Garante diritti persona condanna ostilità vs richiedenti protezione
(ACON) Trieste, 16 ott - COM/MPB - "Il Garante regionale dei
diritti della persona, nella sua composizione collegiale, esprime
preoccupazione e condanna per gli atti di intolleranza e ostilità
nei confronti dell'accoglienza di piccoli gruppi di richiedenti
protezione internazionale in alcune comunità locali del FVG".
A dirlo sono i tre componenti dell'organismo regionale di
garanzia per i diritti della persona - Fabia Mellina Bares,
Wlater Citti, Pino Roveredo - rispettivamente impegnati riguardo
i diritti dei minori, delle persone a rischio discriminazione e
delle persone private della libertà personale.
"Il Collegio dei Garanti esprime la propria solidarietà ai
sindaci dell'Alto Friuli che hanno ricevuto plichi postali aventi
chiaro contenuto oltraggioso e intimidatorio in relazione alla
loro disponibilità di accogliere piccoli gruppi di richiedenti
asilo nei loro territori e confida che le indagini possano
portare all'individuazione dei responsabili, anche al fine
dell'applicazione dell'eventuale aggravante della motivazione
dell'odio etnico e razziale.
"Ugualmente, esprime la propria preoccupazione per le modalità
con le quali vengono sollecitate, anche attraverso i social
network, manifestazioni in occasioni dello svolgimento di
Consigli comunali indetti anche per discutere della possibile
accoglienza di piccoli gruppi di richiedenti protezione
internazionale, nel quadro di un piano di "accoglienza diffusa".
"Ricorda che le libertà di manifestazione e di espressione, quali
diritti fondamentali, devono trovare un giusto bilanciamento con
il rispetto dei diritti parimenti fondamentali all'uguaglianza e
alla non discriminazione e, dunque, alla pari dignità sociale di
ogni persona e non possono dunque estendersi all'incitamento
all'ostilità e al rifiuto verso interi gruppi sociali, alla
diffusione di sentimenti xenofobi e di intolleranza, come più
volte riconosciuto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
"Esprime, dunque, seria preoccupazione in particolare verso
alcuni appelli circolati attraverso volantini e i social-network
che inviterebbero le persone a partecipare a manifestazioni
contro l'accoglienza di migranti, invitando a portare con sé i
propri figli, con l'evidente volontà di veicolare l'idea
fortemente negativa che i richiedenti protezione internazionale
costituiscano di per sé un pericolo per la comunità locale ed il
suo futuro e, in particolare, per i minori quali componenti più
vulnerabili della medesima.
"Rammenta, inoltre, i principi della Convenzione ONU sui diritti
del fanciullo, che richiama il valore dell'educazione quale
preparazione del fanciullo ad assumere le responsabilità della
vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di
pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra
tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi.
"Allo spesso modo, il Collegio dei Garanti esprime la propria
preoccupazione per il frequente utilizzo di termini per
identificare i richiedenti asilo, primo fra tutti quello di
"clandestino", aventi una chiara valenza denigratoria, umiliante
e offensiva, trattandosi di persone che, richiedendo protezione
internazionale, esercitano un diritto fondamentale riconosciuto
dalle Convenzioni internazionali, europee e dalle normative
nazionali, e sono dunque titolari di diritti all'accoglienza
collegati al trattamento delle loro domande, fino alla decisione
definitiva sulle medesime da parte degli organi competenti.
Infine, riconoscendo come la tematica delle migrazioni
internazionali e della gestione del sistema di protezione
internazionale possa essere fonte di legittime e comprensibili
preoccupazioni e possa dunque suscitare punti di vista e
sensibilità diverse, invita le comunità locali del FVG a un
dibattito aperto e pluralista, ma anche rispettoso dei principi
di tolleranza e di non discriminazione e attento a non sfociare
in comportamenti che abbiano lo scopo o l'effetto di violare la
dignità delle persone e di creare un clima intimidatorio, ostile,
degradante e offensivo nei confronti dei richiedenti protezione
internazionale e delle istituzioni e associazioni che si occupano
della loro accoglienza sul territorio. Allo scopo ricorda il
divieto di 'molestia razziale' oggetto della direttiva europea
n. 2000/43, recepita in Italia con il decreto legislativo n.
215/2003.