Conferenza regionale tutela minoranza slovena: altri interventi (2)
(ACON) Trieste, 25 nov - RCM - A esprimere grande soddisfazione
per la Conferenza è poi stato Rudi Pavsic, presidente dell'Unione
economico-culturale slovena (Skcz), a detta del quale dovrebbe
diventare il pensiero guida dell'attività della futura
legislatura.
Abbiamo migliorato l'applicazione della legge nazionale di tutela
quasi dimenticando che la Regione - ha fatto presente Pavsic - ha
affiancato un'altra legge di tutela, anche se io vorrei che
questo termine fosse sostituito con "convivenza" perché io non ho
bisogno di esse "tutelato". La collaborazione con la Slovenia
ristagna, non ci possiamo nascondere dietro tavoli di lavoro. E
dobbiamo portare i nostri rapporti interregionali a un livello
europeo. Inoltre ci vorrebbe un assessorato regionale dedicato,
specifico per le problematiche legate alle minoranze. Potremmo
coniare lo slogan: "Più Regione nella nostra minoranza, più
minoranza nella nostra Regione".
Walter Bandelj, presidente della Confederazione delle
organizzazioni slovene (Sso), ha sostenuto che è importante che
la comunità slovena risponda al problema della tutela non solo
chiedendo l'applicazione delle leggi, ma anche avanzando delle
proposte. Ci sono tante sfide che vanno affrontate ma anche
opportunità, e bisogna avere ben chiaro come le si vuole
realizzare, in quale quadro normativo. Perché tra legge
nazionale, regionale e accodi internazionali, noi in FVG siamo
abbastanza ben tutelati da un punto di vista normativo. Ma ancora
molto va fatto - ha rimarcato Bandelj - tanto per la visibilità
della lingua slovena nei settori pubblici quanto per la
rappresentanza nei corpi elettivi. Anche perché la soppressione
delle Province di Gorizia e Trieste ha eliminato anche i
rappresentanti che vi sedevano per la minoranza slovena.
I cambiamenti andranno concordati a tutti i livelli - ha concluso
Bandelj -, ma dobbiamo collaborare tra noi, senza fare distingui
di parte.
Tutela significa uguaglianza, equità - ha detto a seguire Samo
Pahor -, e la Costituzione italiana garantisce questa tutela con
il non dover usare, con le istituzioni pubbliche, nel territorio
di insediamento, la lingua che non sia quella madre. La Corte
costituzionale per tre volte ha accusato il Legislatore nazionale
di non aver rispettato questo concetto. Perciò possiamo affermare
che anche i dettami della legge regionale sulla tutela delle
minoranze, senza l'applicazione dell'articolo 3 dello Statuto
della Regione e dell'articolo 6 della Costituzione, sono solo
parole al vento. Anche perché manca un reale riconoscimento dei
territori di insediamento.
Da parte sua, Maria Ferletic, presidente dell'associazione Rat
sloga primis culture, ha invece parlato di presenza della
minoranza slovena che va rispettata, di bisogno di coordinamento
e di contatti con la Regione che non possono essere solo
occasionali. Ma soprattutto ha posto l'accento sull'importanza di
avere dei segnali di frequenza radio e tv dedicati a programmi in
lingua slovena, oggi per nulla garantiti.
Edi Bukavec, dell'Associazione agricoltori, ha parlato del
binomio uso del territorio e uso della lingua che dovrebbe essere
inserito nelle norme di tutela. La nostra comunità viene
consultata per le scelte che toccano il territorio - ha detto -,
ma non partecipa attivamente nella fase preparatoria e di
regolamentazione. Eppure la comunità degli agricoltori di Trieste
è al 95% slovena. Non abbiamo funzionari che parlino lo sloveno
con cui interloquire: parliamo dei nostri problemi, ma non
possiamo farlo nella nostra lingua. Sarebbe bene che dalla
Conferenza partisse un messaggio in questa direzione. È vero che
siamo in un territorio linguisticamente misto, ma è dove anche
noi ci siamo storicamente insediati.
La consigliera del Comune di San Dorligo della Valle Rossana
Pettirosso ha quindi portato la propria esperienza di problemi
burocratici e linguistici, legati soprattutto alle traduzioni in
sloveno quando si tratta di argomenti molto tecnici. E ha fatto
presente che lo sloveno che si parla a Lubiana è più moderno di
quello che si parla in regione. Vorrei proporre anche per la Uti
- ha così suggerito - un dizionario della terminologia, da creare
con i linguisti, per i termini amministrativi e tecnici, per
chiarire come si deve procedere con le traduzioni e averle
univoche.
(foto, immagini tv)
(segue)