II Comm: audizione Giunta su Punto franco di Trieste
(ACON) Trieste, 29 gen - AB - Caratteristiche, dimensioni,
limiti territoriali, modalità operative, aspetti doganali,
prospettive: sono questi gli approfondimenti sul Punto franco di
Trieste che, richiesti dal Consiglio regionale, hanno ottenuto
risposta dalla Giunta in un'audizione programmata dalla II
Commissione.
Il Punto franco internazionale nasce col Trattato di Parigi del
1947, poi confermato dal Memorandum di Londra del 1954. Finora
però mancavano i decreti attuativi, non era mai stato stabilito
chi facesse che cosa. Finalmente il decreto governativo 368 dello
scorso giugno ha posto la parola fine a questa immobilità
fissando attribuzioni, competenze, caratteristiche, fondamenti
giuridici.
Oggi quindi abbiamo cinque Punti franchi all'interno del Porto
franco internazionale di Trieste - tre commerciali e due
industriali - aree di zona franca: i vantaggi possono riassumersi
in franchigie e libertà di transito.
Ma la caratteristica che rende unica la nostra situazione sono le
deroghe sulle tasse, che riguarderanno anche la produzione, vera
arma in più. In pratica, le aziende potranno godere di questo
regime non solo per insediarsi, ma anche per realizzare i loro
prodotti ed esportarli, fuori dall'Ue. Ciò potrà rivelarsi un
fattore di attrazione notevole per nuovi investimenti.
A ciò bisogna aggiungere che le merci verranno considerate in
transito ed esentate dal pagamento immediato dei diritti doganali
e dell'Iva e con l'applicazione di un tasso di interesse
limitato. Le merci terze potranno essere stoccate senza un
termine temporale e senza obbligo di garanzie fideiussorie.
La demanializzazione di alcune aree ha inoltre consentito di
recuperare spazi all'interno del Porto vecchio per spostarli e
metterli a disposizione - sempre nell'area triestina, anche se
non più necessariamente all'interno del Porto - per insediamenti
industriali in zone di punti franchi. Stiamo comunque parlando di
aree circoscritte, perimetrate, recintate, presidiate da Guardia
di Finanza e autorità doganali.
In definitiva, rendere concreto, operativo il Porto franco
internazionale di Trieste è stata una grande conquista, perché
potrà diventare la porta d'ingresso per l'intera regione e avrà
come immediata conseguenza la messa a sistema di tutto quel che
c'era in Friuli Venezia Giulia, a partire dagli interporti, che
per la prima volta saranno messi nella condizione di dialogare
fra loro e di lavorare assieme in grande sinergia.
(immagini tv)