CR: leggi finanziarie, relatrice di minoranza Piccin (6)
(ACON) Trieste, 12 dic - CMC - Un'eclissi è l'immagine proposta
da Mara Piccin (FI) per definire l'XI Legislatura. Un'eclissi che
equivale a oscuramento, quello di chi, smarrendo la traiettoria,
è incappato nella presunzione delle riforme, condannandosi a non
vedere più il proprio oggetto, cioè il bene dei cittadini. Per la
consigliera di Forza Italia, la Regione, consegnata dal
centrodestra nel 2013 con un'idea ben precisa e mission declinate
sia a livello nazionale che regionale, si ritrova alle soglie del
2018 con troppe incognite in settori fondamentali quali la
sanità, i rapporti finanziari con lo Stato, il trasporto pubblico
locale, la newco per la terza corsia e con una frattura
istituzionale venutasi a creare con i propri enti locali.
Entrando nel merito della manovra finanziaria, Piccin ha definito
incauta quanto folle l'arbitrarietà con la quale la Giunta
regionale ha definito i criteri di risparmio derivanti dalla
riforma delle Uti, considerato che sono restate invariate le
spese del personale, così come gli importi legati al mantenimento
delle sedi. La riforma, vera e propria crociata contro la
democrazia diretta, ha avuto piuttosto come fine ultimo la
chiusura degli enti più prossimi al cittadino e provocando
svuotamento di funzioni e fusioni. Dalla chiusura delle Province
sono derivati disservizi senza precedenti e ci sono voluti mesi
per tamponare le urgenze seguite a questa sorta di cortocircuito
istituzionale.
In tema di ordine pubblico e sicurezza, il principale e unico
intervento è stato quello di modificare il sistema integrato di
sicurezza urbana, stravolgendo le norme relative ai volontari per
la sicurezza e dimezzando le risorse per la videosorveglianza,
mentre per quanto riguarda l'istruzione e il diritto allo studio,
più che sostegno e potenziamento del sistema universitario
regionale si può parlare di un vero e proprio trattamento di
favore di cui le due Università hanno beneficiato in questi
ultimi quattro anni, solo parzialmente mitigato dal raffronto tra
gli ultimi bilanci di previsione nei quali le risorse passano da
86,1 del 2017 a 81,5 milioni per il 2018. Per il centrodestra -
ha proseguito Piccin - restano inadeguate le risorse per gli
istituti paritari ed eccessivamente rigidi e macchinosi i bandi e
i regolamenti d'accesso ai contributi per gli istituti scolastici.
Passando alla tutela e alla valorizzazione dei beni e delle
attività culturali, la consigliera di Forza Italia ha definito il
contributo di 300mila euro destinato nel triennio alla comunità
linguistica e culturale croata, un pericoloso precedente
discriminatorio nei confronti delle altre realtà presenti nel
nostro territorio regionale. Si tratta - ha affermato - di una
scelta totalmente arbitraria che non trova alcun fondamento e
nemmeno reciprocità. In materia di politiche giovanili le
critiche sono rivolte alla costituzione delle Consulte
all'interno dei Consigli comunali, norma necessaria a
strumentalizzare i giovani a fini elettorali, mentre per sport e
tempo libero ha evidenziato diverse stranezze: la riapertura dei
termini per i contributi alle manifestazioni sportive, il
finanziamento istituito e poi tolto per lo sport dei disabili,
la linea contributiva ex-provincia assicurata dalla Regione ma
solo a chi aveva beneficiato di contributi nel 2015, anch'essa
con riapertura dei termini per carenza di domande, alle quali si
aggiunge l'ultimo bando per la concessione di contributi per
attrezzature fisse e mobili che presenta evidenti profili di
invalidità.
Bocciate dal centrodestra le politiche turistiche - con un piano
che suscita perplessità e una vera e propria "mattanza" di
risorse passate da 136 milioni nel 2017 ai 59 milioni del 2018 -
e la riforma delle politiche abitative definita un totale
fallimento. Preoccupa poi il calo di risorse (circa 40 milioni in
meno rispetto al 2017) per la riqualificazione e il riequilibrio
ambientale dei Comuni, nonché per la bonifica e la messa in
sicurezza delle aree di proprietà regionale.
Il settore dei trasporti e della mobilità è quello che più di
ogni altro lascia grandi incognite sul futuro della Regione con i
temi ancora aperti del TPL, della newco pubblica per la proroga
della concessione sull'autostrada A4 e l'approvazione di una
legge - la n.32/2017 - che non tutela adeguatamente i dipendenti
regionali che transiteranno in FVG Strade.
Nel sociale la Giunta di centrosinistra ha complicato i servizi
socioassistenziali dei Comuni con l'avvento delle Uti, ha attuato
politiche per la famiglia troppo deboli, non ha sostenuto
convenientemente i servizi di prima infanzia e quelli dedicati al
mondo della disabilità.
Tutt'altro che positivo anche il bilancio sulla sanità che
arranca dopo gli effetti della riforma con ospedali depotenziati,
reparti chiusi, code agli sportelli, liste d'attesa infinite,
posti letto diminuiti e personale sottorganico.
Passando allo sviluppo economico Piccin ha quindi osservato come
il PIL regionale sia cresciuto a un ritmo più lento (+1,3%) di
quello nazionale (+1,4%) e come sia stata sostanzialmente
ininfluente l'azione dell'amministrazione regionale. La chiave di
volta è la fiscalità, terreno di scontro ideologico tra
centrodestra e centrosinistra e materia per la quale la Regione
in virtù della sua specialità avrebbe potuto fare molto di più se
non fosse stata svenduta nei patti con Roma.
Risorse non sufficienti sono state stanziate per le politiche
attive per il lavoro e criticabile anche la riforma della
formazione portata avanti senza mai ascoltare le proposte del
centrodestra, modus operandi che ha caratterizzato l'intera
legislatura. Ai margini poi è stata relegata anche
l'agricoltura, vero pilastro economico della regione, e poco è
stato fatto per valorizzare l'enogastronomia in chiave turistica
e per l'agricoltura sociale.
L'attuale Esecutivo regionale sarà ricordato, per la consigliera,
come quello che ha eliminato le Provincie e creato le Uti
generando l'opposizione non solo delle forze di centrodestra, ma
anche dei cittadini e dei Comuni. Con questa riforma il Friuli
Venezia Giulia ha vissuto una stagione di conflittualità senza
precedenti, finendo persino nelle aule di tribunale. Ventisette
sono state le modifiche apportate a una legge che doveva essere
perfetta e inattaccabile. Le Uti, che nelle intenzioni della
Giunta avrebbero dovuto dimostrarsi più efficienti, efficaci ed
economiche delle Province si sono rilevate enti dannosi per i
cittadini.
Il prossimo Governo regionale - ha concluso Piccin - dovrà
ripartire da un riequilibrio del rapporto con gli enti
territoriali che andrà ridisegnato con l'obiettivo di raggiungere
una maggiore coesione territoriale, che vada a superare le
contrapposizioni importanti, nonché attraverso una nuova
impostazione del comparto sanitario che dovrà essere orientato al
paziente e non schiavo della razionalizzazione fine a se stessa.
(immagini tv)
(segue)