Referendum: Iacop, costruire nei fatti un nuovo regionalismo
(ACON) Trieste, 23 ott - COM/AB - "Fin dalla conferenza
plenaria a Cagliari dello scorso maggio abbiamo individuato nel
percorso referendario, promosso dalle Regioni Veneto e Lombardia,
un'occasione per riaprire il ragionamento su un nuovo sistema di
relazioni tra comunità regionali e stato centrale. Per questo i
referendum di domenica non vanno letti con la lente della tattica
politica, peggio pre elettorale. E' del tutto comprensibile che
ognuno tiri l'acqua al proprio mulino enfatizzando o sminuendo
gli effetti della consultazione, ma - afferma Franco Iacop,
presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e
coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali - vanno
colti alcuni importanti stimoli".
"Il Paese vero, quello che sta nei territori, e non lo dico solo
da uomo del Nord, ma anche da coordinatore della Conferenza, ha
piena consapevolezza che non sono più rinviabili adeguamenti
istituzionali ai mutati assetti geopolitici indotti dalla
globalizzazione. La risposta deve trovare soluzioni capaci di
portare il sistema regionale italiano - tutto - a fare un passo
avanti verso una riorganizzazione degli assetti di governo, di
rappresentanza e di relazione tra i territori che valorizzino
tutte le comunità, evitando ogni suggestione secessionista o di
piccola patria, come ogni ambizione di calare dall'alto perimetri
macroregionali".
"Per rinnovare la tenuta e la coesione istituzionale del nostro
Paese dobbiamo sfidare il messaggio di fondo che arriva dai
referendum di domenica: ricercare ciò che fa bene alle comunità
regionali perché lo fa contemporaneamente all'intero Paese,
perché esalta responsabilità, promuove coesione, traguarda a
un'Europa casa comune. Per questo la sfida è rinnovare il
regionalismo come strumento più prossimo alla capacità di
governare i flussi e le dinamiche che vedono i territori
protagonisti di cambiamenti profondi, a partire da quelli
economici, dunque sociali e dei diritti dei nostri cittadini".
"Proprio in una logica che rafforza responsabilità e coesione, il
Nord domenica ha espresso un segnale importante, ma sul piatto ci
sono le tante questioni e le tante opportunità che riguardano
anche le Regioni del Sud, tutte protagoniste, senza artificiose
distinzioni tra Regioni ordinarie e speciali, di questo
cambiamento. La sollecitazione, allora, è utilizzare la nostra
Carta costituzionale e l'art. 116 terzo comma come bussola per le
maggiori competenze che i presidenti delle Regioni della
Lombardia e del Veneto e, recentemente anche l'Emilia Romagna, si
apprestano a porre sul Tavolo con il Governo nazionale, per
costruire nei fatti un nuovo regionalismo. Noi, insieme, ci
stiamo provando".