I Comm: al via esame manovra finanziaria 2018 (1)
(ACON) Trieste, 30 nov - CMC - Con le relazioni sui lavori
svolti dalle singole Commissioni per le parti di competenza, ha
preso il via in I Commissione del Consiglio regionale, presieduta
da Renzo Liva (Pd), l'esame degli strumenti della manovra
finanziaria 2018 e cioè del disegno di legge 239 "Legge di
stabilità 2018", della nota di aggiornamento al Documento di
economia e finanza reginale (Defr) 2018, del ddl 238 "Legge
collegata alla manovra di bilancio 2018-2020" e del ddl 240
"Bilancio di previsione per gli anni 2018-2020 e per l'anno 2018".
Ad aprire la discussione generale è stato Franco Codega (Pd), che
ha sottolineato come il bilancio in esame sia l'ultimo atto di
una legislatura complessa, sulla quale ha influito la situazione
generale di crisi economica del Paese. Il consigliere ha
ricordato il 2015, anno in cui si è registrata una contrazione
del 20-30%, e poi la ripresa, frutto del lavoro compiuto
dall'Amministrazione, delle azioni avviate in ambito economico e
nel lavoro e di un'opera scrupolosa di verifica e recupero delle
entrate. Il bilancio attuale, tenuto conto che non comprende lo
sconto frutto del patto Padoan-Serracchiani, si presenta con uno
stanziamento pressoché identico a quello dello scorso anno.
Sanità e politiche sociali sono le poste che non hanno subito mai
contrazioni neanche negli anni di crisi, così come viva
attenzione è stata sempre riservata all'edilizia scolastica,
all'università e alle ricerca, elementi che qualificano le scelte
di carattere generale di questa legislatura.
Alessandro Colautti (AP) ha definito quella attuale la
"finanziaria dell'addio", un documento che negli anni ha subito
trasformazioni di metodo e di merito per il raggiunto pareggio di
bilancio e che quindi torna a comporsi di una parte di spesa
corrente e una quota di investimenti, dove la politica compie le
sue scelte. In Aula - aggiunge Colautti - intendiamo concentrare
la nostra attenzione su temi cardine quali il riordino degli Enti
locali e la sanità, per capire se le riforme attuate siano state
effettivamente migliorative in termini di efficienza e di governo
della spesa e ciò in considerazione del fatto che l'ultima
finanziaria è il momento migliore per consegnare indirizzi che
possano essere utili al futuro governo. Ci sono poi alcuni punti
specifici che saranno affrontati, come il caso Pramollo, il tema
dell'idroelettrico e dell'energetico, la costituzione di una
NewCo per la gestione delle infrastrutture autostradali. Altro
tema centrale attiene ai futuri rapporti con il Governo dopo la
scadenza del patto Padoan-Serracchiani, intesa che secondo
Colautti sarebbe stato meglio chiudere in una condizione politica
di maggiore forza e non a scadenza di legislatura.
Mauro Travanut (MdP), dopo aver definito una stranezza politica
la decisione della presidente Serracchiani di non ricandidarsi
per completare nel prossimo quinquennio il lavoro svolto nel
primo quinquennio, ha anticipato una ferma opposizione in Aula
rispetto alle poste puntuali presenti nella manovra, per le quali
intende presentare una serie di emendamenti di soppressione.
Complessivamente poi ha definito la manovra organica, frutto di
un lavoro valido sia sotto il profilo finanziario che
programmatico, che non presenta sussulti di difformità o
trascuratezza.
Nel dibattito è poi intervenuto il consigliere Giuseppe Sibau
(AR) osservando come ai dati di ripresa contenuti nei documenti
finanziari si contrapponga la situazione reale del territorio con
categorie economiche, e in particolare quella degli artigiani,
che ancora lamentano gravi difficoltà.
Anche Elena Bianchi (M5S) ha affermato che nonostante venga
annunciata in più parti l'uscita dalla crisi, i numeri della
manovra, soprattutto per quanto riguarda le entrate, sono
lievemente più bassi rispetto al 2017. In Aula - ha proseguito
Bianchi - il MoVimento Cinque Stelle non darà battaglia, tenuto
conto che proposte e suggerimenti avanzati nel corso della
legislatura non sono mai stati presi in considerazione o sono
stati addirittura denigrati. Resta viva l'attenzione invece e, se
necessaria, la vigilanza sulle poste puntuali contenute nelle
norme.
Ha chiuso il dibattito generale la replica dell'assessore
Francesco Peroni, che prima di tutto ha precisato che nonostante
in questo momento la manovra non si avvalga dello sconto
Padoan-Serracchiani, la cifra di partenza sia rimasta
sostanzialmente la stessa, grazie al lavoro tecnico compiuto e
alla stabilità di gettito, risultato e conseguenza quest'ultima
di indicatori economici validati anche da osservatori esterni.
Come ulteriore considerazione politica l'assessore ha poi
osservato che, seppure in questa particolare stagione storica si
accentui l'interesse sul tema degli investimenti, non si dovrebbe
mai sottovalutare la spesa corrente, che in un ente territoriale
come il Friuli Venezia Giulia costituisce l'attività principale
della missione istituzionale.
Tornando al patto Padoan-Serracchiani, l'assessore ha quindi
precisato che non c'è stato ritardo imputabile al Governo
regionale nella sua rinegoziazione. Il Governo ha ritenuto di
convogliare in un'unica perimetrazione l'accordo, trascinando
nella legge di Bilancio tutte le Regioni ordinarie e speciali, a
eccezione della Sicilia. Gli effetti della situazione attuale
sono già noti: nell'auspicata ipotesi sulla quale confidiamo,
quella cioè di vederci riconoscere ulteriori sconti per quanto
concerne il 2018 - ha chiosato Peroni - quell'importo figurerà
nelle scritture contabili, ma non sarà impiegabile prima della
sottoscrizione effettiva dell'accordo.
(immagini tv)
(segue)