News


CR: ddl agricoltura, caccia e pesca, relatrice minoranza Piccin (10)

29.06.2017
16:03
(ACON) Trieste, 29 giu - RCM - "Una omnibus in materia di risorse agricole, forestali, ittiche e di attività venatoria non è di per sé cosa semplice".

Il commento è della seconda relatrice di minoranza al ddl n. 220, Mara Piccin (FI), che afferma la non urgenza del provvedimento e la mancanza di una pianificazione con obiettivi definiti.

In tema di agricoltura - ha detto la Piccin all'Aula -, siamo perplessi circa la disposizione transitoria sui contributi già concessi all'interno del Piano dello sviluppo rurale e il vincolo di destinazione d'uso previsto per gli agriturismi ridotto da dieci a cinque anni. Si comprendono la motivazione, ma i dubbi circa la compatibilità di tali modifiche con i principi e le regole di sana gestione delle risorse pubbliche permangono.

Quanto alla caccia, per la Piccin il provvedimento "contiene alcune norme che vanno nella giusta direzione, ma diversi nervi rimangono ancora scoperti, quale il problema della governance dell'attività venatoria e i rilievi di incostituzionalità dell'associazione unica dei cacciatori". Il suo voto in II Commissione è stato contrario alle norme "per trasferire la competenza in materia di formazione dei cacciatori alle associazioni venatorie. A livello di sistema, condividiamo il principio secondo il quale la Regione, in tema di gestione venatoria, mantenga la funzione programmatoria, di monitoraggio e controllo. La gestione amministrativa della caccia, che fino a due anni fa era svolta dalle Provincie, rimane senza eredi: le Uti per incompetenza formale e la Regione per incompetenza sostanziale. Vi sono, poi, motivazioni di natura giuridico-amministrativa: venendo meno l'obbligatorietà dei corsi, i candidati potrebbero prepararsi anche privatamente, ciò potrebbe comportare che si trovino ad avere un bagaglio di conoscenze diseguale a seconda di dove e con chi decidano di formarsi.

"Per quanto attiene ai corsi abilitativi per la caccia agli ungulati, che prevedono il rilascio di un titolo che viene spesso utilizzato per richiedere l'equipollenza ad altre amministrazioni regionali o provinciali al fine di cacciare gli ungulati in selezione o in battuta in altre regioni, le corrispondenti amministrazioni competenti chiedono al FVG note tecniche in riferimento alle dichiarazioni sostitutive che i cacciatori fanno riguardanti gli argomenti trattati nei corsi, il monte ore ed eventuali esercitazioni pratiche svolte. Si pone, quindi, il problema di come un ente pubblico possa prendersi la responsabilità di certificare e garantire che un'associazione abbia svolto un determinato programma formativo e in più in linea con i dettami Ispra, come di fatto richiesto dalla normativa". Inoltre, la Piccin segnala l'incongruenza di prevedere contributi alle associazioni dopo che si è tolta l'obbligatorietà di tali corsi.

Non da ultimo, la relatrice segnala che "per quanto concerne le norme in materia di recupero di fauna selvatica ferita con l'ausilio dei recuperatori abilitati, a febbraio scorso è stata depositata la proposta di legge n. 188, a firma della sottoscritta, sulla quale la Giunta non ha posto la benché minima attenzione. E avrei gradito che avesse anche solo letto il progetto di legge n. 65, depositato il 30 settembre 2014 sempre dalla sottoscritta, avente ad oggetto l'Istituto regionale per la fauna selvatica, perché rivendica la competenza nei rapporti con lo Stato".

(immagini tv)

(segue)