2° Conferenza tutela lingua friulana: interventi (2)
(ACON) Udine, 1 dic - RCM/CMC - Intervenendo alla 2° Conferenza
regionale di verifica e di proposta sull'attuazione della legge
regionale 29/2007, Lorenzo Fabbro, presidente dell'Agenzia
regionale per la lingua friulana (Arlef), ha affermato che la due
giorni organizzata con il Consiglio regionale deve risultare un
appuntamento importante certamente per fare un'analisi di ciò che
è stata l'attuazione della legge 29, ma soprattutto per
programmare le attività future.
Le sfide per i prossimi anni - ha detto Fabbro - sono alte, come
emergerà anche dalle relazioni finali. I dati parlano di passi
importanti fatti finalmente a livello di pianificazione, ma
bisogna ancora recuperare molto. L'obiettivo del futuro è avere
una società consapevole, dove tutti sono d'accordo sull'utilità
delle politiche linguistiche, ma anche dove le stesse politiche
linguistiche devono fare la propria parte o l'obiettivo non sarà
mai centrato.
Anche da Diego Navarria, presidente dell'Assemblea di comunità
linguistica friulana, è stata espressa grande soddisfazione per
questa Conferenza regionale. Da essa - ha affermato - non
usciranno solo rose, ma anche spine, per non dire rovi, ma non
c'è mai stata tanta attenzione qualificata come per questi due
giorni di lavoro e nei giorni di preparazione. Cinque anni fa,
quando si svolse la prima Conferenza regionale dedicata
all'attuazione della legge 29, si ebbe più un adempimento di
formalità, invece oggi è di contenuti.
Domani metteremo il dito nelle piaghe della lingua friulana.
Vedremo - ha aggiunto - che è stato realizzato sicuramente anche
qualcosa di buono e di ben fatto, ma non c'è nulla di cui
vantarsi, perché se vogliamo salvare la lingua friulana dobbiamo
avere umiltà: dopo aver valutato quanto è stato fatto nei 5 anni
passati, bisogna capire cosa faremo noi per i 5 anni futuri.
La Provincia di Udine - ha proseguito il suo presidente, Pietro
Fontanini - negli anni ha fatto molto a favore della lingua
friulana: 31 anni fa, esattamente il 15 luglio 1986, ne ha
sancito la grafia ufficiale, un passaggio fondamentale per dare
dignità e forza a questa nostra lingua. Da allora è stata usata
all'interno delle istituzioni e degli uffici pubblici, e per i
cartelli della toponomastica, anche se qui la Regione potrebbe
fare di più. E ogni anno, quando ai genitori si chiede se
vogliono l'insegnamento della lingua friulana per i loro figli,
la maggioranza dice sì, anche se purtroppo questa offerta in
molti casi non può essere fatta per mancanza di insegnati e di
organizzazione. Così facendo, però, non si rispetta il diritto di
molti.
Inoltre - ha accusato Fontanini - la nostra Università, nel suo
statuto, prevede lo sviluppo della lingua friulana, invece nel
tempo ha diminuito questo impegno dimenticando che non è pro
forma, ma appunto statutario. Così come non è pro forma il fatto
che la nostra specialità si salva solo se si tutelano e si fanno
crescere le minoranze linguistiche. Di queste, il friulano è la
più diffusa e più parlata, ma anche quella che rischia di più.
Auspichiamo che il prossimo Consiglio regionale si impegni a
testimoniare il valore delle nostre lingue, per una Regione
sempre più autonoma e sempre più speciale.
(immagini tv)
(segue)