FI: Marin, laboratori di analisi depotenziati
(ACON) Trieste, 24 nov - COM/RCM - Con l'approvazione del nuovo
Piano regionale della medicina di laboratorio, i centri
ospedalieri periferici del Friuli Venezia Giulia sono stati di
fatto depotenziati a strutture di terzo livello, visto che non
dispongono di un laboratorio di analisi adeguato e possono
effettuare in maniera autonoma solo una parte della diagnostica
automatizzata di base.
Ad affermarlo attraverso una interrogazione alla Giunta
Serracchiani, il consigliere regionale di Forza Italia Roberto
Marin con i colleghi Riccardo Riccardi, Roberto Novelli, Elio De
Anna e Mara Piccin.
Nel nuovo Piano regionale della medicina di laboratorio - rileva
Marin - vengono individuati 8 presidi ospedalieri spoke presso i
quali è attivo un laboratorio satellite a risposta rapida 24 ore
su 24: Gorizia-Monfalcone, Latisana-Palmanova, San Daniele del
Friuli-Tolmezzo, San Vito al Tagliamento-Spilimbergo. In tutti
questi presidi, gli esami devono essere assicurati sulle 24 ore e
365 giorni all'anno.
Peccato, però - rileva il consigliere azzurro -, che le analisi
effettuate sono soltanto una parte di quelle di routine e che non
vi sia la minima traccia dell'immunochimica, in grado di
diagnosticare, con evidente risparmio di tempo e di sicurezza per
il paziente, patologie importanti, correlate ad esempio alla
funzionalità tiroidea o prostatica, allo stato di gravidanza,
nonché la valutazione di marcatori tumorali. Parallelamente,
nell'attività di microbiologia e di virologia e patologia clinica
è del tutto assente la parte virologica che comprende l'Hiv,
epatiti, analisi necessarie alla medicina del lavoro e le virosi
in genere (morbillo, varicella e altre malattie infantili).
Con questo tipo di esami - prosegue l'esponente di Forza Italia -
l'attività dei suddetti presidi assomiglia più a quella di una
Primary care degli ospedali di terza fascia che a un ospedale di
livello distrettuale, anche perché molte delle analisi che
vengono effettuate devono essere poi inviate nelle 24 ore a uno
dei laboratori hub della regione. In loco sono permesse soltanto,
e in buona parte in via manuale, analisi per la malaria, il
pneumococco e la legionella, gli anti-Hiv e HBsAg e Anti-Hcv, e
anche qui, in caso di positività degli accertamenti, il
trattamento del paziente viene immediatamente rinviato alle
strutture hub. Senza contare il fatto che non si tratta certo di
esami che vengono eseguiti quotidianamente.
Ma non finisce qui: problematiche sono state evidenziate anche
nel trasporto dei campioni e nell'impiego della tele-patologia
che, a oggi, non funziona e gli specialisti sono costretti a
spostarsi continuamente per effettuare le diagnosi in loco. Dati
alla mano - conclude Marin -, viene da pensare che l'intento
della Giunta sia quello di creare una struttura depotenziata a
livello generale nelle 8 strutture spoke della regione, prive di
un laboratorio di analisi adeguato. Il tutto naturalmente a
discapito della sicurezza degli utenti.