FI: Riccardi, cancellare le Uti e rivedere riforma Enti locali
(ACON) Trieste, 25 set - COM/AB - Ritorna sulla questione Uti
il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Riccardo
Riccardi, che ripercorre i passi "che hanno portato al disastro
delle Uti: il voto all'unanimità da parte del Consiglio regionale
è stato in sintonia con le proposte del Governo nazionale di
superamento delle Province come organismo di rappresentanza
politica. Da allora, infatti, la legge Delrio ha abolito la
rappresentanza elettiva diretta dell'ente Provincia, affidando la
gestione delle materie di competenza direttamente ai sindaci dei
Comuni appartenenti al relativo ambito territoriale e questa
impostazione è tuttora in vigore ed efficace nel resto del Paese".
"L'errore grave - precisa il capogruppo azzurro - è stata la
forzatura voluta da questa maggioranza regionale di far approvare
dal Parlamento, in seconda lettura, la modifica del nostro
Statuto, mentre era già stata fissata la data del referendum
costituzionale, tenutosi il 4 dicembre dello scorso anno. A parte
questa frenesia riformista e a ogni costo, lo sbaglio madornale
compiuto dalla Giunta Serracchiani è l'aver frainteso e confuso
le Unioni di Comuni, che vanno incoraggiate, con la cosiddetta
area vasta che, nel resto del Paese, è affidata alle nuove
Province non elettive e alle città metropolitane".
"Aver voluto frantumare l'intero territorio regionale in 18 mini
Province - aggiunge l'esponente azzurro - non può essere
tollerato e il Gruppo di Forza Italia ha votato coerentemente
contro la legge istitutiva delle Uti, anche per la sua
impostazione autoritaria, centralistica e burocratica. Il fatto
che la legge sia stata rappezzata quindici volte la dice lunga. A
questo proposito dovrebbero spiegarci, per esempio, il senso
dell'ultima modifica delle Uti e dell'articolo che letteralmente
recita: I Comuni di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine
mantengono, ad ogni effetto di legge, la qualifica di capoluoghi
di Provincia".
"Il compito del prossimo Consiglio regionale sarà da un lato
abrogare la legge Panontin e dall'altro aprire una larga
consultazione per varare una riforma degli Enti locali che,
partendo dal buonsenso, favorisca le unioni di Comuni volontarie
e di livello omogeneo, che preveda il rispetto delle tradizioni e
delle relazioni territoriali e che rispetti le due componenti
fondamentali della Regione, che sono il Friuli e la Venezia
Giulia, con una particolare attenzione alla nuova e pericolosa
tensione che si è venuta a creare tra Udine e Pordenone e che
rischia di minacciare la tenuta stessa del FVG. Un territorio
composito come il nostro deve essere messo nelle condizioni di
trovare, attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle
sue componenti, uno sguardo comune, senza trattini non solo nel
nome ma anche nei fatti, sul proprio futuro", conclude Riccardi.