III Comm: audizione azioni regionali per i minori in difficoltà
(ACON) Trieste, 11 gen - RCM - Audizione della Giunta, in III
Commissione del Consiglio regionale, sulle azioni regionali per i
minori in difficoltà, con prioritario riferimento al tema del
loro accoglimento in comunità.
Dati alla mano, si apprende che i minori accolti in comunità
regionali ed extra regionali nel 2016 sono stati complessivamente
485 (il numero è in crescita: furono 416 del 2015), di cui 133
accolti fuori regione (92 l'anno prima, pari al 44,6% in più,
l'incremento più consistente). Dei 352 accolti in regione, 227
fanno riferimento a comunità assistenziali (221 nel 2015), 112
alle comunità mamma e bambino (prima 97), e 13 alle comunità con
funzioni terapeutico-riabilitativa (6 il dato precedente). I 133
accolti fuori regione si suddividono in 63 in comunità
assistenziali (57 nel 2015), 39 in comunità mamma e bambino (a
fronte di 13) e 31 in comunità con funzioni
terapeutico-riabilitative (22 l'anno prima).
Guardando all'andamento provinciale, si nota che Pordenone ha il
maggior numero di minori inseriti fuori regione, 51 bambini,
oltre ai 59 nelle comunità regionali, per un totale di 110 casi;
Udine ne registra 46 extra regione e 165 in regione, per un
totale di 211; Gorizia 14 e 57, per complessivi 71 minori;
Trieste 22 e 71, per totali 93 piccoli. La quota più consistente
continua a essere quella rappresentata dagli adolescenti di 14-17
anni (180 minori, pari al 37,1%), seguiti in maniera meno
rilevante dai bambini di 6-10 anni (84). In 155 casi si tratta di
inserimenti di minori stranieri (32%). Irrilevante la differenza
percentuale di genere.
Prosegue l'afflusso di minori stranieri non accompagnati (Msna),
un afflusso - è stato affermato - che già nel corso del 2015
aveva assunto una consistenza senza precedenti in regione. Si
tratta di 1.671 soggetti in questo caso per lo più maschi (solo
24 le femmine) e di età compresa tra 14 e 17 anni, mentre nel
2015 furono 1.308 (27,8% l'incremento). L'ambito distrettuale più
coinvolto è stato quello di Gemona del Friuli (591 Msna), a
seguire Trieste (414), Udine (265), Cividale (214), Pordenone
(66) e Gorizia (59).
Si registrano, poi, 2.228 minori con disabilità certificata, in
aumento rispetto al 2015 e soprattutto al 2014: a loro sono
dedicati interventi dei servizi socioeducativo e
socioassistenziale.
Prima di parlare di dati, è stato fatto presente che si è
modificato il quadro nazionale di riferimento con l'approvazione
delle Linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi
residenziali per minorenni, pubblicate a marzo 2017, e sono stati
aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea), riferiti
anche all'assistenza sociosanitaria semiresidenziale e
residenziale ai minori con disturbi neuropsichiatrici, di cui la
Regione deve tener conto nella riscrittura delle regole per
l'accreditamento presso le sue strutture. Per il 2018, quindi, si
prevede l'adozione delle nuove Linee di indirizzo regionali per
l'accoglienza fuori famiglia dei minori in situazioni di disagio,
per poterle sperimentare, validare e adottare in via definitiva e
colmare così le lacune già presenti nei Lea.
I risultati attesi sono la riduzione del 50% della media degli
ultimi tre anni del numero dei minori inseriti in strutture
residenziali di accoglienza con sede fuori regione; portare il
10% dei minori inseriti fuori regione nelle comunità regionali;
introdurre il budget personalizzato per la realizzazione di
percorsi di presa in carico dei minori da accogliere nelle
strutture regionali.
Nella tutela dei minori - è stato aggiunto - stanno anche
adozione, affido e altri interventi a sostegno dei figli di
genitori separati.
Per le adozioni si può parlare di calo negli ultimi 10 anni, ma
anche di una lenta ripresa nel passato triennio: 50 nel 2014 di
cui 39 internazionali (a fronte di 119 domande da parte delle
famiglie), 52 nel 2015 di cui 42 internazionali (142 domande) e
66 nel 2016 di cui 56 internazionali (107 domande). La Regione ha
avviato la definizione di un protocollo per l'adozione tra tutte
le istituzioni e gli enti che si occupano della materia.
Gli affidi in famiglia sono, invece, numericamente in stallo (si
va dai 238 del 2014 ai 235 dell'anno dopo e ai 220 del 2016) e
sono state diffuse nuove forme di affidamento "leggero" (come
l'affido solo diurno o a tempo parziale), promosse dal Friuli
Venezia Giulia con le Linee guida per l'affido familiare
approvate con delibera nel 2015.
Si inserisce qui il progetto nazionale Pippi (Programma di
intervento di prevenzione dell'istituzionalizzazione), a cui il
FVG ha aderito attraverso la sperimentazione di un modello
innovativo di intervento per il sostegno delle famiglie più
vulnerabili e ridurre il rischio di maltrattamento del minore e
il conseguente allontanamento dal nucleo familiare. Primo ambito
coinvolto, quello di Trieste nel 2014, l'anno dopo l'Ambito di
Cervignano dove la sperimentazione si è conclusa nel 2016, poi
Azzano X e Sacile. Il programma, che sta registrando notevole
validità, sta proseguendo con la possibilità di inserire
quest'anno altri due Ambiti.
Per quanto riguarda i fondi regionali stanziati per adozioni e
affidi, si parla di 580mila euro nel 2016 e 600mila euro nel
2017, destinati per il 30% alle spese che le famiglie devono
affrontare per le adozioni e per il 70% al sostegno e alla
promozione dell'affido. Poiché vi sono territori che non riescono
a utilizzare se non una parte delle somme ricevute a tal fine, è
in programma una revisione del regolamento che consenta una
ripartizione dei fondi più aderente alle reali esigenze.
Non manca, poi, il sostegno ai figli di genitori separati quando
il genitore affidatario non riceva l'assegno di mantenimento
dovuto: la previsione è contenuta nella legge regionale 11 del
2006, l'importo finanziato nel 2016 è stato di 340mila euro e di
quasi 408mila nel 2017.
(immagini tv)