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Conferenza regionale tutela minoranza slovena: altri interventi (2)

25.11.2017
14:46
(ACON) Trieste, 25 nov - RCM - A esprimere grande soddisfazione per la Conferenza è poi stato Rudi Pavsic, presidente dell'Unione economico-culturale slovena (Skcz), a detta del quale dovrebbe diventare il pensiero guida dell'attività della futura legislatura.

Abbiamo migliorato l'applicazione della legge nazionale di tutela quasi dimenticando che la Regione - ha fatto presente Pavsic - ha affiancato un'altra legge di tutela, anche se io vorrei che questo termine fosse sostituito con "convivenza" perché io non ho bisogno di esse "tutelato". La collaborazione con la Slovenia ristagna, non ci possiamo nascondere dietro tavoli di lavoro. E dobbiamo portare i nostri rapporti interregionali a un livello europeo. Inoltre ci vorrebbe un assessorato regionale dedicato, specifico per le problematiche legate alle minoranze. Potremmo coniare lo slogan: "Più Regione nella nostra minoranza, più minoranza nella nostra Regione".

Walter Bandelj, presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene (Sso), ha sostenuto che è importante che la comunità slovena risponda al problema della tutela non solo chiedendo l'applicazione delle leggi, ma anche avanzando delle proposte. Ci sono tante sfide che vanno affrontate ma anche opportunità, e bisogna avere ben chiaro come le si vuole realizzare, in quale quadro normativo. Perché tra legge nazionale, regionale e accodi internazionali, noi in FVG siamo abbastanza ben tutelati da un punto di vista normativo. Ma ancora molto va fatto - ha rimarcato Bandelj - tanto per la visibilità della lingua slovena nei settori pubblici quanto per la rappresentanza nei corpi elettivi. Anche perché la soppressione delle Province di Gorizia e Trieste ha eliminato anche i rappresentanti che vi sedevano per la minoranza slovena.

I cambiamenti andranno concordati a tutti i livelli - ha concluso Bandelj -, ma dobbiamo collaborare tra noi, senza fare distingui di parte.

Tutela significa uguaglianza, equità - ha detto a seguire Samo Pahor -, e la Costituzione italiana garantisce questa tutela con il non dover usare, con le istituzioni pubbliche, nel territorio di insediamento, la lingua che non sia quella madre. La Corte costituzionale per tre volte ha accusato il Legislatore nazionale di non aver rispettato questo concetto. Perciò possiamo affermare che anche i dettami della legge regionale sulla tutela delle minoranze, senza l'applicazione dell'articolo 3 dello Statuto della Regione e dell'articolo 6 della Costituzione, sono solo parole al vento. Anche perché manca un reale riconoscimento dei territori di insediamento.

Da parte sua, Maria Ferletic, presidente dell'associazione Rat sloga primis culture, ha invece parlato di presenza della minoranza slovena che va rispettata, di bisogno di coordinamento e di contatti con la Regione che non possono essere solo occasionali. Ma soprattutto ha posto l'accento sull'importanza di avere dei segnali di frequenza radio e tv dedicati a programmi in lingua slovena, oggi per nulla garantiti.

Edi Bukavec, dell'Associazione agricoltori, ha parlato del binomio uso del territorio e uso della lingua che dovrebbe essere inserito nelle norme di tutela. La nostra comunità viene consultata per le scelte che toccano il territorio - ha detto -, ma non partecipa attivamente nella fase preparatoria e di regolamentazione. Eppure la comunità degli agricoltori di Trieste è al 95% slovena. Non abbiamo funzionari che parlino lo sloveno con cui interloquire: parliamo dei nostri problemi, ma non possiamo farlo nella nostra lingua. Sarebbe bene che dalla Conferenza partisse un messaggio in questa direzione. È vero che siamo in un territorio linguisticamente misto, ma è dove anche noi ci siamo storicamente insediati.

La consigliera del Comune di San Dorligo della Valle Rossana Pettirosso ha quindi portato la propria esperienza di problemi burocratici e linguistici, legati soprattutto alle traduzioni in sloveno quando si tratta di argomenti molto tecnici. E ha fatto presente che lo sloveno che si parla a Lubiana è più moderno di quello che si parla in regione. Vorrei proporre anche per la Uti - ha così suggerito - un dizionario della terminologia, da creare con i linguisti, per i termini amministrativi e tecnici, per chiarire come si deve procedere con le traduzioni e averle univoche.

(foto, immagini tv)

(segue)