Patto: Moretuzzo, bocciata Commissione d'inchiesta su rapporti finanziari
(ACON) Trieste, 28 giu - COM/MPB - E' stata bocciata la mozione
con cui il Gruppo consiliare del Patto per l'Autonomia chiedeva
l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, in seno al
Consiglio regionale, incaricata di valutare gli effetti dei Patti
finanziari intercorsi tra Stato e Regione Friuli-Venezia Giulia
nelle legislature Tondo e Serracchiani, una possibilità
individuata tra le pieghe del regolamento consiliare. La
sostituirà una Sottocommissione nell'ambito della I Commissione
permanente chiesta da un emendamento proposto dai consiglieri
Bordin (Lega), Zanin (FI), Di Bert (Progetto Fvg), Giacomelli
(FdI/An), Bolzonello (Pd), Centis (Cittadini) e Honsell (Open
Sinistra Fvg), passato con il sì della maggioranza di
centrodestra e dell'opposizione di centrosinistra, il voto
contrario del Patto per l'Autonomia e l'astensione del
Movimento5Stelle.
"Abbiamo invocato la Commissione d'inchiesta per ricostruire in
modo chiaro e trasparente la storia dei rapporti finanziari tra
lo Stato e la Regione degli ultimi 10 anni, nella loro evoluzione
monetaria e normativa - spiega il capogruppo del Patto per
l'Autonomia, Massimo Moretuzzo -. Ci troviamo in una situazione
di grave difficoltà finanziaria nei rapporti con lo Stato in base
agli accordi fatti dalla giunta Tondo nel 2010 e dalla giunta
Serracchiani nel 2014, i cui effetti sono stati aggravati dalla
modifica dell'art. 49 dello Statuto, imposta dallo Stato.
"Formalmente oggi sono in vigore le entrate di compartecipazione
erariale destinate alla Regione Friuli-Venezia Giulia secondo la
nuova stesura dell'art. 49, che dovrebbero avere un effetto di
neutralità finanziaria sia per lo Stato che per la Regione, ma
che in realtà avranno un impatto pesantissimo sui conti di
quest'ultima.
"Nel 2019 si ridiscuterà il Patto Serracchiani-Padoan e sarà
indispensabile avere un quadro chiaro della situazione anche
rispetto al cambiamento negli anni della copertura finanziaria
delle funzioni gestite direttamente dalla Regione, come quella
sanitaria. Sarà indispensabile capire se, al di là dei proclami,
questa amministrazione regionale intende rivendicare davvero
nuove competenze per la Regione, quali e quante risorse saranno
necessarie per gestirle.
"È evidente che debba aprirsi una nuova stagione di
contrattualità tra Stato italiano e Regione Friuli-Venezia Giulia
nell'ambito del mantenimento della sua specialità (e
possibilmente del suo ampliamento) e che ciò debba basarsi su una
conoscenza dettagliata da parte del Consiglio regionale di tutti
gli aspetti che oggi la stanno determinando, a partire da quelli
finanziari. Il lavoro della Commissione d'inchiesta - sottolinea
Moretuzzo - avrebbe messo il Consiglio regionale nelle condizioni
di esercitare fino in fondo il suo mandato nella trattativa con
Roma.
"I Gruppi Consiliari dei partiti che hanno avuto la
responsabilità di governo nell'ultimo decennio si sono opposti
alla sua istituzione, proponendo una Sottocommissione che non può
avere lo stesso peso politico di una Commissione d'inchiesta, uno
strumento straordinario che ritenevamo necessario per affrontare
quella che è la "madre" di tutte le questioni.
"Il voto di oggi è coerente con la storia degli ultimi 10 anni e
con gli accordi con lo Stato fatti da chi ha amministrato la
Regione in questo arco di tempo. Evidentemente, non c'è la
volontà di far luce, nei tempi e nei modi più efficaci, sullo
stato dell'arte e sulle eventuali responsabilità politiche che ci
hanno condotto nella situazione attuale. Ne prendiamo atto. Da
parte nostra, porteremo avanti le istanze di cui avrebbe dovuto
occuparsi la Commissione d'inchiesta, lo faremo in tutte le sedi
possibili, dentro e fuori il Consiglio regionale".