Cr: ddl funzioni Uti, assessore Roberti (9)
(ACON) Trieste, 28 giu - MPB - Ho ascoltato con molto interesse
il dibattito - ha detto l'assessore alle autonomie locali
Pierpaolo Roberti intervenendo dopo le repliche dei relatori al
ddl sulle funzioni delle Uti e riprendendo diversi elementi
emersi.
Si è detto che abbiamo partorito un topolino - ha affermato -. E'
vero, chi pensava di trovarsi a un mese dall'insediamento di
fronte a una riforma organica della legge 26 si è sbagliato: la
precedente Giunta ci ha messo un anno senza consultare nessuno;
noi ci vogliamo prendere tutto il tempo necessario per rispettare
la strada della massima condivisione con i sindaci e il
territorio, ma era evidente che il primo intervento andava fatto
con carattere d'urgenza; una sola modifica per venire incontro
alle prerogative che ci eravamo fissati, ovvero il dialogo e il
confronto, senza mettere troppa carne sul fuoco, sapendo che la
scadenza è quella del 1 luglio 2018, già spostata dalla data del
1 gennaio 2018. Senza quell'intervento 10 Uti
su 18 sarebbero state fuori legge; meglio allora dare a ciascuna
Unione la possibilità di decidere la propria data, di scegliersi
il vestito più adatto - ha aggiunto commentando le parole del
consigliere Honsell che aveva parlato di dirigismo ingiustificato
e di efficienza e grande opportunità rappresentata dalle Uti. Su
18 Uti - ha ricordato l'assessore -una sola ha presentato il
rendiconto entro la scadenza fissata del 30 aprile 2018 e questo
non è uno quadro di efficienza; anzi c'è un appesantimento dei
Comuni che devono prestare personale per lavorare sul rendiconto
dell'Uti stessa.
Non è uno stop alle Uti - ha quindi detto Roberti rispondendo al
consigliere Iacop - ma è un intervento per far sì che fra due
giorni 10 Uti su 18 non siano fuori legge, poichè si è creato uno
strumento così complesso che le Unioni non riescono a fare ciò
che dovrebbero.
Nessuno ha intenzione di andare a penalizzare alcuno. I 150
Comuni che hanno aderito alle Uti l'hanno fatto in base alla
legge e hanno avuto un sacco di soldi; i 54 Comuni rimasti fuori
non hanno ricevuto nulla. E' stato punito chi non ha seguito un
dato percorso: noi abbiamo detto che quella linea cambierà,
perchè punendo un Comune si punisce non il sindaco ma il
cittadino che lì vive e che avrà meno servizi. Noi non vogliamo
commettere lo stesso errore. I piani di sviluppo non verranno
toccati, andremo a reperire le risorse per pareggiare i conti e
far sì che i cittadini che erano diventati di serie B ritornino a
essere come tutti gli altri.
(foto; immagini tv)
(segue)