Crpo: occupazione femminile, l'esperienza delle imprenditrici (4)
(ACON) Udine, 23 set - RCM - Dopo le introduzioni da parte dei
rappresentanti istituzionali sui temi base del convegno e di
Elisabetta Tigani Sava, coordinatrice del gruppo "Lavoro,
impresa, formazione, conciliazione dei tempi e Istruzione" della
Commissione regionale pari opportunità, Elena Pasqualetto,
docente di Diritto del Lavoro all'Università di Padova, si è
soffermata sul lavoro e sulla carriera delle donne alla prova
delle nuove flessibilità previste dal Jobs Act. L'essere donna -
ha detto - è ancora poco spendibile per trovare lavoro nelle
aziende; il sistema delle nostre leggi le tutela solo quando si
parla di lavoro a tempo pieno e indeterminato, in realtà frena
l'assunzione delle giovani. Più che a fare carriera, purtroppo
spesso la donna punta a raggiungere almeno una stabilizzazione
della propria posizione. Che alla donna vada garantita la
serenità psicologica è un bel concetto rimasto solo sulla carta.
Il punto di vista delle categorie sulle opportunità delle giovani
lavoratrici, è stato l'argomento trattato da Filomena Avolio,
presidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato FVG, da
Maria Grimaldi, direttrice di Confindustria Udine, e da Antonella
Popolizio, presidente di Federmoda Pordenone.
La Avolio si è soffermata sul fatto che resta un problema aperto
la conciliazione tra vita familiare e vita professionale, anche
perché la cura dei familiari è un aspetto del lavoro femminile a
cui spesso non si dà importanza perché si dà per scontato che sia
la donna a portarla avanti. Manca, poi, a livello regionale, una
legge che tenga conto delle diverse età delle donne lavoratrici,
età che determinano differenti difficoltà da superare. Il FVG,
regione molto piccola rispetto ad altre italiane, vanta una
occupazione femminile dell'autoimpiego dalle percentuali
interessanti. Guardando anche alle generazioni future, il lavoro
- ha aggiunto la Avolio - è quello che ciascuno di noi deve
potersi creare.
La Grimaldi ha, poi, detto di cosa significhi pari opportunità
per le giovani donne, con uno sguardo anche all'Europa. Quella
dell'impiego è una materia per cui dobbiamo usare molto
pragmatismo - ha proseguito, affermando che il processo normativo
in tema contrattuale è sovrabbondante. Vanno fatti dei distinguo
tra le varie imprese/datrici di lavoro: passi avanti sono stati
fatti, sono molte le donne laureate e molte di esse sono state
inserite in azienda. Come molte sono le aziende che fanno
formazione, indirizzata anche alle donne.
Terza l'esperienza della Popolizio, che si è soffermata sulla
responsabilità delle donne nel come allevano i figli e nel come
considerano i mariti, ovvero troppo spesso come persone non
adatte a gestire la genitorialità. Da parte sua, ha anche
registrato un profondo cambiamento nelle giovani di oggi rispetto
alle giovani anche solo di 10 anni fa. Partendo dal ritenere - ha
poi spiegato - che la gravidanza non è una malattia, da parte mia
non parlo mai di dipendenti ma di collaboratrici. Se stanno bene,
da me lavorano sino al settimo mese di gravidanza, rispettando
ogni regola di sicurezza, e hanno ogni appoggio anche al loro
rientro grazie a un patto di aiuto reciproco che abbiamo stretto
tra noi.
È stata poi Cinzia Lorenzon, già presidente del gruppo Giovani
industriali di Confindustria Gorizia, a raccontare la sua
personale storia di donna, imprenditrice, mamma. Quattordici anni
fa, a 27 anni - ha ricordato -, ero una mosca bianca, tanto da
fare scalpore e finire sui giornali quale prima donna presidente,
in tutto il FVG, di un gruppo marcatamente maschile. È stato un
ruolo che ho vissuto con moltissimi stereotipi da parte dei
colleghi presidenti di Confindustria delle altre province e
regioni d'Italia. La mia fortuna è stata aver lavorato in azienda
con mio padre, soprattutto per gestire la maternità; so che è una
posizione che tante vorrebbero, però pure io ho dovuto rinunciare
a determinati incarichi, a determinati lavori: è stata una mia
scelta e la rifarei, ma comunque significa che manca una
struttura che ci supporti. Qui la Regione può e deve fare ancora
molto in termini di servizi per le lavoratrici.
(foto, immagini tv)
(segue)