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Cr: discorso di insediamento del presidente Zanin (2bis)

16.07.2018
18:45
(ACON) Trieste, 16 lug - MPB - 'Il Consiglio deve essere il luogo in cui devono prevalere l'umiltà di voler ascoltare e la capacità di dimostrare con i fatti di saper dare risposte ai cittadini, con azioni di buona amministrazione e sobrietà che devono informare la nostra attività dentro e fuori da quest'Aula. Dobbiamo essere persone animate dalla passione di voler migliorare il futuro della nostra Regione. Dobbiamo essere riferimenti affidabili.

'L'Assemblea e l'Esecutivo devono operare per dare una nuova visione al Friuli Venezia Giulia: costruire, 54 anni dopo l'istituzione della Regione autonoma, una prospettiva nuova nel quadro di un regionalismo rafforzato che va mutando, che riconosca la nostra naturale vocazione di ponte verso i Balcani e di crocevia per l'Europa centro - orientale. 'La funzione legislativa del Consiglio regionale viene valorizzata anche esercitando un ruolo decisivo nell'ambito della Conferenza dei Parlamenti regionali, nel rafforzamento dei rapporti con le Assemblee legislative di Stati e regioni contermini e con il Comitato delle Regioni, la più recente delle importanti istituzioni Europee.

'La difesa della nostra specialità non si contrappone alle rivendicazioni di autonomia differenziata che avanzano altre Regioni sulla base di strumenti pattizi con lo Stato. Le trasformazioni economiche e sociali che la globalizzazione dei mercati ha provocato da diversi anni devono semmai indurci alle sfide e al confronto aperto. Va recuperata e rilanciata la forza rigeneratrice del localismo come processo di riavvicinamento ai valori interiori spostandosi dall'ideale della crescita quantitativa e dell'espansione geografica, verso il recupero della qualità della relazione con la singola cosa o la singola persona.

'La nostra autonomia, unitamente alle condizioni particolari che costituiscono la specialità, non è negoziabile perché rappresenta uno dei connotati essenziali della composita realtà della nostra Regione, caratterizzata dalla ricchezza delle espressioni culturali e linguistiche che la compongono e dalla pluralità delle sue articolazioni istituzionali.

'L'Autonomia del Friuli Venezia Giulia non rappresenta un privilegio ma ha costituito nei fatti l'esercizio di una grande responsabilità come è avvenuto nel 1976 con il Presidente Antonio Comelli, per la straordinaria opera di ricostruzione delle zone terremotate, con la scelta di coinvolgere direttamente i Sindaci e i Comuni nel processo di rinascita e di avvio di un nuovo modello di sviluppo della Regione.

Un'intuizione che venne rafforzata negli anni successivi dal Presidente Adriano Biasutti attraverso un percorso di decentramento amministrativo e gestionale, applicando nel 1988 il moderno principio di sussidiarietà e assegnando al sistema delle Autonomie locali funzioni che potevano essere svolte in modo adeguato da Comuni e Province. Va ricordata anche la politica di collaborazione portata avanti dai Presidenti Comelli e Biasutti, nei limiti dello statuto di autonomia, con i Paesi dell'area centro - orientale europea e dell'allora Jugoslavia, attraverso la Comunità di lavoro di Alpe Adria, con la quale furono avviate iniziative in campo economico e sociale mirate allo sviluppo dell'integrazione in un'area cruciale per l'Europa che contribuì al miglioramento dei rapporti tra le popolazioni di confine.

'Questa esperienza, che si tradusse nell'approvazione della legge sulle 'aree di confine', ci consente oggi di fare una riflessione anche sulla necessità di ripensare alla prospettiva europea partendo dal basso, dai popoli e dalle regioni, perché diversamente l'Europa Unita che abbiamo conosciuto negli ultimi anni risulterà un'Europa delle burocrazie, contrastata dagli interessi divergenti degli Stati e lontana dalla gente, come è risultato dall'incapacità di fronteggiare i fenomeni migratori, affrontati in solitudine dai Paesi del Mediterraneo. La crisi che l'Europa sta attraversando è la crisi della sua democrazia, è l'incapacità di ascoltare i suoi popoli, è il sacrifico della libertà sull'altare della regola economica.

'E' dalla collaborazione dal basso tra Regioni e comunità locali, come ci ha insegnato la comunità di lavoro Alpe Adria, che potrà risorgere una nuova Europa.

(segue)



Il neopresidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, mentre legge il suo discorso di insediamento (foto ARC/GM)