I Comm: esame documenti finanziari, dibattito generale (2)
(ACON) Trieste, 12 lug - RCM - Ancora nell'ambito del dibattito
generale che si è svolto in I Commissione consiliare presieduta
da Alessandro Basso (FdI/An), il pentastellato Cristian Sergo ha
affermato che, nel disegno di legge n. 5 sull'assestamento di
bilancio regionale, le risorse sono effettivamente poche e pure
blindate, però avrebbero potuto esserci azioni a costo zero come
ad esempio la tassazione delle imprese. Si è, poi, chiesto come
si garantiranno le risorse promesse per azioni come
l'innovazione. E ha accusato che per l'ambiente di fatto si fa un
unico intervento - che va ad aumentare l'inquinamento - ed è
l'incentivo per i carburanti.
Il collega di gruppo Andrea Ussai ha denunciato che la stabilità
dei conti in sanità è stata mantenuta a scapito degli stipendi e
degli incentivi per il personale, e che il deficit di
programmazione nell'erogazione delle risorse registrato negli
ultimi anni ha portato tra l'altro a fare autogoal con le Unioni
territoriali intercomunali (Uti). Non ha ancora capito le
intenzioni dell'attuale maggioranza quanto a sanità e problema
immigrazione, dove il M5S si schiera contro le grosse
concentrazioni. Non da ultimo, è in attesa di conoscere le azioni
della Giunta per la lotta alle discriminazioni.
Per Tiziano Centis (Citt), invece, i dati dimostrano che la spesa
sanitaria ha rispettato quanto previsto ed è tenuta sotto
controllo. Per le Uti, ci deve essere rispetto e condivisione sui
programmi di area vasta, le decisioni devono essere concordate
con e tra i territori.
Mauro Bordin (Lega) non nega ci siano segni di continuità con la
precedente maggioranza, ma anche quelli di discontinuità, con
problemi forti emersi in settori chiave come sanità, autonomie,
immigrazione. La destrutturazione è stata fatta dal
centrosinistra eliminando le Province, non la riforma del
centrodestra per le Uti in difficoltà, anche se le procedure di
sostegno prevedono un percorso lungo e pieno di ostacoli. Gli
incentivi non sono l'unico mezzo, invece bisogna utilizzare
modelli che sfruttino meglio le esigenze dei territori, i
municipi vanno messi in condizione di poter lavorare e avere un
interlocutore accreditato.
Diego Moretti (Pd) ha ricordato, spiegandole, le misure adottate
dalla precedente legislatura per la sanità e per le autonomie
locali, parlando degli obblighi derivanti dalle leggi nazionali
(ad esempio per la creazione del numero unico 112) piuttosto che
da limiti dettati dalla crisi generale che dal 2008-2009 ha
colpito anche il FVG. Poi ha citato gli interventi di ieri
confermati oggi, come la scelta di non riaprire il Punto nascita
di Gorizia, e i diversi "continuare", "proseguire",
"implementare" quanto fatto dalla precedente maggioranza che sono
contenuti nel programma 2019 del Documento di economia e finanza
regionale.
Per il suo capogruppo, Sergio Bolzonello, non serviva mettere 36
milioni nel capitolo sanità ma ne bastavano 13, prevedendo i 10
di accantonamento per la manovra di ottobre. Nell'assestamento
non si riescono a capire non solo le scelte per la sanità ma
anche per gli enti locali, per i quali non ci sono scelte forti.
Il superamento della loro architettura attuale ci sta, ma non si
capisce perché si vuole ora la riforma del Consiglio delle
autonomie (Cal) e non si spiega dove si vuole veramente arrivare.
Piero Mauro Zanin (FI) ha fatto una valutazione complessiva
dell'assestamento e del Defr affermando che si sta ereditando - e
dunque si deve chiudere - la coda di una gestione regionale
fallimentare; le opposizioni dovranno giudicare la maggioranza
sulla base di quanto farà nei prossimi 5 anni. Per la sanità sono
già stati accantonati 10 milioni per senso di responsabilità, per
non doverli trovare all'ultimo. Tanto per la sanità quanto per
gli enti locali, è mancato il coordinamento con il territorio.
Non ci devono essere differenze di trattamento tra le Aziende
sanitarie, stessa cosa vale per le Uti, dove si è verificato che
il sistema scelto non funziona e dunque va cambiato, va garantita
libertà decisionale ai Comuni e recuperare il dialogo sulle
intese sullo sviluppo. Nel Cal dovranno essere presenti anche i
sindaci che non hanno voluto aderire a una Uti.
La valenza politica dell'assestamento, per Massimo Moretuzzo
(Patto Autonomia) è effettivamente limitata, va data solidarietà
alla Giunta per le poche risorse e il poco tempo per prendere le
decisioni. Si attendono indicazioni più precise quando il
presidente Fedriga dirà all'Aula se ha ottenuto di mantenere i 10
milioni accantonati. Si afferma che si vuole tenere conto delle
necessità di tutti, invece pare che non si andrà verso questa
direzione stando a quanto è previsto nell'emendamento della
Giunta all'articolo 10 dell'assestamento quanto ad autonomie
locali. Se non si riforma tutto il sistema regionale, non solo
gli enti locali, si sarà sempre allo stesso punto.
Non ci siamo inventati noi che su certe cose agite in continuità
- ha detto Enzo Marsilio (Pd) -, ma perché lo hanno affermato gli
assessori, come Bini per l'operato di Bolzonello. Sanità: la
questione è importante, ma evidenzia un problema strutturale, che
si insegue negli anni e non ha nulla a che vedere con chi
governa, con più bravi e meno bravi. Uti: che non si condivida la
scelta finale ci sta, ma non è vero che non ci sono stati
incontri con i sindaci per un anno e mezzo. Il modello di
aggregazione, che tra l'altro è quello delle Comunità montane,
nasce da esigenze che gli stessi Comuni avevano sollevato; se lo
dobbiamo cambiare va bene, ma non dite che è stato imposto perché
è un pregiudizio strumentale.
(segue)