M5S: Dal Zovo, attività venatorie, depotenziato Corpo forestale
(ACON) Trieste, 2 lug - COM/MPB - "È piena di incongruenze la
legge approvata ieri dal Consiglio regionale. Alcune delle quali
saranno sicuramente impugnate dalla Corte costituzionale. Le più
gravi sono l'ampliamento del periodo e dell'orario di caccia al
cinghiale due ore prima del sorgere del sole e quattro ore dopo
il tramonto e la possibilità data ai cacciatori di sopprimere gli
ungulati feriti a seguito di incidente stradale. Animali che
diventeranno di proprietà della riserva dove l'animale viene
trovato, quando invece, per legge, sono patrimonio indisponibile
dello Stato".
È molto critica la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle
Ilaria Dal Zovo sul disegno di legge n. 220, con il Titolo IV in
materia di attività venatoria.
"Tra le altre disposizioni a nostro avviso inaccettabili
diventate legge - aggiunge Dal Zovo - troviamo anche
l'eliminazione del divieto di utilizzo del cane segugio entro 1
km dalle aree protette e la libertà d'immissione del cosiddetto
"pronta caccia". Pratica assurda che prevede la liberazione di
diversi esemplari di animali, solitamente fagiani, per poi
cacciarli. Uccelli che, di solito, vengono liberati di sera e
cacciati la mattina seguente. Inoltre sarà possibile cacciare in
modo tradizionale anche su terreni coperti da neve in zona
faunistica, quando per gli animali è molto difficile nascondersi,
e viene fatto divieto al Corpo forestale regionale di controllare
i tesserini di caccia. Controllo che potrà essere effettuato solo
durante l'attività venatoria. Assurdo, veramente assurdo, che un
ente pubblico titolare di un organo di vigilanza, quale il Corpo
forestale regionale, continui, ogni volta che gli si presenta la
possibilità, a depotenziare il proprio organo.
"La nuova norma regionale consente poi di uccidere fino a 25
colombacci per giornata di caccia quando prima il limite era di 5
uccelli. Di fatto - attacca la consigliera pentastellata - è
stato modificato il calendario venatorio che indica l'inizio e il
termine della stagione venatoria, le specie cacciabili, il
regolamento di caccia e le modalità di caccia. Modifica che molto
probabilmente sarà oggetto di ricorso da parte dello Stato.
Ricordiamo che la Corte costituzionale si è infatti già espressa
più volte - anche nei confronti di regioni a statuto speciale -
sancendo l'obbligatorietà del parere dell'Ispra sugli atti di
pianificazione venatoria e l'illegittimità dell'utilizzo dello
strumento "legge" in luogo dell'atto amministrativo per
l'articolazione dei calendari venatori".
"A nostro avviso, compito di una amministrazione regionale
dovrebbe essere quello di far sedere attorno a un tavolo gli
attori coinvolti: corpo forestale, cacciatori, associazioni
ambientaliste, uffici che si occupano di tematiche di protezione
della fauna, di biodiversità e di attività venatoria, consiglieri
regionali. Solo, infatti, attraverso un comitato ristretto o una
sottocommissione, priva di pregiudizi e preclusioni, si poteva
mettere in campo una vera riforma organica su questa materia.
Percorso che non si è voluto intraprendere. Questa legge
allontanerà ancora di più i mondi che ruotano attorno a questa
materia, rendendo vani gli sforzi fatti da tempo.
"Rimaniamo basiti dal fatto - conclude Dal Zovo - che tutti siano
consapevoli che queste modifiche siano state introdotte solo da
alcuni rappresentanti del mondo venatorio e che questi cacciatori
ringrazino la presidente della Regione Debora Serracchiani per
aver portato avanti le loro richieste".
MPB