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II Comm: audizione Giunta su Punto franco di Trieste

29.01.2018
16:43
(ACON) Trieste, 29 gen - AB - Caratteristiche, dimensioni, limiti territoriali, modalità operative, aspetti doganali, prospettive: sono questi gli approfondimenti sul Punto franco di Trieste che, richiesti dal Consiglio regionale, hanno ottenuto risposta dalla Giunta in un'audizione programmata dalla II Commissione.

Il Punto franco internazionale nasce col Trattato di Parigi del 1947, poi confermato dal Memorandum di Londra del 1954. Finora però mancavano i decreti attuativi, non era mai stato stabilito chi facesse che cosa. Finalmente il decreto governativo 368 dello scorso giugno ha posto la parola fine a questa immobilità fissando attribuzioni, competenze, caratteristiche, fondamenti giuridici.

Oggi quindi abbiamo cinque Punti franchi all'interno del Porto franco internazionale di Trieste - tre commerciali e due industriali - aree di zona franca: i vantaggi possono riassumersi in franchigie e libertà di transito.

Ma la caratteristica che rende unica la nostra situazione sono le deroghe sulle tasse, che riguarderanno anche la produzione, vera arma in più. In pratica, le aziende potranno godere di questo regime non solo per insediarsi, ma anche per realizzare i loro prodotti ed esportarli, fuori dall'Ue. Ciò potrà rivelarsi un fattore di attrazione notevole per nuovi investimenti.

A ciò bisogna aggiungere che le merci verranno considerate in transito ed esentate dal pagamento immediato dei diritti doganali e dell'Iva e con l'applicazione di un tasso di interesse limitato. Le merci terze potranno essere stoccate senza un termine temporale e senza obbligo di garanzie fideiussorie.

La demanializzazione di alcune aree ha inoltre consentito di recuperare spazi all'interno del Porto vecchio per spostarli e metterli a disposizione - sempre nell'area triestina, anche se non più necessariamente all'interno del Porto - per insediamenti industriali in zone di punti franchi. Stiamo comunque parlando di aree circoscritte, perimetrate, recintate, presidiate da Guardia di Finanza e autorità doganali.

In definitiva, rendere concreto, operativo il Porto franco internazionale di Trieste è stata una grande conquista, perché potrà diventare la porta d'ingresso per l'intera regione e avrà come immediata conseguenza la messa a sistema di tutto quel che c'era in Friuli Venezia Giulia, a partire dagli interporti, che per la prima volta saranno messi nella condizione di dialogare fra loro e di lavorare assieme in grande sinergia.

(immagini tv)