M5S: Sergo, atenei regionali al tavolo per adozione Water Safety Plan
(ACON) Trieste, 8 dic - COM/MPB - "Anche le università di Udine
e Trieste devono fare parte del tavolo che il Consorzio per
l'Acquedotto del Friuli Centrale (Cafc) intende organizzare a
partire dal prossimo gennaio per arrivare anche in Friuli
all'adozione - richiesta dall'Unione europea - dei "Piani di
sicurezza dell'acqua", più noti come "Water Safety Plan"". A
chiederlo è stato il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in
Consiglio regionale Cristian Sergo durante il convegno che si è
tenuto a Udine.
"Capiamo che, al di là della legge, dove non son state inserite
le nostre proposte in tal senso, ci possano essere anche altri
modi per coinvolgere gli atenei regionali, ma sicuramente il
tavolo di cooperazione tra gestori del servizio idrico integrato
e le altre realtà interessate a questo progetto deve essere uno
di questi.
"A Udine - spiega Sergo - abbiamo segnalato questa grave lacuna
al direttore del Cafc Battiston, il quale ha accolto il nostro
invito, assicurando che al tavolo di cooperazione tra gestori ed
enti parteciperanno anche i rappresentanti delle università
regionali e non solo Arpa e la Direzione Centrale Salute.
"In occasione della discussione in Aula della Legge 5/2016
sull'Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico
integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani
abbiamo presentato 157 emendamenti, di cui 150 sono stati
bocciati dalla maggioranza di centrosinistra - ricorda il
consigliere regionale del M5S -. Con molti di questi emendamenti
avevamo chiesto che l'università avesse un ruolo centrale per
rendere effettiva la sostenibilità della gestione e l'utilizzo
secondo le migliori tecniche disponibili. L'obiettivo era quello
di avere un'acqua migliore da un punto di vista qualitativo e di
sfruttare questa fondamentale risorsa in modo sempre più
sostenibile. Riteniamo infatti che, in materia di risorse
idriche, la Regione debba riconoscere la risorsa idrica come un
bene naturale e un diritto umano universale, individuando le
cause di inquinamento e contrastando tutte le pratiche che
mettono a rischio la salute degli utenti finali. Il diritto
all'acqua potabile di qualità nonché ai servizi igienico-sanitari
è un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di
tutti i diritti umani, come sancito dalla risoluzione
dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
"Principi - conclude Sergo - che nel 2018 si devono perseguire
riconoscendo un ruolo attivo di tutti gli enti preposti alla
ricerca nel Friuli Venezia Giulia che, ultima in Italia, deve
ancora approvare il Piano Regionale Tutela delle Acque, di cui
non si sa più nulla da due anni".