LN: Zilli, a Sappada sventola l'aquila del FVG
(ACON) Trieste, 22 nov - COM/RCM - "Dopo 165 anni, oggi, 22
novembre 2017, la nostra Sappada torna ufficialmente in Friuli.
Non posso che esprimere enorme soddisfazione per una vittoria
frutto di una battaglia trasversale, che ha visto tutti i
friulani uniti nel voler riportare l'Aquila dorata a sventolare
sopra le cime sappadine. Bentornati a casa".
Così Barbara Zilli (LN) alla notizia del via libera del passaggio
di Sappada dalla Regione Veneto alla Regione Friuli Venezia
Giulia.
Mentre si gioisce per il ritorno di Sappada in Friuli - continua
la Zilli -, in Consiglio regionale va in scena il solito teatrino
con protagonista l'arroganza di una Giunta regionale che da
inizio legislatura prende le sue decisioni in spregio delle
legittime volontà dei cittadini della regione. Il caso della
fusione tra Villa Vicentina e Fiumicello rappresenta appieno
l'ipocrisia della Giunta Serracchiani: un continuo ripetersi di
maldestri sgambetti alla volontà popolare.
La fusione di un Comune è un fenomeno straordinario nella vita di
un ente locale - ha detto la consigliera durante il suo
intervento in Aula -. Proprio per questo, come previsto da una
proposta di legge che ho depositato già un anno fa, la procedura
va cambiata e la volontà di fusione deve essere corroborata da un
maggioranza consiliare qualificata, di almeno i due terzi del
Consiglio comunale, in più il risultato del referendum deve avere
autonoma evidenza in ciascun comune.
Questo scongiurerebbe - ha aggiunto - il verificarsi di
situazioni ambigue come quella avvenuta per i Comuni di Gemona e
Montenars e che oggi, in parte, si ripete anche per le due
fusioni Villa Vicentina-Fiumicello e Treppo Carnico-Ligosullo.
Non sono ammissibili scorciatoie affinché si arrivi o meno alla
fusione dei due enti locali: il riferimento è in particolare alle
delibere del Consiglio comunale, atti lungamente dibattuti oggi
dall'Assemblea legislativa regionale.
Alla fine di questa disastrosa legislatura - ha chiosato la Zilli
- non c'è proprio da sorprendersi se la presidente ha deciso di
ritirarsi a Roma, anziché affrontare il voto dei cittadini.