M5S: Dal Zovo su centrale a carbone di Monfalcone
(ACON) Trieste, 14 dic - COM/AB - Il Governo Gentiloni ha
emanato un decreto che adotta la Strategia energetica nazionale
2017, il piano decennale per la gestione del cambiamento del
sistema energetico. Questo documento, come anticipato pochi
giorni fa dall'assessore regionale Sara Vito, prevede la fine
dell'utilizzo del carbone per una serie di centrali elettriche
alimentate a carbone in Italia, compresa quella della
A2A-Energiefuture di Monfalcone. L'esponente della Giunta di
centrosinistra sui media ha parlato di chiusura dell'impianto già
nel 2025 o, in alternativa, entro il 2030, affermando con
soddisfazione che si tratta di un riconoscimento importante da
parte del Governo per una visione strategica che prefigura un
futuro senza carbone per l'impianto di Monfalcone.
"È incredibile quanto affermato dall'assessore - attacca la
consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo -
perché si è infatti dimenticata di dire che la centrale
termoelettrica a carbone A2A-Energiefuture è una delle realtà del
territorio che provoca inquinamento nel Monfalconese. Inoltre, ha
esultato quasi si trattasse di una vittoria di chi ha
amministrato il Friuli Venezia Giulia negli ultimi 5 anni.
Dobbiamo ricordare invece quanto sia stata proprio l'inerzia
della Giunta Serracchiani a condannare chi abita nella città dei
cantieri e nei paesi limitrofi ad altri 8 anni di inquinamento da
metalli pesanti. Un inquinamento diventato palese già nel biennio
2015-2016 a seguito di due studi scientifici - uno privato e uno
della Provincia di Gorizia - che avevano fotografato
perfettamente le ricadute che anche la centrale termoelettrica di
Monfalcone ha su quel territorio. Al punto - ricorda la
consigliera pentastellata - che noi del M5S avevamo chiesto alla
Giunta Serracchiani di battersi per chiedere la revisione
dell'Aia. Richiesta, come sempre, mai presa in considerazione".
"Allo stesso tempo - aggiunge Ilaria Dal Zovo - non possiamo
dimenticare che è stato il Governo Renzi, sulla base di una
direttiva europea, a estendere per altri 8 anni l'Aia alla
centrale fino al 2025. Estensione arrivata in seguito
all'intervento sui denitrificatori (denox) fatto dalla proprietà.
Nell'Aia è prevista la riconversione a gas, che però l'azienda
non ha mai preso in considerazione perché non sostenibile
economicamente, ma che la Giunta Serracchiani ha inserito nel
Piano energetico regionale".
"Noi del MoVimento 5 Stelle nel nostro Piano energetico nazionale
avevamo previsto, invece, l'abbandono definitivo del carbone in
Italia entro il 2020. Per parte nostra, da quando siamo stati
eletti in Consiglio regionale, abbiamo chiesto con forza che
ricercatori indipendenti fossero messi in grado di effettuare
studi epidemiologici, analisi dei fondali e indagini sui licheni
per avere dati certi sull'inquinamento nel Monfalconese. In
realtà - conclude la consigliera pentastellata - la politica
finora ha fatto sempre troppo poco per tutelare la salute dei
cittadini del Monfalconese, schiacciati da un mix micidiale di
agenti inquinanti".