CR: ddl pesca in acque interne, relazione minoranza Piccin (2)
(ACON) Trieste, 21 nov - CMC - Frutto di una lunga mediazione
con i portatori di interesse, il ddl 228 per la gestione delle
risorse ittiche nelle acque interne è stato più volte ricalibrato
con un cambio totale di rotta. Ad affermarlo è Mara Piccin (FI)
che nella sua relazione di minoranza ricorda come l'idea iniziale
di sopprimere l'Ente Tutela Pesca (ETP) sia stata definitivamente
accantonata per giungere alla sua trasformazione in Ente Tutela
Patrimonio Ittico (ETPI), ente strumentale più che di autogoverno
con conseguente perdita di autonomia della categoria. E' un
risultato al ribasso per il mondo della pesca secondo Piccin,
attraverso il quale la Regione accentra a sé le competenze di
settore lasciando al costituendo Comitato ittico scarso potere
decisionale. La proposta di Forza Italia è invece di sdoppiare il
Comitato ittico in due organi snelli, a costo zero, con
differente estrazione e funzioni: un comitato di
rappresentanza-decisionale e un secondo consultivo
tecnico-scientifico per garantire l'autogoverno dei pescatori e
avere un soggetto capace di ragionare in termini di conservazione
della fauna ittica.
Accolto con favore e come segno di buon senso l'introduzione del
nuovo articolo 33 che prevede la possibilità di concessione dei
campi di gara fissi, ma il testo, secondo l'esponente di Forza
Italia, si presenta appesantito: molte disposizioni potevano
trovare spazio nei regolamenti attuativi senza ingessare
ingiustamente un settore che è in continua evoluzione.
Per ciò che attiene alla gestione delle risorse ittiche, diverse
istanze sono state recepite, per altre permangono perplessità,
mentre altri punti non sono stati affrontati con la dovuta
attenzione, come ad esempio l'aspetto turistico della pesca.
In legge - osserva poi in conclusione Mara Piccin - manca poi
ogni riferimento al costo della riforma e non viene affrontata la
questione della ripartizione dei costi tra sistema pubblico e
mondo della pesca.
(immagini tv)
(segue)