CR: assestamento 2017, relazione minoranza Cargnelutti (7)
(ACON) Trieste, 18 lug - RCM - Manovra caratterizzata da un
approccio notarile nell'individuazione delle poste, calcoli
elettorali, nessun intervento strategico e di ampio respiro ma
suddivisione di poste in tanti canali contributivi a disposizione
delle direzioni regionali, per il secondo relatore di minoranza
del ddl n. 223, Paride Cargnelutti (AP).
Approviamo questo assestamento di bilancio nel mese di luglio - è
il primo attacco di Cargenlutti - sapendo che nel Protocollo
d'intesa Stato-Regione sottoscritto a ottobre 2014 (il cosiddetto
Patto Serracchiani-Padoan) prevede che le parti si impegnino a
rinegoziare, entro il 30 giugno 2017, il contenuto del protocollo
d'intesa di ottobre 2010 quanto al contributo a carico della
Regione riferito alle annualità successive al 2017. Ebbene nulla
sembra accaduto o sia a conoscenza del Consiglio regionale.
L'incertezza in tema di relazioni finanziarie tra Stato e Regione
per il 2018 - ha aggiunto - si intravede anche nel fatto che nel
Documento di economia e finanza regionale (Defr) per l'anno 2018
presentato all'Aula dalla Giunta manca la parte (politiche
regionali) in questione. Come è possibile approvare la manovra
estiva senza sapere ciò che spetta in futuro alla Regione in
merito?
Il consigliere rileva, poi, che il concorso in termini di
indebitamento netto previsto nel 2018 a carico della Regione
ammonta a circa 1.338 milioni, pertanto aumenta rispetto
all'analogo valore del 2017 di circa 215 milioni. Gli
accantonamenti sull'entrata della Regione a valere sul bilancio
2018 ammontano a circa 889 milioni, con un aumento rispetto al
corrispondente valore dell'esercizio 2017 di circa 120 milioni.
In totale, quindi, ci sono 345 milioni da recuperare dal bilancio
regionale.
Annunciamo in questa sede - ha detto il relatore di minoranza -
che presenteremo una mozione per porre la discussione sul fatto
che il Consiglio regionale non può decidere senza conoscere quale
sarà la via intrapresa dalla Regione per rinegoziare il patto con
lo Stato e quali riflessi avrà sul futuro bilancio.
Tra i punti del ddl 223 meno chiari, Cargnelutti sottolinea la
riforma delle autonomie locali che ha effetti anche su questo
assestamento di bilancio: "I contributi alle Uti per il fondo
unitario per lo sviluppo di aree vasta pari a 12 milioni sono in
grado di rispondere veramente a tutta l'area di riferimento o
solo ai Comuni aderenti?". Inoltre, con questa manovra nessuna
risposta viene data a coloro che vogliono entrare nel mondo del
lavoro.
Per serietà e correttezza - chiosa - è necessario verificare non
solo l'andamento della spesa, ma se i rinvii alla legge di
stabilità sono in sintonia con gli indirizzi delle leggi si
settore. Questo disegno di legge contiene decisioni che vedono i
consiglieri chiamati a ratificare scelte senza neanche prevedere
un passaggio in Commissione del regolamento che stabilirà i
requisiti per assegnare le risorse (ad esempio i contributi
finalizzati alla riqualificazione del territorio del Distretto
della sedia, da destinarsi agli 11 Comuni in esso ricompresi, per
talune tipologie di interventi e, per altri più specifici, ai
soli Comuni di Manzano e San Giovanni al Natisone) o altre scelte
puntuali (ad esempio i 700.000 euro per l'Azienda pubblica per i
servizi alla persona "La Quiete" di Udine) che non sono scelte di
continuità, bensì politiche.
L'obiettivo primario deve essere quello di rafforzare e tutelare
la nostra specialità e autonomia, che in questo ddl non vediamo.
(immagini tv)
(segue)