M5S: Ussai, 112 e 118, riforma sanitaria da rigenerare dalle basi
(ACON) Trieste, 14 ago - COM/AB - "Le affermazioni
dell'assessore Telesca, la quale sostiene che con la Centrale
unica del 118 e l'avvio del 112 "cresce l'appropriatezza e si
riducono i tempi di intervento" sono un mix di ignoranza,
arroganza e mistificazione".
Il consigliere regionale del M5S Andrea Ussai commenta così i
primi dati forniti dalla Giunta Serracchiani dall'attivazione del
Nue.
"Tutti i professionisti del settore sanno che prima di applicare
il nuovo Piano dell'emergenza urgenza nelle province di Gorizia e
Trieste non si rilevavano criticità che invece erano presenti
nelle province di Udine e Pordenone, in particolare nei comuni
montani. Ora è ovvio - spiega Ussai - che l'aumento del numero
dei mezzi (quattro), tra l'altro solo nelle ore diurne (7-21),
possa avere giovato sui tempi di soccorso a livello regionale, ma
nulla si dice sui tempi medi di soccorso (dallo squillo al Nue
all'arrivo sul target) per codici gialli e rossi suddivisi per
singola provincia e sulle variazione rispetto a situazione di
gestione precedente, dati che qualche settimana fa abbiamo
provveduto a chiedere ufficialmente alla Direzione salute e
nemmeno sulla percentuale di utilizzo del nuovo programma per il
"dispatch" rispetto a totale chiamate e sulla percentuale globale
(regionale) di corrispondenza tra codice assegnato con "dispatch"
e codice di rientro, dove c'è il forte sospetto che vi sia una
sopravvalutazione della gravità".
"Perché, nonostante le telefonate siano quasi la metà, gli
operatori di centrale operativa generano maggiori missioni? C'è
una criticità a livelli di mole di lavoro per gli operatori di
centrale operativa sanitaria? Significa forse che i
professionisti chiamati a lavorare in questo contesto sono
nettamente sotto numero con tutte le conseguenze che possiamo
immaginare in termini di rischio nella gestione delle missioni di
soccorso? Oppure trattasi di ordine di scuderia per cui si devono
comunque generare missioni per non incorrere in ripercussioni
legali?" chiede Ussai.
"Ciò significa, comunque, che aumenta il rischio di non
ottemperare in modo adeguato all'invio del mezzo di soccorso nei
caso di necessità. Infatti il numero di mezzi sanitari non è
infinito e se un mezzo è già impegnato, non può prestare altra
missione di soccorso. L'assessore parla di un 71,7% di
ottemperamento degli standards temporali nei codici più gravi
ovvero solo di 7 caso su 10. Gli altri 3 casi gravi ricevono un
soccorso tardivo - attacca il consigliere del M5S. E' questa una
reale ammissione di colpa che può innescare problematiche
importanti per la salute dei cittadini che evidentemente non
hanno lo stesso diritto alla salute in almeno 3 casi su 10. La
norma recita chiaramente che i tempi di soccorso nei codici gravi
devono essere di 8 minuti in ambito urbano e di 20 minuti in
ambito extraurbano, il nostro sistema di emergenza non garantisce
questi numeri per cui è fuori legge".
"Senza parlare del fatto che tra i codici gravi alcuni hanno la
facoltà di ricevere completamente un soccorso
medico-infermieristico adeguato, altri hanno solo l'infermiere
senza la presenza del medico, altri solo il medico con un équipe
non professionale costituita da volontari o addirittura, nel caso
che tutti i mezzi siano impegnati, solo volontari soccorritori
(anche su questo abbiamo fatto una richiesta di accesso agli
atti)".
"Sono numeri che, ancora una volta raccontano di una riforma
fallimentare fatta contro qualsiasi standard scientifico, che
mette a rischio i cittadini e gli operatori. Una riforma -
conclude Ussai - da rigenerare dalle basi".