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Crpo: occupazione femminile, l'esperienza delle imprenditrici (4)

23.09.2017
13:27
(ACON) Udine, 23 set - RCM - Dopo le introduzioni da parte dei rappresentanti istituzionali sui temi base del convegno e di Elisabetta Tigani Sava, coordinatrice del gruppo "Lavoro, impresa, formazione, conciliazione dei tempi e Istruzione" della Commissione regionale pari opportunità, Elena Pasqualetto, docente di Diritto del Lavoro all'Università di Padova, si è soffermata sul lavoro e sulla carriera delle donne alla prova delle nuove flessibilità previste dal Jobs Act. L'essere donna - ha detto - è ancora poco spendibile per trovare lavoro nelle aziende; il sistema delle nostre leggi le tutela solo quando si parla di lavoro a tempo pieno e indeterminato, in realtà frena l'assunzione delle giovani. Più che a fare carriera, purtroppo spesso la donna punta a raggiungere almeno una stabilizzazione della propria posizione. Che alla donna vada garantita la serenità psicologica è un bel concetto rimasto solo sulla carta.

Il punto di vista delle categorie sulle opportunità delle giovani lavoratrici, è stato l'argomento trattato da Filomena Avolio, presidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato FVG, da Maria Grimaldi, direttrice di Confindustria Udine, e da Antonella Popolizio, presidente di Federmoda Pordenone.

La Avolio si è soffermata sul fatto che resta un problema aperto la conciliazione tra vita familiare e vita professionale, anche perché la cura dei familiari è un aspetto del lavoro femminile a cui spesso non si dà importanza perché si dà per scontato che sia la donna a portarla avanti. Manca, poi, a livello regionale, una legge che tenga conto delle diverse età delle donne lavoratrici, età che determinano differenti difficoltà da superare. Il FVG, regione molto piccola rispetto ad altre italiane, vanta una occupazione femminile dell'autoimpiego dalle percentuali interessanti. Guardando anche alle generazioni future, il lavoro - ha aggiunto la Avolio - è quello che ciascuno di noi deve potersi creare.

La Grimaldi ha, poi, detto di cosa significhi pari opportunità per le giovani donne, con uno sguardo anche all'Europa. Quella dell'impiego è una materia per cui dobbiamo usare molto pragmatismo - ha proseguito, affermando che il processo normativo in tema contrattuale è sovrabbondante. Vanno fatti dei distinguo tra le varie imprese/datrici di lavoro: passi avanti sono stati fatti, sono molte le donne laureate e molte di esse sono state inserite in azienda. Come molte sono le aziende che fanno formazione, indirizzata anche alle donne.

Terza l'esperienza della Popolizio, che si è soffermata sulla responsabilità delle donne nel come allevano i figli e nel come considerano i mariti, ovvero troppo spesso come persone non adatte a gestire la genitorialità. Da parte sua, ha anche registrato un profondo cambiamento nelle giovani di oggi rispetto alle giovani anche solo di 10 anni fa. Partendo dal ritenere - ha poi spiegato - che la gravidanza non è una malattia, da parte mia non parlo mai di dipendenti ma di collaboratrici. Se stanno bene, da me lavorano sino al settimo mese di gravidanza, rispettando ogni regola di sicurezza, e hanno ogni appoggio anche al loro rientro grazie a un patto di aiuto reciproco che abbiamo stretto tra noi.

È stata poi Cinzia Lorenzon, già presidente del gruppo Giovani industriali di Confindustria Gorizia, a raccontare la sua personale storia di donna, imprenditrice, mamma. Quattordici anni fa, a 27 anni - ha ricordato -, ero una mosca bianca, tanto da fare scalpore e finire sui giornali quale prima donna presidente, in tutto il FVG, di un gruppo marcatamente maschile. È stato un ruolo che ho vissuto con moltissimi stereotipi da parte dei colleghi presidenti di Confindustria delle altre province e regioni d'Italia. La mia fortuna è stata aver lavorato in azienda con mio padre, soprattutto per gestire la maternità; so che è una posizione che tante vorrebbero, però pure io ho dovuto rinunciare a determinati incarichi, a determinati lavori: è stata una mia scelta e la rifarei, ma comunque significa che manca una struttura che ci supporti. Qui la Regione può e deve fare ancora molto in termini di servizi per le lavoratrici.

(foto, immagini tv)

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