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M5S: Ussai, 112 e 118, riforma sanitaria da rigenerare dalle basi

14.08.2017
09:05
(ACON) Trieste, 14 ago - COM/AB - "Le affermazioni dell'assessore Telesca, la quale sostiene che con la Centrale unica del 118 e l'avvio del 112 "cresce l'appropriatezza e si riducono i tempi di intervento" sono un mix di ignoranza, arroganza e mistificazione".

Il consigliere regionale del M5S Andrea Ussai commenta così i primi dati forniti dalla Giunta Serracchiani dall'attivazione del Nue.

"Tutti i professionisti del settore sanno che prima di applicare il nuovo Piano dell'emergenza urgenza nelle province di Gorizia e Trieste non si rilevavano criticità che invece erano presenti nelle province di Udine e Pordenone, in particolare nei comuni montani. Ora è ovvio - spiega Ussai - che l'aumento del numero dei mezzi (quattro), tra l'altro solo nelle ore diurne (7-21), possa avere giovato sui tempi di soccorso a livello regionale, ma nulla si dice sui tempi medi di soccorso (dallo squillo al Nue all'arrivo sul target) per codici gialli e rossi suddivisi per singola provincia e sulle variazione rispetto a situazione di gestione precedente, dati che qualche settimana fa abbiamo provveduto a chiedere ufficialmente alla Direzione salute e nemmeno sulla percentuale di utilizzo del nuovo programma per il "dispatch" rispetto a totale chiamate e sulla percentuale globale (regionale) di corrispondenza tra codice assegnato con "dispatch" e codice di rientro, dove c'è il forte sospetto che vi sia una sopravvalutazione della gravità".

"Perché, nonostante le telefonate siano quasi la metà, gli operatori di centrale operativa generano maggiori missioni? C'è una criticità a livelli di mole di lavoro per gli operatori di centrale operativa sanitaria? Significa forse che i professionisti chiamati a lavorare in questo contesto sono nettamente sotto numero con tutte le conseguenze che possiamo immaginare in termini di rischio nella gestione delle missioni di soccorso? Oppure trattasi di ordine di scuderia per cui si devono comunque generare missioni per non incorrere in ripercussioni legali?" chiede Ussai.

"Ciò significa, comunque, che aumenta il rischio di non ottemperare in modo adeguato all'invio del mezzo di soccorso nei caso di necessità. Infatti il numero di mezzi sanitari non è infinito e se un mezzo è già impegnato, non può prestare altra missione di soccorso. L'assessore parla di un 71,7% di ottemperamento degli standards temporali nei codici più gravi ovvero solo di 7 caso su 10. Gli altri 3 casi gravi ricevono un soccorso tardivo - attacca il consigliere del M5S. E' questa una reale ammissione di colpa che può innescare problematiche importanti per la salute dei cittadini che evidentemente non hanno lo stesso diritto alla salute in almeno 3 casi su 10. La norma recita chiaramente che i tempi di soccorso nei codici gravi devono essere di 8 minuti in ambito urbano e di 20 minuti in ambito extraurbano, il nostro sistema di emergenza non garantisce questi numeri per cui è fuori legge".

"Senza parlare del fatto che tra i codici gravi alcuni hanno la facoltà di ricevere completamente un soccorso medico-infermieristico adeguato, altri hanno solo l'infermiere senza la presenza del medico, altri solo il medico con un équipe non professionale costituita da volontari o addirittura, nel caso che tutti i mezzi siano impegnati, solo volontari soccorritori (anche su questo abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti)".

"Sono numeri che, ancora una volta raccontano di una riforma fallimentare fatta contro qualsiasi standard scientifico, che mette a rischio i cittadini e gli operatori. Una riforma - conclude Ussai - da rigenerare dalle basi".