CR: replica Fedriga a dibattito, legislatura improntata a dialogo (11)
(ACON) Trieste, 7 giu - FC - Una legislatura improntata al
dialogo e alla condivisione con la base su tutte le tematiche che
riguardano la vita e lo sviluppo del territorio, con il chiaro
obiettivo di garantire risposte ai cittadini. È questa l'impronta
programmatica e operativa che il governatore del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, ha inteso evidenziare oggi in
Consiglio regionale al termine del dibattito sulle dichiarazioni
programmatiche esposte all'Assemblea lo scorso 29 maggio.
"Abbiamo tracciato i principali obiettivi - ha affermato il
governatore, anticipando un assestamento di bilancio di 40
milioni di euro - evitando spot facili da proporre ma inutili
nella giusta prospettiva di costruire un futuro reale per il
Friuli Venezia Giulia, impostando subito un cambio di direzione
rispetto alla Giunta precedente che ha voluto imporre e non
condividere".
Posizione dura e salda rispetto alla rinegoziazione dei patti
finanziari con lo Stato, rapporto paritetico e collaborativo con
i Comuni per costruire aree vaste identitarie in grado di
soddisfare le esigenze dei cittadini, sviluppo complessivo del
lavoro attraverso l'incremento di attrattività della nostra area
per le aziende e la messa a disposizione di strumenti formativi
per la qualificazione e riqualificazione dei lavoratori, giusto
rispetto e una meritata priorità nell'erogazione di servizi a chi
"ha contribuito con le proprie tasse alla costruzione di strade,
scuole e ospedali". E ancora giustizia sociale ripristinando
regole e garantendo sicurezza.
Riferendosi alle attività produttive, Fedriga ha assicurato la
valorizzazione delle buone pratiche messe in atto negli anni
passati, ricordando le azioni già intraprese per affrontare crisi
industriali come quella di Pasta Zara o le criticità come
Sertubi, intervenendo con strumenti innovativi come quanto fatto
nella provincia di Gorizia con la filiera della Navalmeccanica,
per la quale è stato identificato un percorso virtuoso che faccia
crescere l'economia e produca nuova occupazione piuttosto che
affidarsi ad ammortizzatori sociali fine a se stessi".
Denunciando invece la "devastazione" riscontrata in ambito
sanitario, settore che impegna il 60 per cento del bilancio
regionale, a partire da una direzione centrale priva di posizioni
apicali e che ora va ricostruita, il governatore ha sottolineato
come il 30 per cento dell'assestamento di bilancio, ovvero 12
milioni di euro, "sarà destinato a coprire i buchi creati nella
sanità".
Soffermandosi sugli Enti locali, Fedriga ha annunciato risposte
precise a bisogni socio-economici che possono giungere solo
attraverso una rappresentanza territoriale fondata sulle
diversità e non smembrata in 18 Unioni intercomunali prive di
identità. "Non vogliamo stravolgere tutto in un giorno - ha
spiegato - ma lavoreremo passo dopo passo per migliorare
l'attuale situazione, cominciando proprio con la cancellazione
dell'obbligatorietà di adesione e le conseguenti penalizzazioni".
Un passaggio importante del suo discorso, il governatore lo ha
destinato alla rinegoziazione dei patti finanziari con lo Stato
centrale, plaudendo la condivisione sulla tutela delle risorse
regionali invocata da tutte le forze politiche alle quali chiede
compattezza su questo obiettivo e puntando a potenziare
l'autonomia per assicurare, al contrario di quanto avvenuto in
passato, maggiori entrate alla Regione e, di conseguenza, più
servizi ai cittadini.
Sull'immigrazione, Fedriga ha ribadito la necessità di strutture
adeguate dove chi, ai termini di legge, è un clandestino possa
rimanere in attesa del riconoscimento o meno dello status di
rifugiato. "Il 60 per cento di chi arriva da noi non ottiene
questo diritto - ha precisato - ma se tutti circolano liberamente
risulta difficile rintracciarli quando si tratta di rimpatriarli".
"Inaccettabile discriminare rispetto a preferenze sessuali - ha
concluso il governatore nell'illustrare l'uscita della Regione
dalla rete Re.a.dy. - e nessun arretramento rispetto a diritti e
tutele ma no a iniziative come Re.a.dy che sono vere e proprie
imposizioni ideologiche".
(segue)