Pd: Shaurli, l'assessore Gibelli ammette il doppio incarico
(ACON) Trieste, 28 giu - COM/RCM - "L'assessore regionale alla
Cultura, Tiziana Gibelli, ammette di lavorare ancora per la
Navigli Lombardi con una sincerità disarmante".
Lo afferma il consigliere regionale del Pd Cristiano Shaurli, a
seguito della risposta dell'assessore alla sua interrogazione in
Aula.
"Questa ammissione potrebbe essere anche accettabile - continua
Shaurli - se, visto anche il ruolo dirigenziale, questo lavoro
non comportasse un impegno che la distoglie dallo svolgere
quotidianamente il lavoro di assessore regionale, per cui è
pagata dalla collettività.
"Già in così poco tempo dalla sua nomina, vi sono diverse
segnalazioni di difficoltà ad avere un incontro o un confronto
con l'assessore sui temi di sua competenza. È altresì
inaccettabile la supponenza con cui la Gibelli fa riferimento a
norme ed esempi lombardi, forse dovuta al cambiamento d'aria del
repentino trasferimento.
"La nostra sarà anche una regione piccola e di confine, ma forse
è meglio che la neo-assessore impari presto che siamo anche molto
orgogliosi della nostra autonomia normativa. In Friuli Venezia
Giulia, se per i Comuni è previsto l'assessore part-time ciò, ed
è comprensibile, non è consentito per gli assessori regionali.
"Per ogni giorno passato a Milano, o altrove, a svolgere il
proprio lavoro privato - continua Shaurli -, la Gibelli
percepisce anche l'indennità piena da assessore, non essendo
prevista per norma alcuna possibilità di frazionamento degli
emolumenti. Sta ai cittadini e a chi di dovere trarre le
opportune conclusioni.
"Politicamente, tuttavia, va fatta un'ulteriore analisi sulla
questione delle nomine di questa Giunta. Personalmente non
condivido la scelta di 10 assessori esterni. Non è solo una
questione di costi, ma così facendo, la maggioranza dichiara
apertamente di non avere al suo interno le competenze necessarie.
"Infine - conclude Shaurli - sempre della maggioranza invece
doveva essere il senso delle opportunità, delle istituzioni e il
rispetto delle regole, tutte cose che avrebbero dovuto porre
qualche problema alla scelta di un assessore regionale senza la
sua cessazione del rapporto di lavoro, ancor più se la persona
designata aveva già un incarico in una società pubblica".