Modifiche LR 5/2003: conferenza stampa Iacop, Martines, Marin
(ACON) Trieste, 7 dic - CMC - E' un lavoro responsabilmente
costruttivo quello portato avanti dal Comitato ristretto della V
Commissione del Consiglio regionale, teso a garantire l'istituto
del referendum e degli strumenti di partecipazione popolare e del
loro accesso. Vi è la necessità e la volontà di rivedere alcuni
meccanismi in un quadro di massima trasparenza e condivisione
anche con l'obiettivo di riavvicinare i cittadini alla politica.
Queste le parole del presidente del Consiglio regionale, Franco
Iacop, in una conferenza stampa svolta al termine dei lavori
della V Commissione consiliare, e alla quale hanno preso parte il
presidente e il vice presidente dell'organismo consiliare
Vincenzo Martines (Pd) e Roberto Marin (FI) e i due esponenti
radicali Valerio Federico e Pietro Pipi.
Martines ha quindi ricordato che i consiglieri stanno lavorando a
un testo largamente condiviso che, dopo un ulteriore confronto e
il perfezionamento apportato da alcuni emendamenti, giungerà in
Aula nel mese di gennaio. Il lavoro di sintesi sin qui compiuto è
stato importante - ha affermato Marin - e anche dall'audizione di
questa mattina sono emersi elementi significativi, sui quali
riflettere, per giungere alla stesura di un provvedimento che
renda un buon servizio alla comunità regionale.
Gli esponenti radicali hanno poi elencato le norme che, secondo
la loro esperienza, sia a livello regionale che nazionale stanno
impedendo, in modo restrittivo e in alcuni casi irragionevole, ai
cittadini di partecipare alla vita pubblica e hanno enunciato
alcune possibili modifiche, contenute in una proposta di legge di
iniziativa popolare depositata in Cassazione.
Tra queste il suggerimento che il referendum propositivo divenga
giuridicamente vincolante e il superamento dell'obbligo di
ricorrere all'autenticazione delle firme attraverso la presenza
di un pubblico ufficiale. La soluzione indicata in questo caso
sarebbe quella dell'attestazione: il sindaco, o i presidenti di
Regione o Consiglio, potrebbero delegare a persone indicate dai
Comitati promotori la funzione di attestatore della legalità
della raccolta.
Oltre a sviluppare maggiori canali di informazione e
comunicazione dedicati agli strumenti di iniziativa popolare e
consentire la sottoscrizione anche per via digitale, sarebbe poi
opportuno, hanno infine detto, intervenire sul quorum attualmente
richiesto con l'obiettivo di arrivare a un quorum approvativo
pari almeno al 10% degli elettori.
(foto, immagini tv)