Pd-Ssk: Gabrovec, sloveno seconda lingua a scuola è opportunità
(ACON) Trieste, 5 set - COM/AB - "Stupisce e spiace molto dover
leggere le reazioni negative della destra triestina a ogni
ipotesi di previsione di introduzione dell'insegnamento della
lingua e cultura slovena nelle scuole italiane. Il ministro
Valeria Fedeli è stata molto chiara: ha parlato della semplice
'possibilità' di introdurre lo sloveno come 'seconda lingua
straniera' laddove lo richiedano le stesse famiglie. Parliamo
quindi di un'opportunità da cogliere da parte di chi ne ravvisi
l'interesse, mai di un'imposizione. Se vogliamo, una buona
occasione affinché i giovani possano crescere con un'infarinatura
leggermente più complessa della storia e della cultura di questo
crocevia d'Europa".
Ad affermarlo è il consigliere regionale della Slovenska
skupnost/Pd e vicepresidente del Consiglio regionale Igor
Gabrovec, che aggiunge:
"Chi si scaglia contro lo sloveno evidentemente vive con lo
sguardo rivolto al passato, quando le rispettive identità
linguistiche, culturali e nazionali erano motivo di scontro,
anche feroce. Quando gli sloveni era "s'ciavi" e niente di più.
Gli sloveni di queste terre sono invece autoctoni da almeno
quindici secoli, da sempre perfettamente (almeno) bilingui. Hanno
subito in particolare nel secolo scorso persecuzioni e
umiliazioni di ogni tipo. Basti pensare al fascismo che già nel
luglio 1920 - ancora prima di salire al potere - incendiava e
distruggeva impunemente il Narodni dom, allora centro
polifunzionale sloveno, dell'odierna via Filzi a Trieste. Ne
seguì una scia di sangue che sfociò in una vera e propria pulizia
etnica, con la proibizione dell'uso della lingua slovena nelle
scuole, nella vita pubblica e perfino nelle chiese, con
l'italianizzazione forzata dei nomi, cognomi e toponimi sloveni,
per arrivare all'incarcerazione e all'assassinio di quanti si
opponevano a tutto ciò ancora prima dello scoppio della Seconda
Guerra mondiale".
"A chi in questi giorni si scaglia con furore contro l'ipotesi di
prevedere l'insegnamento facoltativo della lingua e della cultura
slovena consiglierei la lettura di qualche opera dello scrittore
triestino e sloveno Boris Pahor, che a 104 anni continua a
testimoniare con energia, perseveranza e ostinazione cosa abbia
significato e cosa significhi tutt'oggi essere uomini liberi e
europei in una splendida e gloriosa città di nome
Trieste-Trst-Triest".