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CR: leggi finanziarie, relatrice di minoranza Piccin (6)

12.12.2017
12:32
(ACON) Trieste, 12 dic - CMC - Un'eclissi è l'immagine proposta da Mara Piccin (FI) per definire l'XI Legislatura. Un'eclissi che equivale a oscuramento, quello di chi, smarrendo la traiettoria, è incappato nella presunzione delle riforme, condannandosi a non vedere più il proprio oggetto, cioè il bene dei cittadini. Per la consigliera di Forza Italia, la Regione, consegnata dal centrodestra nel 2013 con un'idea ben precisa e mission declinate sia a livello nazionale che regionale, si ritrova alle soglie del 2018 con troppe incognite in settori fondamentali quali la sanità, i rapporti finanziari con lo Stato, il trasporto pubblico locale, la newco per la terza corsia e con una frattura istituzionale venutasi a creare con i propri enti locali.

Entrando nel merito della manovra finanziaria, Piccin ha definito incauta quanto folle l'arbitrarietà con la quale la Giunta regionale ha definito i criteri di risparmio derivanti dalla riforma delle Uti, considerato che sono restate invariate le spese del personale, così come gli importi legati al mantenimento delle sedi. La riforma, vera e propria crociata contro la democrazia diretta, ha avuto piuttosto come fine ultimo la chiusura degli enti più prossimi al cittadino e provocando svuotamento di funzioni e fusioni. Dalla chiusura delle Province sono derivati disservizi senza precedenti e ci sono voluti mesi per tamponare le urgenze seguite a questa sorta di cortocircuito istituzionale.

In tema di ordine pubblico e sicurezza, il principale e unico intervento è stato quello di modificare il sistema integrato di sicurezza urbana, stravolgendo le norme relative ai volontari per la sicurezza e dimezzando le risorse per la videosorveglianza, mentre per quanto riguarda l'istruzione e il diritto allo studio, più che sostegno e potenziamento del sistema universitario regionale si può parlare di un vero e proprio trattamento di favore di cui le due Università hanno beneficiato in questi ultimi quattro anni, solo parzialmente mitigato dal raffronto tra gli ultimi bilanci di previsione nei quali le risorse passano da 86,1 del 2017 a 81,5 milioni per il 2018. Per il centrodestra - ha proseguito Piccin - restano inadeguate le risorse per gli istituti paritari ed eccessivamente rigidi e macchinosi i bandi e i regolamenti d'accesso ai contributi per gli istituti scolastici.

Passando alla tutela e alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali, la consigliera di Forza Italia ha definito il contributo di 300mila euro destinato nel triennio alla comunità linguistica e culturale croata, un pericoloso precedente discriminatorio nei confronti delle altre realtà presenti nel nostro territorio regionale. Si tratta - ha affermato - di una scelta totalmente arbitraria che non trova alcun fondamento e nemmeno reciprocità. In materia di politiche giovanili le critiche sono rivolte alla costituzione delle Consulte all'interno dei Consigli comunali, norma necessaria a strumentalizzare i giovani a fini elettorali, mentre per sport e tempo libero ha evidenziato diverse stranezze: la riapertura dei termini per i contributi alle manifestazioni sportive, il finanziamento istituito e poi tolto per lo sport dei disabili, la linea contributiva ex-provincia assicurata dalla Regione ma solo a chi aveva beneficiato di contributi nel 2015, anch'essa con riapertura dei termini per carenza di domande, alle quali si aggiunge l'ultimo bando per la concessione di contributi per attrezzature fisse e mobili che presenta evidenti profili di invalidità.

Bocciate dal centrodestra le politiche turistiche - con un piano che suscita perplessità e una vera e propria "mattanza" di risorse passate da 136 milioni nel 2017 ai 59 milioni del 2018 - e la riforma delle politiche abitative definita un totale fallimento. Preoccupa poi il calo di risorse (circa 40 milioni in meno rispetto al 2017) per la riqualificazione e il riequilibrio ambientale dei Comuni, nonché per la bonifica e la messa in sicurezza delle aree di proprietà regionale.

Il settore dei trasporti e della mobilità è quello che più di ogni altro lascia grandi incognite sul futuro della Regione con i temi ancora aperti del TPL, della newco pubblica per la proroga della concessione sull'autostrada A4 e l'approvazione di una legge - la n.32/2017 - che non tutela adeguatamente i dipendenti regionali che transiteranno in FVG Strade.

Nel sociale la Giunta di centrosinistra ha complicato i servizi socioassistenziali dei Comuni con l'avvento delle Uti, ha attuato politiche per la famiglia troppo deboli, non ha sostenuto convenientemente i servizi di prima infanzia e quelli dedicati al mondo della disabilità.

Tutt'altro che positivo anche il bilancio sulla sanità che arranca dopo gli effetti della riforma con ospedali depotenziati, reparti chiusi, code agli sportelli, liste d'attesa infinite, posti letto diminuiti e personale sottorganico.

Passando allo sviluppo economico Piccin ha quindi osservato come il PIL regionale sia cresciuto a un ritmo più lento (+1,3%) di quello nazionale (+1,4%) e come sia stata sostanzialmente ininfluente l'azione dell'amministrazione regionale. La chiave di volta è la fiscalità, terreno di scontro ideologico tra centrodestra e centrosinistra e materia per la quale la Regione in virtù della sua specialità avrebbe potuto fare molto di più se non fosse stata svenduta nei patti con Roma.

Risorse non sufficienti sono state stanziate per le politiche attive per il lavoro e criticabile anche la riforma della formazione portata avanti senza mai ascoltare le proposte del centrodestra, modus operandi che ha caratterizzato l'intera legislatura. Ai margini poi è stata relegata anche l'agricoltura, vero pilastro economico della regione, e poco è stato fatto per valorizzare l'enogastronomia in chiave turistica e per l'agricoltura sociale.

L'attuale Esecutivo regionale sarà ricordato, per la consigliera, come quello che ha eliminato le Provincie e creato le Uti generando l'opposizione non solo delle forze di centrodestra, ma anche dei cittadini e dei Comuni. Con questa riforma il Friuli Venezia Giulia ha vissuto una stagione di conflittualità senza precedenti, finendo persino nelle aule di tribunale. Ventisette sono state le modifiche apportate a una legge che doveva essere perfetta e inattaccabile. Le Uti, che nelle intenzioni della Giunta avrebbero dovuto dimostrarsi più efficienti, efficaci ed economiche delle Province si sono rilevate enti dannosi per i cittadini.

Il prossimo Governo regionale - ha concluso Piccin - dovrà ripartire da un riequilibrio del rapporto con gli enti territoriali che andrà ridisegnato con l'obiettivo di raggiungere una maggiore coesione territoriale, che vada a superare le contrapposizioni importanti, nonché attraverso una nuova impostazione del comparto sanitario che dovrà essere orientato al paziente e non schiavo della razionalizzazione fine a se stessa.

(immagini tv)

(segue)