Patto Autonomia: mozione sui patti finanziari Stato-Regione FVG
(ACON) Trieste, 28 mag - COM/AB - Istituire una Commissione
d'inchiesta in Consiglio regionale sui rapporti finanziari
intercorsi tra Stato e Regione nelle legislature Tondo e
Serracchiani è la richiesta contenuta nella prima mozione del
Gruppo del Patto per l'Autonomia, illustrata a Udine dai
consiglieri Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.
I proponenti ne hanno evidenziato il carattere di necessità,
considerato che i patti Tondo-Tremonti e Serracchiani-Padoan -
che hanno inciso e incideranno pesantemente sulla capacità di
spesa della Regione - non sono stati preceduti da un'adeguata
discussione in Consiglio regionale che ne valutasse
preventivamente le ricadute e dettasse a Giunta regionale e
Commissione paritetica i criteri fondamentali ai quali attenersi
nella trattativa con lo Stato.
Stando alla mozione, la Commissione d'inchiesta dovrebbe
concludere i propri lavori entro il 30 giugno 2019 presentando
all'Assemblea legislativa regionale una relazione che
ricostruisca in modo chiaro e trasparente la storia dei rapporti
finanziari tra lo Stato e la Regione nella loro evoluzione
monetaria e normativa, anche alla luce del criterio
costituzionale dell'integrale finanziamento delle funzioni
trasferite alla Regione.
Questo lavoro sarebbe propedeutico all'individuazione dei
principi fondamentali a cui dovrebbe attenersi la Giunta nella
rinegoziazione del patto col Governo e delle direttive per la
componente regionale della Commissione paritetica in materia
finanziaria, anche con riferimento alla copertura delle spese per
nuove e maggiori competenze da riconoscersi al FVG. La mozione
intenderebbe anche impegnare l'Esecutivo regionale ad avviare i
contenziosi davanti la Corte costituzionale che venissero
ritenuti opportuni a difesa dell'Autonomia regionale e, infine, a
effettuare un primo monitoraggio degli effetti del nuovo testo
dell'articolo 49 dello Statuto, anche per un corretto e
tempestivo conguaglio da parte dello Stato di un eventuale sotto
finanziamento della Regione.
È necessario ricostruire la storia di questo decennio per quanto
riguarda i rapporti finanziari tra Stato e Regione Friuli Venezia
Giulia - hanno evidenziato Moretuzzo e Bidoli - affinché il
Consiglio e la Giunta regionali appena insediati possano
affrontare una situazione che di fatto è sfuggita di mano o,
comunque, non è mai stata descritta e percepita in tutte le sue
specifiche componenti.
Ricordiamo poi che il contratto per la formazione di un governo a
livello nazionale tra Lega e MoVimento 5 Strelle, che non ha
avuto buon fine, prevedeva un cambiamento radicale del sistema
fiscale, al cui centro stava una riduzione sostanziale delle
aliquote Irpef, voce principale delle compartecipazioni erariali
del Friuli Venezia Giulia.
Sulla base di prime valutazioni contabili, ciò teoricamente
avrebbe potuto risolversi in una mancata entrata per il bilancio
della Regione di circa 800 milioni. Non sappiamo cosa deciderà di
fare in merito in nuovo presidente incaricato, è però certo che
debba aprirsi una nuova stagione di contrattualità tra lo Stato
la nostra Regione nell'ambito del mantenimento della sua
specialità (e possibilmente del suo ampliamento) e che ciò debba
basarsi su una conoscenza dettagliata da parte del Consiglio
regionale di tutti gli aspetti che oggi la stanno determinando, a
partire da quelli finanziari.