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AR-FI-AP: Ppr, 4mila pagine ma mancano atti, pronti a ricorrere

28.08.2017
14:23
(ACON) Trieste, 28 ago - COM/MPB - "Semplicemente, non abbiamo le carte per fare le valutazioni del caso. Giunta e maggioranza hanno portato in Commissione un piano paesaggistico senza alcuni allegati, definiti "pilastri" nel piano stesso. Ma, in assenza di elementi ulteriori, saremo costretti a valutare ogni iniziativa per ricorrere e invalidare la delibera della Giunta Serracchiani. Non vorremmo assistere a una riedizione del caso Uti".

Così Roberto Revelant (Autonomia Responsabile), Riccardo Riccardi (capogruppo di Forza Italia) e Alessandro Colautti (capogruppo di Alternativa Popolare), nell'annunciare battaglia contro "un documento indeterminato e incompleto, nonostante le sue 4mila pagine. Mancano le "schede dei beni dichiarati di notevole interesse pubblico" e le linee guida che regoleranno consumo del territorio, qualificazione ambientale e paesaggistica delle infrastrutture, la localizzazione e la progettazione degli impianti energetici. Temi, cioè di capitale importanza".

I consiglieri continuano, spiegando il "no" categorico del centrodestra: "Ci aspettavamo illustrazioni dettagliate e risposte esaustive in Commissione: invece, abbiamo ricevuto repliche vaghe e del tutto inadeguate. Teniamo a chiarire un concetto: questa non è l'assemblea del Pd dove basta qualche slide, questo è un Consiglio regionale, che deve essere messo nelle condizioni di capire per decidere nella maniera più opportuna".

Continuano i consiglieri di centrodestra: "Imbarazzante l'improvvisazione palesata oggi dalla maggioranza. Pazzesco che la Giunta abbia già adottato preliminarmente con una delibera questo strumento evidentemente manchevole di pilastri fondamentali. Come si può procedere con un piano paesaggistico senza sapere esattamente cosa prevede? È come se un cittadino pretendesse di ottenere l'autorizzazione a costruire una nuova casa, presentando una documentazione incompleta, senza disegni. Quale Comune darebbe l'ok?".

Revelant, Riccardi e Colautti evidenziano altresì le criticità legate al rapporto tra Regione e Stato: "Si minano le competenze primarie in tema di urbanistica che sono ancora in campo alla Regione, perché i vincoli paesaggistici sono materia di competenza nazionale e hanno ricadute sull'urbanistica. Un piano senza gli elementi fondanti che si approva solo per la frettolosità imposta da un assessore che vuole riuscire ad approvarlo entro la legislatura per dire che ha centrato il suo obiettivo e perché lo ha promesso a Roma".

Infine, i consiglieri del centrodestra attaccano "una Giunta che tratta i consiglieri di maggioranza come passacarte, e una sinistra succube della presidente, che ubbidisce agli ordini della Giunta e tace. Delle due, l'una: o i consiglieri sanno le cose prima, e quindi usano canali impropri, o si limitano a fare gli impiegati degli assessori tecnici".