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FI: Marin, laboratori di analisi depotenziati

24.11.2017
12:14
(ACON) Trieste, 24 nov - COM/RCM - Con l'approvazione del nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio, i centri ospedalieri periferici del Friuli Venezia Giulia sono stati di fatto depotenziati a strutture di terzo livello, visto che non dispongono di un laboratorio di analisi adeguato e possono effettuare in maniera autonoma solo una parte della diagnostica automatizzata di base.

Ad affermarlo attraverso una interrogazione alla Giunta Serracchiani, il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Marin con i colleghi Riccardo Riccardi, Roberto Novelli, Elio De Anna e Mara Piccin.

Nel nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio - rileva Marin - vengono individuati 8 presidi ospedalieri spoke presso i quali è attivo un laboratorio satellite a risposta rapida 24 ore su 24: Gorizia-Monfalcone, Latisana-Palmanova, San Daniele del Friuli-Tolmezzo, San Vito al Tagliamento-Spilimbergo. In tutti questi presidi, gli esami devono essere assicurati sulle 24 ore e 365 giorni all'anno.

Peccato, però - rileva il consigliere azzurro -, che le analisi effettuate sono soltanto una parte di quelle di routine e che non vi sia la minima traccia dell'immunochimica, in grado di diagnosticare, con evidente risparmio di tempo e di sicurezza per il paziente, patologie importanti, correlate ad esempio alla funzionalità tiroidea o prostatica, allo stato di gravidanza, nonché la valutazione di marcatori tumorali. Parallelamente, nell'attività di microbiologia e di virologia e patologia clinica è del tutto assente la parte virologica che comprende l'Hiv, epatiti, analisi necessarie alla medicina del lavoro e le virosi in genere (morbillo, varicella e altre malattie infantili).

Con questo tipo di esami - prosegue l'esponente di Forza Italia - l'attività dei suddetti presidi assomiglia più a quella di una Primary care degli ospedali di terza fascia che a un ospedale di livello distrettuale, anche perché molte delle analisi che vengono effettuate devono essere poi inviate nelle 24 ore a uno dei laboratori hub della regione. In loco sono permesse soltanto, e in buona parte in via manuale, analisi per la malaria, il pneumococco e la legionella, gli anti-Hiv e HBsAg e Anti-Hcv, e anche qui, in caso di positività degli accertamenti, il trattamento del paziente viene immediatamente rinviato alle strutture hub. Senza contare il fatto che non si tratta certo di esami che vengono eseguiti quotidianamente.

Ma non finisce qui: problematiche sono state evidenziate anche nel trasporto dei campioni e nell'impiego della tele-patologia che, a oggi, non funziona e gli specialisti sono costretti a spostarsi continuamente per effettuare le diagnosi in loco. Dati alla mano - conclude Marin -, viene da pensare che l'intento della Giunta sia quello di creare una struttura depotenziata a livello generale nelle 8 strutture spoke della regione, prive di un laboratorio di analisi adeguato. Il tutto naturalmente a discapito della sicurezza degli utenti.