CR: ddl agricoltura, caccia e pesca, relatrice minoranza Piccin (10)
(ACON) Trieste, 29 giu - RCM - "Una omnibus in materia di
risorse agricole, forestali, ittiche e di attività venatoria non
è di per sé cosa semplice".
Il commento è della seconda relatrice di minoranza al ddl n. 220,
Mara Piccin (FI), che afferma la non urgenza del provvedimento e
la mancanza di una pianificazione con obiettivi definiti.
In tema di agricoltura - ha detto la Piccin all'Aula -, siamo
perplessi circa la disposizione transitoria sui contributi già
concessi all'interno del Piano dello sviluppo rurale e il vincolo
di destinazione d'uso previsto per gli agriturismi ridotto da
dieci a cinque anni. Si comprendono la motivazione, ma i dubbi
circa la compatibilità di tali modifiche con i principi e le
regole di sana gestione delle risorse pubbliche permangono.
Quanto alla caccia, per la Piccin il provvedimento "contiene
alcune norme che vanno nella giusta direzione, ma diversi nervi
rimangono ancora scoperti, quale il problema della governance
dell'attività venatoria e i rilievi di incostituzionalità
dell'associazione unica dei cacciatori". Il suo voto in II
Commissione è stato contrario alle norme "per trasferire la
competenza in materia di formazione dei cacciatori alle
associazioni venatorie. A livello di sistema, condividiamo il
principio secondo il quale la Regione, in tema di gestione
venatoria, mantenga la funzione programmatoria, di monitoraggio e
controllo. La gestione amministrativa della caccia, che fino a
due anni fa era svolta dalle Provincie, rimane senza eredi: le
Uti per incompetenza formale e la Regione per incompetenza
sostanziale. Vi sono, poi, motivazioni di natura
giuridico-amministrativa: venendo meno l'obbligatorietà dei
corsi, i candidati potrebbero prepararsi anche privatamente, ciò
potrebbe comportare che si trovino ad avere un bagaglio di
conoscenze diseguale a seconda di dove e con chi decidano di
formarsi.
"Per quanto attiene ai corsi abilitativi per la caccia agli
ungulati, che prevedono il rilascio di un titolo che viene spesso
utilizzato per richiedere l'equipollenza ad altre amministrazioni
regionali o provinciali al fine di cacciare gli ungulati in
selezione o in battuta in altre regioni, le corrispondenti
amministrazioni competenti chiedono al FVG note tecniche in
riferimento alle dichiarazioni sostitutive che i cacciatori fanno
riguardanti gli argomenti trattati nei corsi, il monte ore ed
eventuali esercitazioni pratiche svolte. Si pone, quindi, il
problema di come un ente pubblico possa prendersi la
responsabilità di certificare e garantire che un'associazione
abbia svolto un determinato programma formativo e in più in linea
con i dettami Ispra, come di fatto richiesto dalla normativa".
Inoltre, la Piccin segnala l'incongruenza di prevedere contributi
alle associazioni dopo che si è tolta l'obbligatorietà di tali
corsi.
Non da ultimo, la relatrice segnala che "per quanto concerne le
norme in materia di recupero di fauna selvatica ferita con
l'ausilio dei recuperatori abilitati, a febbraio scorso è stata
depositata la proposta di legge n. 188, a firma della
sottoscritta, sulla quale la Giunta non ha posto la benché minima
attenzione. E avrei gradito che avesse anche solo letto il
progetto di legge n. 65, depositato il 30 settembre 2014 sempre
dalla sottoscritta, avente ad oggetto l'Istituto regionale per la
fauna selvatica, perché rivendica la competenza nei rapporti con
lo Stato".
(immagini tv)
(segue)