Garante: Citti chiede rettifica ad assessore comunale di Trieste
(ACON) Trieste, 28 dic - COM/AB - Walter Citti, componente del
Collegio del Garante regionale con funzione di garanzia per le
persone a rischio di discriminazione, esprime il suo profondo
rammarico rispetto a un post pubblicato sulla pagina Facebook
dell'assessore comunale di Trieste, Lorenzo Giorgi.
Nel messaggio, tramite il quale è stata diffusa la notizia della
manifestazione indetta dal Comune di Trieste "Apettando la
Befana, tradizione e solidarietà", in programma dal 29 dicembre
al 7 gennaio, si rilevava come, nell'ambito della manifestazione,
avrebbe avuto luogo una raccolta di giochi usati da distribuire
ai "bambini ITALIANI meno fortunati" (con l'indicazione
dell'aggettivo in lettere maiuscole).
Citti, nel pieno rispetto delle sue prerogative istituzionali e
nell'ambito del suo mandato volto a contrastare discriminazioni
fondate, tra l'altro, sulla nazionalità e/o sulle
caratteristiche etnico-razziali, esprime stupore rispetto a una
così palese espressione di discriminazione, tanto più grave
perché espressa da un amministratore pubblico e nei confronti di
minori.
Lo stesso Citti ricorda che ogni Amministrazione pubblica è
tenuta, nel suo operato, ad agire nel quadro dei principi e dei
valori costituzionali fondamentali di uguaglianza e non
discriminazione (art. 3 Cost.), così come di neutralità e
imparzialità (art. 97 Cost.), senza dunque operare distinzioni
arbitrarie e irragionevoli fondate su sesso, razza, lingua,
religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
Il divieto di disparità di trattamento arbitrarie e dunque
discriminatorie tra cittadini italiani e stranieri è previsto
inoltre in precise disposizioni di legge, tra cui l'art. 43, co.
1, del T.U. immigrazione (d.lgs. 286/1998), che prevede una sorta
di clausola generale di non discriminazione, riprendendo quanto
contenuto nell'art. 1 della Convenzione internazionale delle
Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di
discriminazione razziale, firmata a New York in 7 marzo 1966 e
ratificata dall'Italia con la legge 1.5.1975, n. 654.
Il Garante rileva come il d.lgs. 215/2003 abbia recepito
nell'ordinamento italiano la direttiva europea 2000/43 che vieta
le discriminazioni fondate sull'elemento etnico-razziale, tra
l'altro, anche nell'ambito dei beni e servizi offerti al
pubblico.
Pertanto, anche una donazione pubblica di giocattoli, se promossa
o patrocinata da un Ente o da un'Amministrazione pubblica, deve
conformarsi ai principi di imparzialità e buon andamento della
Pubblica amministrazione e quindi deve rispettare le norme in
materia di parità di trattamento e divieto di discriminazioni,
senza che possa avere rilievo il fatto che la donazione venga
materialmente effettuata da un'associazione privata che invochi
eventualmente il principio di libertà di associazione.
La giurisprudenza della Corte di Giustizia europea ha inoltre
chiarito che anche l'annuncio di una discriminazione costituisce
un atto vietato di discriminazione, nel momento in cui è idoneo a
dissuadere fortemente i membri del gruppo collettivamente
discriminato dall'avanzare la richiesta di accedere o avvalersi
di un'opportunità, beneficio, bene o servizio offerto al
pubblico, così come quando è suscettibile di contribuire alla
diffusione, nell'opinione pubblica, di sentimenti di xenofobia,
intolleranza, esclusione sociale e stigmatizzazione nei confronti
della popolazione straniera, o di una minoranza etnica, che
soggiorna legalmente sul territorio e deve ritenersi pienamente
legittimata a sentirsi parte della comunità locale, con pari
dignità sociale (CGE, sentenza 10 luglio 2008, causa C- 54/07,
Firma Feryn; CGUE, sentenza 25 aprile 2013, causa C-81/12,
Associatia Accept; CGUE, sentenza 16 luglio 2015, C-83/14. CHEZ
Razpredelenie Bulgaria AD / Komisia za zashtita ot
diskriminatsia).
Citti chiede dunque l'immediata rettifica pubblica di quanto
diffuso con il post menzionato (poiché lo spazio dei social media
è spazio di comunicazione pubblica, come ampiamente riconosciuto
dalla giurisprudenza di Cassazione) e la piena assicurazione che
la distribuzione dei giochi usati per i bambini bisognosi,
nell'ambito della manifestazione in oggetto, includerà anche
famiglie e minori con cittadinanza straniera, regolarmente
soggiornanti e residenti nel Comune di Trieste, senza
discriminazioni fondate tra l'altro su nazionalità, elementi
etnico-razziali o di credo religioso.