News


CR: ddl pesca in acque interne, relatore maggioranza Boem (1)

21.11.2017
10:37
(ACON) Trieste, 21 nov - CMC - Semplificazione delle procedure, razionalizzazione delle risorse a disposizione, miglior efficacia nell'azione di pianificazione, valorizzazione ai fini turistici della pesca sportiva, integrazione delle istanze del mondo della pesca sportiva con quelle di tutela dell'ambiente naturale acquatico. Sono gli obiettivi cui si ispira il riordino della disciplina della gestione della pesca nelle acque interne, primo punto all'ordine del giorno dell'odierna seduta del Consiglio regionale.

Il disegno di legge 228 - spiega Vittorino Boem (Pd), relatore di maggioranza per l'Aula del provvedimento, è frutto di un lungo percorso e risponde alla necessità di riformare un assetto normativo datato e non più pienamente rispondente alla situazione attuale del settore a livello regionale caratterizzata da un drastico calo del numero di licenze e autorizzazioni per la pesca sportiva, l'aumento dell'età media dei pescatori sportivi invece e la frammentazione delle associazioni sportive di pesca, circa 300, e di organizzazioni federali di rappresentanza.

Cuore della riforma sono le norme che contemplano un ammodernamento dell'Ente Tutela Pesca denominato ora Ente Tutela Patrimonio Ittico - continua Boem - concepite per rendere più efficace la sua attività e razionalizzare le risorse pubbliche, che costituiscono circa il 31% delle entrate di bilancio (dati 2015), e mirano a incardinare la gestione del patrimonio ittico in un quadro generale di tutela e valorizzazione degli ambienti naturali acquatici.

Il ruolo della Regione viene rafforzato e semplificata la burocrazia, seppure nel rispetto delle garanzie di protezione delle risorse ittiche. Si dà inoltre un ruolo centrale alla pianificazione, così come avvenuto recentemente con la riforma dell'attività venatoria: il Piano di gestione ittica diviene il quadro tecnico-scientifico di riferimento entro il quale agire. La norma opera quindi, laddove possibile, un'armonizzazione tra il settore ittico e quello venatorio, per quanto riguarda il processo di attuazione delle politiche di settore.

All'Ente tutela patrimonio ittico competono le funzioni riguardanti l'attuazione operativa delle politiche regionali in materia di pesca nelle acque interne, la gestione degli impianti regionali, la collaborazione con società e associazioni, l'adozione del Piano di gestione ittica, il monitoraggio ambientale, il rilascio delle licenza di pesca sportiva e professionale, l'adozione del programma delle immissioni, le attività didattiche e la vigilanza sull'esercizio di pesca.

La nuova struttura prevede la figura di un direttore generale, nominato dalla Giunta, cui compete il raggiungimento degli obiettivi e un di Comitato ittico, organo consultivo che si dovrà esprimere sugli atti principali dell'Ente, presieduto dall'assessore competente, e composto da tre funzionari provenienti dalle Direzioni risorse ittiche, biodiversità e risorse idriche, sei rappresentanti eletti dai pescatori sportivi, un rappresentante dei pescatori professionali, e rappresentanti designati da: associazione nazionale di riferimento del settore, operatori ittici volontari, guardie giurate volontarie, associazioni ambientaliste riconosciute, Istituto zooprofilattico, Università regionali, ARPA e Consorzi di bonifica.

(immagini tv)

(segue)