Cr: discorso di insediamento del presidente Zanin (2bis)
(ACON) Trieste, 16 lug - MPB - 'Il Consiglio deve essere il
luogo in cui devono prevalere l'umiltà di voler ascoltare e la
capacità di dimostrare con i fatti di saper dare risposte ai
cittadini, con azioni di buona amministrazione e sobrietà che
devono informare la nostra attività dentro e fuori da quest'Aula.
Dobbiamo essere persone animate dalla passione di voler
migliorare il futuro della nostra Regione. Dobbiamo essere
riferimenti affidabili.
'L'Assemblea e l'Esecutivo devono operare per dare una nuova
visione al Friuli Venezia Giulia: costruire, 54 anni dopo
l'istituzione della Regione autonoma, una prospettiva nuova nel
quadro di un regionalismo rafforzato che va mutando, che
riconosca la nostra naturale vocazione di ponte verso i Balcani e
di crocevia per l'Europa centro - orientale. 'La funzione
legislativa del Consiglio regionale viene valorizzata anche
esercitando un ruolo decisivo nell'ambito della Conferenza dei
Parlamenti regionali, nel rafforzamento dei rapporti con le
Assemblee legislative di Stati e regioni contermini e con il
Comitato delle Regioni, la più recente delle importanti
istituzioni Europee.
'La difesa della nostra specialità non si contrappone alle
rivendicazioni di autonomia differenziata che avanzano altre
Regioni sulla base di strumenti pattizi con lo Stato. Le
trasformazioni economiche e sociali che la globalizzazione dei
mercati ha provocato da diversi anni devono semmai indurci alle
sfide e al confronto aperto. Va recuperata e rilanciata la forza
rigeneratrice del localismo come processo di riavvicinamento ai
valori interiori spostandosi dall'ideale della crescita
quantitativa e dell'espansione geografica, verso il recupero
della qualità della relazione con la singola cosa o la singola
persona.
'La nostra autonomia, unitamente alle condizioni particolari che
costituiscono la specialità, non è negoziabile perché rappresenta
uno dei connotati essenziali della composita realtà della nostra
Regione, caratterizzata dalla ricchezza delle espressioni
culturali e linguistiche che la compongono e dalla pluralità
delle sue articolazioni istituzionali.
'L'Autonomia del Friuli Venezia Giulia non rappresenta un
privilegio ma ha costituito nei fatti l'esercizio di una grande
responsabilità come è avvenuto nel 1976 con il Presidente Antonio
Comelli, per la straordinaria opera di ricostruzione delle zone
terremotate, con la scelta di coinvolgere direttamente i Sindaci
e i Comuni nel processo di rinascita e di avvio di un nuovo
modello di sviluppo della Regione.
Un'intuizione che venne rafforzata negli anni successivi dal
Presidente Adriano Biasutti attraverso un percorso di
decentramento amministrativo e gestionale, applicando nel 1988 il
moderno principio di sussidiarietà e assegnando al sistema delle
Autonomie locali funzioni che potevano essere svolte in modo
adeguato da Comuni e Province. Va ricordata anche la politica di
collaborazione portata avanti dai Presidenti Comelli e Biasutti,
nei limiti dello statuto di autonomia, con i Paesi dell'area
centro - orientale europea e dell'allora Jugoslavia, attraverso
la Comunità di lavoro di Alpe Adria, con la quale furono avviate
iniziative in campo economico e sociale mirate allo sviluppo
dell'integrazione in un'area cruciale per l'Europa che contribuì
al miglioramento dei rapporti tra le popolazioni di confine.
'Questa esperienza, che si tradusse nell'approvazione della legge
sulle 'aree di confine', ci consente oggi di fare una riflessione
anche sulla necessità di ripensare alla prospettiva europea
partendo dal basso, dai popoli e dalle regioni, perché
diversamente l'Europa Unita che abbiamo conosciuto negli ultimi
anni risulterà un'Europa delle burocrazie, contrastata dagli
interessi divergenti degli Stati e lontana dalla gente, come è
risultato dall'incapacità di fronteggiare i fenomeni migratori,
affrontati in solitudine dai Paesi del Mediterraneo. La crisi che
l'Europa sta attraversando è la crisi della sua democrazia, è
l'incapacità di ascoltare i suoi popoli, è il sacrifico della
libertà sull'altare della regola economica.
'E' dalla collaborazione dal basso tra Regioni e comunità locali,
come ci ha insegnato la comunità di lavoro Alpe Adria, che potrà
risorgere una nuova Europa.
(segue)