minoranza Dal Zovo (5)
(ACON) Trieste, 28 giu - RCM - Soluzione tampone, non
sistematica, che porterà nuovi problemi anziché risolvere quelli
attuali o quantomeno semplificare la vita di cittadini e
operatori.
Questo il commento di Ilaria Dal Zovo (M5S) al ddl 218 sullo
sviluppo del territorio, che poi spiega: "Ci si riferisce non
solo all'assenza di una relazione tecnico-finanziaria di diverse
disposizioni che incidono sul bilancio regionale e ai dubbi di
legittimità costituzionale di alcune modifiche a dir poco ardite
in materia di distanze (pareti finestrate) e procedure di
regolarizzazione degli interventi in zona sismica, ma anche a
delle precisazioni alle procedure vigenti (soprattutto in materia
di varianti urbanistiche di livello comunale) che sembrano
dettate più per sollevare gli uffici pubblici da questioni
applicative puntuali a loro esclusivo carico, piuttosto che
essere sostenute da concrete esigenze di semplificazione a favore
dei cittadini".
La relatrice di minoranza entra, poi, nel merito dei dragaggi:
"Stiamo per approvare una legge che dovrebbe fare chiarezza sulle
attività di manutenzione delle vie di navigazione, ovvero sui
dragaggi. Si interviene per semplificare le procedure e
accelerarle, ma queste procedure e queste semplificazioni sono
già state abbondantemente utilizzate per la realizzazione dei
lavori urgenti dei lavori di dragaggio del fiume Corno. Infatti,
per completarli sono servite sei perizie di variante più lavori
complementari affidati cinque mesi fa ma che ancora devono
iniziare, nonostante l'affidamento diretto degli stessi alle
medesime imprese.
"Desta, inoltre, perplessità la norma che prevede accordi con
soggetti privati titolari o gestori di marine o di porti e
approdi turistici, anche tra loro consorziati, per l'attuazione
in via ordinaria da parte degli stessi di interventi manutentivi
dei canali marittimi e delle vie di navigazione interna di
competenza regionale: tali convenzioni darebbero ai privati la
facoltà di scegliere il soggetto realizzatore dell'opera, senza
dover sottostare al rispetto delle procedure di scelta del
contraente previste dalla normativa vigente.
"In materia di sviluppo delle infrastrutture portuali, si prevede
l'avvio di un progetto sperimentale consistente in un servizio
intermodale ferroviario di trasporto di bramme di ferro tra i
porti della regione e le aziende utilizzatrici situate nelle zone
industriali di interesse regionale (D1), finalizzato alla
riduzione del traffico su strada e all'incremento della connessa
sicurezza. Nulla di più condivisibile; attendiamo però ancora di
sapere se questo andrà a interagire con le convenzioni con le
ferrovie e se, per la sua concreta attuazione, gli operatori
saranno lasciati in balia degli eventi.
"Per la conformazione degli strumenti urbanistici comunali al
Piano paesaggistico regionale, la disposizione proposta indica
genericamente le procedure della legge regionale in materia
urbanistica, senza indicare specificamente quale, un tanto perché
forse la Regione dovrebbe essere in grado di stabilire se tale
procedura di mera conformazione possa essere soggetta
esclusivamente alle cosiddette varianti non sostanziali di cui
alla LR 21/2015 (e apporre alla medesima legge le eventuali
necessarie integrazioni), o anche o solamente alla procedura
ordinaria di cui alla LR 5/2007.
"In materia edilizia, pur condividendo l'impianto generale delle
modifiche alla LR 19/2009 in recepimento alle norme
semplificatorie introdotte a livello nazionale nel 2016, si
assiste ad alcune estensioni dei limiti dimensionali non coerenti
con i principi generali enunciati. Ad esempio le tettoie
realizzabili in attività libera passano da 20 a 25 metri quadrati
(senza valutare che invece le metrature stabilite dalle norme
regionali di settore per la stabilità sono ben inferiori),
utilizzando lo stesso limite volumetrico delle pertinenze (ma
volume e superficie coperta non sono proprio equiparabili sotto
il profilo dimensionale). Si estende inoltre la facoltà di
pavimentazione di aree per parcheggio, che passerà dagli attuali
20 mq ai proposti 100 mq per unità immobiliare, misura eccessiva
in considerazione che uno stallo di parcheggio è pari a 12,5 mq.
Probabilmente la Giunta intende sopperire alla cronica assenza di
posti auto delle nostre città, peccato che tale problema non si
risolva pavimentando le residue aree verdi pertinenziali private.
Per gli interventi in zona industriale, si prevedono lavori che
già rientrano nella definizione di manutenzione e quindi già
eseguibili in attività libera, come se la particolare
destinazione d'uso comportasse modifiche al regime generale o
richiedesse puntualizzazioni diverse rispetto agli interventi
eseguibili in tutte le altre zone (è bene ricordare che un volume
tecnico resta un volume tecnico, sia esso destinato ad accogliere
meccanismi di un ascensore di un condominio residenziale ovvero,
come proposto ora dalla Giunta, per accogliere interruttori
elettrici, valvole di intercettazione fluidi, ecc.).
Anche la puntuale indicazione degli interventi soggetti a
comunicazione asseverata non tiene conto che il d.lgs. 222/2016
ha trasformato la comunicazione di inizio lavori asseverata in
fattispecie residuale, con la conseguenza che non è più
necessaria una loro puntuale indicazione in legge, ma semmai - in
caso di sussistenza di concrete esigenze di chiarezza risulta più
opportuna una loro individuazione non tassativa in regolamento
(come fatto a suo tempo per la precedente fattispecie residuale,
la Scia).
Il Piano casa del centrodestra, tanto criticato e opposto dal
centrosinistra nella precedente legislatura, ora non solo viene
portato a vessillo della maggioranza, ma anche reso definitivo in
assenza di una pianificazione territoriale regionale che porti ad
attualità le oramai superate previsioni di Purg.
L'applicazione a tutte le destinazioni urbanistiche e la
possibilità dell'ampliamento in corpo distaccato (intervento
ricondotto dalla giurisprudenza tra le nuove costruzioni), non
pare in linea con il contenimento di consumo di suolo tanto
perseguito dalla Giunta. L'alibi della facoltà per il Comune di
modularne o vietarne l'efficacia mediante delibera consiliare o
variante di livello comunale secondo le procedure della legge
regionale 21/2015, non solo non risolve le problematiche sottese
ma porterebbe ad ulteriori sperequazioni tra territori e
cittadini, perseguendo pertanto obiettivi diametralmente opposti
a quelli previsti dalla legge.
Purtroppo questo non è l'unico intervento in materia di Piano
Casa, prevedendo che anche le varianti in corso d'opera
presentate entro il 18 dicembre 2017 vengono fatte salve per
poter assentire gli interventi in deroga, con conseguente
estensione a ulteriori tre anni, e senza effettivo inizio dei
lavori, delle disposizioni di deroga.
Infine, riprendendo le disposizioni in materia di varianti di
livello comunale di cui alla LR 21/2015, in molti hanno
evidenziato l'inopportunità di estenderne le previsioni (che
evidentemente vanno a ridurre i suoli agricoli esistenti) senza
l'introduzione della cosiddetta clausola di invarianza o di
misure compensative. Istituto di certa competenza dello strumento
di pianificazione territoriale regionale, ma che per le già
denunciate ragioni di inerzia, andrebbe perlomeno introdotto in
misura interinale all'interno della legge, che oltretutto
persegue, anche se solo sulla carta, la riduzione del consumo di
suolo.
(immagini tv)
(segue)