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I Comm: esame documenti finanziari, dibattito generale (2)

12.07.2018
15:36
(ACON) Trieste, 12 lug - RCM - Ancora nell'ambito del dibattito generale che si è svolto in I Commissione consiliare presieduta da Alessandro Basso (FdI/An), il pentastellato Cristian Sergo ha affermato che, nel disegno di legge n. 5 sull'assestamento di bilancio regionale, le risorse sono effettivamente poche e pure blindate, però avrebbero potuto esserci azioni a costo zero come ad esempio la tassazione delle imprese. Si è, poi, chiesto come si garantiranno le risorse promesse per azioni come l'innovazione. E ha accusato che per l'ambiente di fatto si fa un unico intervento - che va ad aumentare l'inquinamento - ed è l'incentivo per i carburanti.

Il collega di gruppo Andrea Ussai ha denunciato che la stabilità dei conti in sanità è stata mantenuta a scapito degli stipendi e degli incentivi per il personale, e che il deficit di programmazione nell'erogazione delle risorse registrato negli ultimi anni ha portato tra l'altro a fare autogoal con le Unioni territoriali intercomunali (Uti). Non ha ancora capito le intenzioni dell'attuale maggioranza quanto a sanità e problema immigrazione, dove il M5S si schiera contro le grosse concentrazioni. Non da ultimo, è in attesa di conoscere le azioni della Giunta per la lotta alle discriminazioni.

Per Tiziano Centis (Citt), invece, i dati dimostrano che la spesa sanitaria ha rispettato quanto previsto ed è tenuta sotto controllo. Per le Uti, ci deve essere rispetto e condivisione sui programmi di area vasta, le decisioni devono essere concordate con e tra i territori.

Mauro Bordin (Lega) non nega ci siano segni di continuità con la precedente maggioranza, ma anche quelli di discontinuità, con problemi forti emersi in settori chiave come sanità, autonomie, immigrazione. La destrutturazione è stata fatta dal centrosinistra eliminando le Province, non la riforma del centrodestra per le Uti in difficoltà, anche se le procedure di sostegno prevedono un percorso lungo e pieno di ostacoli. Gli incentivi non sono l'unico mezzo, invece bisogna utilizzare modelli che sfruttino meglio le esigenze dei territori, i municipi vanno messi in condizione di poter lavorare e avere un interlocutore accreditato.

Diego Moretti (Pd) ha ricordato, spiegandole, le misure adottate dalla precedente legislatura per la sanità e per le autonomie locali, parlando degli obblighi derivanti dalle leggi nazionali (ad esempio per la creazione del numero unico 112) piuttosto che da limiti dettati dalla crisi generale che dal 2008-2009 ha colpito anche il FVG. Poi ha citato gli interventi di ieri confermati oggi, come la scelta di non riaprire il Punto nascita di Gorizia, e i diversi "continuare", "proseguire", "implementare" quanto fatto dalla precedente maggioranza che sono contenuti nel programma 2019 del Documento di economia e finanza regionale.

Per il suo capogruppo, Sergio Bolzonello, non serviva mettere 36 milioni nel capitolo sanità ma ne bastavano 13, prevedendo i 10 di accantonamento per la manovra di ottobre. Nell'assestamento non si riescono a capire non solo le scelte per la sanità ma anche per gli enti locali, per i quali non ci sono scelte forti. Il superamento della loro architettura attuale ci sta, ma non si capisce perché si vuole ora la riforma del Consiglio delle autonomie (Cal) e non si spiega dove si vuole veramente arrivare.

Piero Mauro Zanin (FI) ha fatto una valutazione complessiva dell'assestamento e del Defr affermando che si sta ereditando - e dunque si deve chiudere - la coda di una gestione regionale fallimentare; le opposizioni dovranno giudicare la maggioranza sulla base di quanto farà nei prossimi 5 anni. Per la sanità sono già stati accantonati 10 milioni per senso di responsabilità, per non doverli trovare all'ultimo. Tanto per la sanità quanto per gli enti locali, è mancato il coordinamento con il territorio. Non ci devono essere differenze di trattamento tra le Aziende sanitarie, stessa cosa vale per le Uti, dove si è verificato che il sistema scelto non funziona e dunque va cambiato, va garantita libertà decisionale ai Comuni e recuperare il dialogo sulle intese sullo sviluppo. Nel Cal dovranno essere presenti anche i sindaci che non hanno voluto aderire a una Uti.

La valenza politica dell'assestamento, per Massimo Moretuzzo (Patto Autonomia) è effettivamente limitata, va data solidarietà alla Giunta per le poche risorse e il poco tempo per prendere le decisioni. Si attendono indicazioni più precise quando il presidente Fedriga dirà all'Aula se ha ottenuto di mantenere i 10 milioni accantonati. Si afferma che si vuole tenere conto delle necessità di tutti, invece pare che non si andrà verso questa direzione stando a quanto è previsto nell'emendamento della Giunta all'articolo 10 dell'assestamento quanto ad autonomie locali. Se non si riforma tutto il sistema regionale, non solo gli enti locali, si sarà sempre allo stesso punto.

Non ci siamo inventati noi che su certe cose agite in continuità - ha detto Enzo Marsilio (Pd) -, ma perché lo hanno affermato gli assessori, come Bini per l'operato di Bolzonello. Sanità: la questione è importante, ma evidenzia un problema strutturale, che si insegue negli anni e non ha nulla a che vedere con chi governa, con più bravi e meno bravi. Uti: che non si condivida la scelta finale ci sta, ma non è vero che non ci sono stati incontri con i sindaci per un anno e mezzo. Il modello di aggregazione, che tra l'altro è quello delle Comunità montane, nasce da esigenze che gli stessi Comuni avevano sollevato; se lo dobbiamo cambiare va bene, ma non dite che è stato imposto perché è un pregiudizio strumentale.

(segue)



Dibattito generale in I Commissione sui documenti finanziari (foto Pinesich)